Mi svegliai con le prime luci dell'alba, controllai il telefono notando con mia sorpresa che fossero le 06:30. Dormii male quella notte, girarmi e rigirarmi sul letto, pensando Francesco e al suo volto.
Ai suoi occhi e alle mani che la sera prima mi toccavano, erano fuoco su di me.
Ero curiosa su chi sia stato a chiamarlo, ma non credo gli dirò nulla, non voglio essere opprimente. Chissà se oggi lo vedrò.
Presi il telefono e scrissi tutto ad Anita, per raccontarle della serata.
Dopo un po', mi alzai e andai in bagno, per fare una doccia veloce. Quando finii la doccia, mi vestii mettendo una maglia bianca e dei jeans a vita alta neri, indossai le scarpe e mi avviai a prendere la borsa, il giubbotto di pelle e scesi giù in cucina.
Mia madre dormiva ancora, quindi facendo silenzio, presi le chiavi della mia macchina e in un pezzo di carta scrissi "Sono già andata via mamma, faccio colazione con Anita". Mentii. Volevo solo uscire presto per godermi l'alba e schiarirmi le idee, andando per le strade della mia città, prima di andare a scuola.
Guardando l'orologio, che segnava le 07:00, decisi di dirigermi verso la spiaggia. Avevo voglia di sentire il suono del mare ed il profumo della salsedine.
Arrivata in spiaggia, mi avvicinai al mare e mi sedetti sul bagnasciuga.
Ovviamente, non potei fare altro che pensare a lui, l'uomo che mi aveva rubato il fiato e qualche battito del cuore fino ad allora.
So che non dovrei ammetterlo ma, forse è solo una cotta. Certo non mi sto innamorando di sicuro, perché sarebbe strano e sarebbe da pazzi, visto che non lo conosco. E poi ieri quella telefonata mi ha fatta pensare. Magari era un amico a cui è successo qualcosa, non so.
Che poi, per avere quarant'anni mi sembra strano che non sia impegnato, però non me ne ha mai parlato quindi perché dovrei pensarlo? Ovviamente se avesse avuto una moglie o una fidanzata sono sicura me lo avrebbe detto. Ma non posso assolutamente placare questa mia sete di curiosità perché si arrabbierebbe ed ha ragione, non ci conosciamo abbastanza. Però mi ha baciata più volte. Dio, non so cosa pensare.
Nel mentre, immersa nei miei pensieri e guardando l'acqua del mare muoversi, si erano fatte le 07:30 ed era ora di andare.
Mi avviai in macchina e mandai un messaggio ad Anita.
Chiara: Solito bar?
Accesi la macchina e mi avviai sotto casa di Anita, godendo di quel leggero venticello mattutino.
"Chiara, dopo il messaggio che ho letto devo essere sincera e dirti quello che penso." Disse con tono serioso. Annuii e lei continuò.
"Secondo me questo stronzo ha un'altra. Secondo me gioca con te e ha una qualche fidanzata." Disse infastidita.
"Anita non possiamo saperlo, intanto non posso e non voglio chiedere perché non mi sembra il momento" Anita mi interruppe.
"Non vuoi perché ti farebbe male sapere la verità, se mai fosse questa." Restai in silenzio.
È vero, ha ragione lei. Se sapessi che è impegnato come reagirei?
"Non lo so, ho paura che mi sia presa una cotta per uno che vuole giocare o solamente passare il tempo." Dissi, guidando verso scuola.
Arrivate a scuola, parcheggiai ed entrammo a prendere un caffè. Dopo aver passato un quarto d'ora in silenzio, decidemmo di entrare in aula.
Le prime due ore sembravano non passare mai, i professori parlavano e io sembravo completamente assente, sembravo non essere li. Sentivo ma non ascoltavo, ripensando a lui. Arrivò nel frattempo un messaggio.
"È arrivato un messaggio suo Anita!" le sussurrai. Mi fece così, segno di aprirlo.
Torrisi: Vieni in cucina voglio parlarti.
"Anita mi dice che vuole parlare in cucina, che cosa faccio?"
"Non rispondere!" mi disse sorridendo.
La professoressa di matematica, intanto si apprestò ad andare via. Così iniziò l'ora di italiano.
Dopo quindici minuti dell'inizio dell'ora, bussarono alla porta.
"Avanti!" disse la professoressa. Era la collaboratrice scolastica.
"Basile è desiderata dal professore Torrisi in cucina." Disse in tono deciso e forte. Tutta la classe si girò a guardarmi.
"Chiara esci e non tornare tardi." Disse intanto la professoressa, smorzando il mio imbarazzo. Mi apprestai ad uscire dall'aula e andai verso le cucine.
Non appena varcata la soglia, Francesco mi guardò con un sorriso, mentre mi avvicinai a lui sorridendo.
Stava cucinando qualcosa di buono, lo sentii dall'odore che usciva dal piccolo pentolino.
"Che cucini?" gli dissi curiosa, sbirciando nel pentolino.
"È una riduzione, per un nuovo piatto nel menu del mio ristorante." Mi disse, prese poi un cucchiaio e mescolò la salsa. Lo guardavo ammaliata, i suoi movimenti erano fluidi e delicati. Prese un po' di salsa con il cucchiaio e se la portò alla bocca, soffiandola per raffreddarla. Poi, tese il cucchiaio verso le mie labbra.
"Tieni voglio un tuo parere, assaggia." Mi disse. Così aprii la bocca per accogliere il cucchiaio e gustai la salsa. Era un'esplosione di sapori in bocca. Buonissima, equilibrata e con una nota di piccante.
"È buona professore" dissi, sotto il suo sguardo concentrato che mi scrutava attentamente.
"Solo? Solo questo?" mi disse ridendo. Io imbarazzata, gli presi il viso tra le mani e gli diedi un rapido bacio, per poi staccarmi e guardarmi intorno per paura che qualcuno ci avesse visti.
Tolse la salsa dal fuoco e mise il pentolino a raffreddare sul banco in acciaio, mescolando costantemente.
"Cosa voleva dirmi? La professoressa mi ha chiesto di fare presto" dissi, lo guardai sperando mi desse spiegazioni per la chiamata della sera prima.
"Niente, volevo solo il tuo parere riguardo la riduzione. Puoi andare adesso." Disse, mentre continuava a mescolare la salsa.
"Senti, ieri ho visto che dopo la chiamata ti sei come impaurito e poi mi hai lasciata a casa di corsa. Devo sapere qualcosa?" Dissi curiosa. Si girò di scatto con il viso corrucciato, spuntò infatti la ruga in mezzo alle sopracciglia, che lo rendeva dannatamente sexy.
"Tu non devi sapere nulla di me Chiara, la mia vita privata resta privata. Pensavo lo avessi capito da sola." Mi disse. Capivo che qualcosa non tornava.
Mi bacia e poi mi liquida così?
"Quindi prima mi baci, mi porti a cena, mi porti al mare e poi dici che la tua vita privata, resta privata?" gli dissi spazientita.
"Credo che la nostra conversazione sia finita Chiara. Ribadisco che puoi tornare in classe adesso. Grazie per essere venuta." Disse, senza guardarmi negli occhi.
Io ascoltando quelle parole, non dovevo fare altro che andarmene. Anzi, volevo andarmene. Avevo le lacrime agli occhi.
Non piangerò per lui, almeno non davanti a lui. Pensai sul punto di scoppiare.
Appena arrivai davanti la porta, mi prese il polso e mi voltai verso di lui.
"Ti prego perdonami, sono solo stanco." Disse guardandomi. Mi condusse poi sopra il bancone freddo e mi prese le mani.
"Chiara, la mia vita è un po' incasinata. Io avevo bisogno di una ventata fresca e quella sei stata tu." Disse serio.
"Quindi, io sarei la tua ventata fresca?" dissi ferita. Togliendo le mie mani dalle sue, come se scottassero.
Solo ventata fresca. Poi appena è tutto finito mi scarica? Pensai.
"Si sei la ventata fresca, arrivata al momento giusto." Disse sorridendo e accarezzandomi la guancia.
"Senti, non ho intenzione di giocare. Non ho intenzione di essere il passatempo di nessuno, chiaro?" sbottai stizzita.
"Chiara non sei un passatempo, così mi ferisci. Solo che ho riflettuto..." disse. Dopo una breve pausa fatta di sospiri, continuò.
"Ho riflettuto e mi sono accorto che tutto questo è sbagliato. Ho perso la testa per una ragazzina. Non sono mai andato a casa delle studentesse, per invitarle a cena. Tutto questo non è giusto ma soprattutto, mi rendo conto che io sono vecchio per te. Tu meriti un ragazzo della tua età, che ti sappia far ridere o amare come fate voi giovani, io con te non c'entro nulla. Capisci?" disse, con un leggero sorriso amaro sul viso.
A quelle parole, le mie lacrime iniziarono a scendere copiose, mandando al diavolo la mia volontà di non piangere davanti a lui.
"Mi fa piacere che mi dici questo dopo i baci che mi hai dato e la cena che mi hai offerto. Se vuoi i soldi indietro, te li restituisco." Dissi scendendo dal banco con l'intenzione di andarmene. Lui mi trattenne dai fianchi. Eravamo vicini, il viso a pochi centimetri. Mi asciugò le lacrime ed io iniziai a singhiozzare.
"Mi sono innamorata di te! Ma non lo capisci?" dissi urlando. Lui d'un tratto, mi abbracciò e mi strinse al suo cuore. Mi accarezzava i capelli. Io invece, lo respingevo.
"Chiara, come puoi innamorarti di un uomo che non conosci?" disse sorridendo. Io mi arrabbiai di più, perché aveva ragione. Ragione da vendere.
"Non lo so, non mi è mai successo. So solo che ci tengo a te e non voglio perderti." Dissi piangendo.
Si staccò e mi guardò negli occhi.
"Chiara, meriti un amore giovane, io sono vecchio per te. Ora vai in classe tesoro." Disse accarezzandomi la guancia. Annuii, però invece di andare in classe, lo baciai. Violentemente.
Il bacio divenne presto appassionante, come se gli volessi far male. Come se gli volessi ricordare cosa sapessi fare e lui non aveva più il diritto di provarlo, perché aveva intenzione di chiuderla, ancora prima di iniziarla.
Le sue mani esperte, avvolsero il mio corpo. I miei fianchi diventarono ardenti e le sue mani erano come fiamme. Mi prese e mi mise sopra il bancone, seduta. Mi allargò le gambe e si fiondò in mezzo a quello spazio. Mi guardò negli occhi, sembrava pazzo di me. Era eccitato, i suoi occhi brillavano e ansimava ad ogni mio tocco. Spingeva sempre più verso il mio bacino, facendomi sentire quanta voglia avesse di me. Quando lo presi per i capelli, tirandoli, lui gemette. Gemette nella mia bocca e mi regalò un morso sulle labbra. Si staccò da me e le nostre fronti erano unite.
"Chiara, cosa mi stai facendo?" disse, con il petto che si muoveva veloce per dare aria ai polmoni.
Scesi dal bancone. Mi sistemai i capelli, come se niente fosse accaduto. Mi girai verso di lui guardandolo.
"Questo, è ciò che potresti avere con me. Evidentemente però, hai ragione per il fatto dell'età. I ragazzi della mia età, sono migliori di te credo. Proprio stasera ne avrò la conferma." Gli dissi sorridendo. Un sorriso ironico, un sorriso che lo fece infuriare, quando lo vidi serrare la mascella me ne andai. Lasciandolo lì, pietrificato. Mi sentivo i suoi occhi addosso. Mi sentivo male, lo volevo ma non potevo.
Adesso mi diverto a provocarlo. Lui non mi vuole? Bene, gli faccio vedere e sentire cosa si perde. Io e lui saremo solo professore ed alunna d'ora in poi.
Mai, pungere la virilità di un uomo. Mai. Perché porta solo ad una cosa: scintille.
Andai verso la classe. Soddisfatta ed in attesa di una sua probabile mossa. Con gli uomini avevo imparato a giocare così, gli uomini sono come il poker. Si giocano le carte, ma solo in caso di perdita, si lancia un bluff, degno di essere chiamato tale.
Entrai in aula e mi sedetti al banco, aspettai finisse l'ora. Intrepida di vedere la sua faccia, i suoi movimenti. Ormai avevo imparato a conoscerlo, conoscevo quando era nervoso, quando provava felicità e gioia. Lo conoscevo, certo non nella sua interezza, ma lo conoscevo.
Usciti dall'aula, raccontai ovviamente tutto alla mia amica, lei mi ascoltava assorta. Quando le raccontai cosa avessi fatto alla fine, scoppiò a ridere. Ancora l'ora non era finita del tutto, la professoressa ci fece uscire cinque minuti prima.
"Chiara sei una bomba ad orologeria, lo sai?" disse Anita ridendo.
"Non lo sapevo fino a poco tempo fa." Dissi sorseggiando il caffè. La campanella suonò dopo pochi istanti e tutti i ragazzi si apprestarono ad uscire. Io, accesi la mia sigaretta e aspettai che uscisse lui, per vedere la sua faccia. Faccia frustrata.
Poco dopo, uscì. Mi guardò con gli occhi letteralmente infiammati e andò via.
Io, andai a casa e mi feci una bella doccia ristoratrice, per poi dedicarmi allo studio. Studiavo per non pensare a lui. Soprattutto alle sue frasi di circostanza, stupide, alle quali non credeva nemmeno lui.***
Angolo autrice
Allora Picciotti, questo è il capitolo della "svolta" perché poi ci saranno delle cose di spessore a cui prestare attenzione 😏
Vorrei però che mi dite se i capitoli sono lunghi. I primi capitoli li avevo divisi, ma questi li sto mettendo interi. Non so la lunghezza che preferite, mi sembravano corti ma ora sembrano lunghi 😂 aiutatemi a capire così magari vi aiuto in una lettura più soddisfacente.
Detto questo, vi anticipo come detto prima, che il prossimo capitolo sarà la "svolta" del bel professore. Perché capirà un po' di cose, in cuor suo.
La narrazione è sempre dal punto di vista di Chiara al passato, perché voglio mettere in risalto i sentimenti di una donna. Però arriverà un punto di vista di Francesco e sarà alla fine! Non vedo l'ora di farvelo leggere 😭
Un abbraccio.
Mariachiara ❤
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Così, l'alba baciò il tramonto - Storia di un'ossessione
ChickLit[COMPLETA] 🔴 ATTENZIONE! CONTIENE SCENE ESPLICITE E FORTI. LETTURA CONSIGLIATA AD UN PUBBLICO ADULTO. «Ogni volta che lei mi chiama per avvisarmi di qualcosa, penso a te e alle nostre telefonate. Ogni volta che metto a letto i miei figli penso a te...