"Mi aiuti con la giacca per favore, dato che sei qui, ormai?" mi chiese con un sorrisetto malizioso sulle labbra, negli occhi aveva una luce diversa, ipnotizzante.
Davvero devo farlo? Se poi succede qualcosa? Questo suo gesto è seducente e non voglio passare guai, se ci scoprissero insieme chiusi qui dentro, che figura ci farei? È una cosa proibita.
Con mani tremanti mi avvicinai piano a lui, non potei che ammirare quello che avevo davanti. Il suo fisico imperfetto mi piacque guardarlo, aveva un accenno di pancetta che lo rendeva maledettamente sexy, il petto muscoloso con pochi peli sparsi, aveva il corpo maturo di un trentacinquenne credo, non sapevo quanti anni avesse di preciso. Con aria imbarazzata, presi i bottoni del suo colletto per iniziare a chiuderli ma mi afferrò le mani. Quel tocco mi fece letteralmente tremare, lui sorrise smaliziato ed io, con gli occhi abbassati e cercando di evitare ogni contatto visivo, presi coraggio.
"Professore la smetta per favore." Dissi imbarazzata, con le guance in fiamme e con un tono di voce molto basso. Lui mi trattenne le mani e le portò alle labbra, dove lasciò un bacio sul dorso. Così umido, così dolce.
Chissà cosa proverei se quella bocca mi baciasse in altri punti del corpo. Ma cosa vado a pensare? Dissi tra me e me. Mi trascinò le mani giù, sulla cintura dei pantaloni. Mi guardava negli occhi e si beava di ogni mia reazione. A momenti mi sarei trovata a terra dall'ansia mista ad eccitazione. Mi accorsi che quasi mi mancava il respiro.
"Voglio che inizi da qui a chiudere la giacca" disse, con il sorriso malizioso più bello che avessi mai visto sul suo viso. Guardavo la sua cintura, avevo il respiro affannato e ovviamente, come ad ogni sua parola rivolta a me, avvampai.
"Avanti Chiara, chiudimi la giacca!" mi disse con la voce leggermente più alta, roca e spezzata dal desiderio. Sembrava spazientito. Lo guardai ed era rosso in viso, aveva le vene del collo gonfie e anche quelle sulle tempie.
Così io presi coraggio e mi apprestai a fare come disse. Avvicinai le mani sui bottoni, piano piano li chiusi uno. Erano neri e facevano risalto sul tessuto bianco della giacca. Lentamente e guidata dalle sue abili mani, le mie tremavano come foglie al vento.
Mi fissò e si divertì a vedere il mio viso andare in fiamme ad ogni sua parola o gesto. Era bellissimo. Appena mi apprestavo ad afferrare i bottoni, gli sfioravo la pelle del petto e i peli, così ad ogni mio tocco leggero, i suoi occhi mi guardavano sempre più infuocati di desiderio.Arrivata all'ultimo bottone mi allontanai di colpo da lui, come se mi stessi scottando, capendo che era sbagliato e ricordandomi di mantenere le distanze. Guardavo le mie mani che si tormentavano e non vedevo l'ora di uscire da quella gabbia troppo stretta ma, notai il potere che lui aveva su di me, il mio corpo non rispondeva agli ordini del mio debole cervello. Ormai non mi restò che constatare quanto fossi assuefatta da lui e dal suo dopobarba alla vaniglia.
"Ti allontani adesso?" mi chiese con un sorriso malizioso, mentre ero già poggiata al muro, imbarazzata. Si avvicinò a me, mettendo le braccia ai lati della mia testa bloccandomi il passaggio. Si avvicinò in avanti, il suo corpo aderiva completamente al mio, eravamo in fiamme entrambi e tutto questo, mi piaceva maledettamente.
Riuscivo a sentire il suo respiro caldo sulla mia fronte. E fissavo il suo pomo d'Adamo che saliva e scendeva ad ogni deglutizione. Spostò i miei capelli dal collo e sospirò.
"Cosa ti farei Chiara, se solo tu fossi mia." Mi disse con le labbra poggiate sul solco tra il mio collo e la spalla sinistra. D'un tratto, poggiò le sue labbra sulle mie. Erano calde e morbide.
Iniziò così a baciarmi prima con baci innocenti, poi sempre più pesanti e sensuali. Aveva fame di me, lo sentivo ogni volta che la sua lingua cercava la mia, lo sentivo dai suoi denti, che stringevano il mio labbro inferiore come a volerlo divorare.
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Così, l'alba baciò il tramonto - Storia di un'ossessione
ChickLit[COMPLETA] 🔴 ATTENZIONE! CONTIENE SCENE ESPLICITE E FORTI. LETTURA CONSIGLIATA AD UN PUBBLICO ADULTO. «Ogni volta che lei mi chiama per avvisarmi di qualcosa, penso a te e alle nostre telefonate. Ogni volta che metto a letto i miei figli penso a te...