Non appena arrivai a casa, mi ricordai di andare a prendere mia madre, così la chiamai.
"Tesoro, stavo per chiamarti, sei a casa?"
"Si mamma, quando devo venire a prenderti?" le dissi, mentre salivo in camera mia a lasciare lo zaino ed il borsone.
"Tesoro i bambini vogliono vederti, perché non vieni qui a pranzare?" non mi sentivo bene, volevo stare da sola a crogiolarmi sui libri, per evitare di pensare a Francesco e al resto. Quindi declinai l'invito.
"No mamma, ringrazia Margherita da parte mia ma non me la sento, ho tanto da studiare, infatti faccio un pranzo veloce e mi metto sui libri okay?" le dissi, sbrigandomi a staccare.
"Certo tesoro va bene. Stai attenta e studia." Dopo di che, la salutai e staccai la chiamata. Da giù, suonò qualcuno al cancelletto, così corsi a vedere chi fosse, magari era il postino per le solite bollette o qualcosa da firmare. Vidi invece, sullo sfondo dello schermo del videocitofono, un furgone con la scritta di un corriere.
Che strano, non ho ordinato nulla su internet.
"Si?" risposi.
"Chiara Basile? C'è un pacco per lei da firmare." Disse guardando la videocamera.
"Si, le apro il cancello." Risposi, avviandomi poi al portone per aprire. Era un pacco piccolo, con un biglietto sopra scritto a mano in un corsivo perfetto e, cosa che mi sorprese, una rosa rossa. Mi fece firmare una ricevuta e mi consegnò il pacco, congedandomi.
Arrivai al tavolo della cucina e posai il pacco, leggendo il bigliettino.
"Quando, quando arrivano i suoi occhi,
senza suono puoi sentirli,
come il freddo che non fa
rumore ma ti fa tremare."
Spero tu potrai perdonarmi.
Solo, Tuo, F.
Era una frase della canzone dei Modà, "Quando arrivano i suoi occhi", è il mio gruppo preferito. Loro mi hanno salvata in passato e continuano a salvarmi in ogni momento. Loro mi ascoltano quando qualcosa non va. Loro, sono tutto.
Ma come fa a sapere che mi piacciono? Magari piacciono anche a lui.
Aprii il pacco, non capendo cosa ci fosse dentro, tolsi la carta anonima marroncina e con mia sorpresa c'era un cellulare nuovo.
"Che grandissimo figlio di puttana!" pensai ad alta voce.
Prima mi rompe il telefono, poi ubriaco mi chiama, poi lo prendo, lo lavo e dormiamo insieme e poi mi lascia così, all'improvviso arrabbiato. Adesso mi ritrovo nelle mani un telefono. Non lo voglio, glielo darò oggi stesso! Pensai arrabbiata.
Chiamai immediatamente Anita che, rispose dopo due squilli.
"Mi ha mandato un telefono nuovo col corriere Anì." Le dissi tutto d'un fiato.
"Cosa?" disse lei, quasi urlando dallo sgomento.
"Ma non credo di accettarlo, glielo ridò magari chiamandolo più tardi, adesso volevo studiare per domani." Dissi, cercando di non pensare alle parole scritte sul biglietto.
"Assolutamente no! Dopo essersi comportato in quel modo stamattina, credo proprio dovrai accettare. Il tuo telefono ti abbandonerà presto credo, visto lo schermo rotto."
Sbuffai contro voglia. Tenere il telefono non era male, anche perché, non potevo prenderne uno per adesso. Come avrei fatto se mi sarebbe servito per una chiamata importante? E se il telefono sarebbe morto da un momento all'altro? Tutte quelle domande, mi diedero una sola risposta.
"Forse hai ragione." Le dissi.
Lei, emise un gridolino emozionato e dopo un po' staccammo la chiamata.
Mi decisi ad aprire almeno il telefono. Con mio stupore era un I-Phone.
Non ho mai avuto un telefono così...
Decisi così, di trasferire i dati e le SIM sul telefono nuovo e salii al piano di sopra per mettermi a studiare.
Fui distratta, dopo un'oretta di studio matto e disperatissimo, come avrebbe detto Leopardi, da un trillo del cellulare. Era lui. Era tornato a destabilizzarmi ancora.
Torrisi: Ti è piaciuta la sorpresa?
Chiara: Sì, grazie ma non dovevi.
Mi resi conto di essere stata antipatica. In realtà stavo sorridendo. Guardando l'orario, vidi con stupore che ormai si erano fatte le 20:00 e quindi, iniziai a preparare lo zaino per l'indomani e presi il mio intimo pulito, per andare ad infilarmi sotto l'acqua bollente.
Una volta in bagno, un'altra notifica. La aprii.
Torrisi: Mi manchi. Volevo scusarmi per come ti ho trattata stamattina, non volevo ferirti.
Decisi di visualizzare e non rispondere.
Mi infilai in doccia ed una volta uscita, altra notifica.
Torrisi: Chiara, rispondi, non lasciarmi nel silenzio.
Decisi così di rispondere e mettere fine a questa pantomima. Certo, non ne ero convinta per nulla, ma farlo agitare un poco poteva aiutarlo a prendere una posizione e non rimanere nel limbo per tutta la vita.
Chiara: Professore, le ricordo di non voler più soddisfare le sue esigenze o quant'altro, mantenendo un rapporto esclusivamente scolastico. Buonanotte.
"Touché Chiara." Dissi tra me e me sorridendo. In realtà mi ero già innamorata. Colpa delle sue attenzioni per me e della mia innocenza.
Una volta a letto, Morfeo mi chiamava avidamente a sé. Non volendo dormire ancora, decisi di ripassare l'argomento di Italiano che avrei portato l'indomani all'interrogazione, stavamo parlando di Pirandello, il mio amato tesoro.
Notifica. Sbuffai non appena lessi il suo cognome in stampato minuscolo sullo schermo. Però sorrisi.
Devo fare pace col cervello.
Torrisi: Senti, io resto comunque dentro te, lo so, non negarmelo. Inoltre, volevo parlarti riguardo il Natale. E smettila di essere fredda e di fare la bambina capricciosa. Abbiamo fatto l'amore, mi sembra di ricordare che in quel momento non eri fredda, anzi...
Che stronzo. Intanto, stavo sorridendo come un'ebete, lasciando Pirandello abbandonato sul mio grembo. Aveva maledettamente ragione, era dentro me e ci sarebbe rimasto per tanto tempo.
Chiara: Un punto per te. Cosa devi dirmi riguardo il Natale, professore?
Torrisi: Voglio dirtelo guardandoti negli occhi, magari davanti ad una cena, che dici?
Chiara: Non so, devo pensarci...
Gli scrissi facendo la vaga.
Torrisi: Pensaci, tesoro. A domani. Mi manchi.
Lessi di nuovo tutti i messaggi con il sorriso sulle labbra, come una bambina quando mangia le caramelle.
Cristo, lo so che ci sono già dentro, lo so.
Pensai a lui, mentre ripetevo Pirandello, e non potevo fare a meno di pensarlo, perché mentre ripetevo, mi trovavo a stare zitta guardando un punto indefinito del mio soffitto, pensando alla sera prima. Voleva farsi perdonare per tutto. Io in cuor mio, lo avevo già fatto. Ero innamorata persa e me ne innamorai già dal primo giorno che lo vidi. Con la sua arroganza e il suo fascino elegante. Con i suoi capelli sempre a posto, neri con qualche filo argentato e vestito sempre in maniera impeccabile. Con le fossette sulle guance quando sorrideva e quegli occhi grigi, che mi guardavano sempre in maniera intensa. Ero persa. Completamente.
Pensai a quelle mani grandi e mature che toccavano il mio corpo nudo, l'altra sera.
Il modo in cui fa l'amore. E quell'accenno di pancia che mi piaceva tanto, che mi faceva impazzire.
Il modo in cui si muoveva, la sua galanteria.
Il modo in cui si sistemava spesso il ciuffo.
Il modo in cui si muovevano le sue mani quando era leggermente nervoso o quando in classe spiegava, a volte non sapeva cosa fare con quelle mani.
Aveva un rituale infatti, prima iniziava a mettere la mano sinistra dentro la tasca del vestito, poi la tirava fuori. Poi la passava sul ciuffo, poi si toccava l'orologio e poi giocava con l'anulare della mano sinistra.
Era un rituale per impegnare le mani, credo.
Il modo in cui guarda gli altri e poi guarda me in classe. Lo so che ero già innamorata.
Era sbagliato tutto. Ero vulnerabile, non avevo il coraggio di affrontare tutto questo perché la paura di essere delusa e abbandonata era tanta.
Cosa potevo fare se mi piaceva e stravedevo per lui? Cosa avrei dovuto fare se, il destino era arrivato ad infiltrarsi tra di noi? Tra le nostre strade.
Lui un uomo vissuto, quarant'anni di vita vissuta, gioventù e in quel momento maturità della vita.
Ed io invece? Io ero ancora all'inizio della vita.
Eravamo diversi, non avevamo sicuramente i gusti uguali, di musica, di libri. Certo che, non mi piaceva andare a ballare, come la maggior parte dei ragazzi della mia età, ero una vecchia nel corpo di una ventenne. Però non credo potesse mai funzionare.
Da un lato, la mente diceva di fermarmi, di essere razionale e di lasciar perdere. Non pensarci e lasciare fare al tempo. A dimenticarlo. A dimenticare i momenti, i sorrisi, gli sguardi, l'attrazione che sentivamo entrambi.
Il cuore diceva il contrario. Volevo stringerlo sempre, volevo respirare il suo fiato. Avevo la sensazione di toccarlo e sentirci in un corpo solo, solo scambiandoci degli sguardi.
Di stare lontani non se ne parlava, quando scappavo, lui era lì a prendermi.
Quando mi allontanavo, ascoltando la mia parte razionale, lui era lì a chiedermi di infrangerla.
Noi siamo diversi.
Mi fa morire, mi fa vivere. Se mi stringe forte, non sento più nulla, se non i battiti del suo cuore.
Tutti quei graffi che ci lasciamo, è la dimostrazione che non riusciamo a stare lontani. Di scappare da noi stessi, proprio non si può. Non c'è mai una fine per noi. Magari ci sarà un giorno, magari domani, magari tra un anno. Ma so che, se io mi allontano, come ogni volta, lui viene a prendermi e a portarmi nel suo labirinto. Nel suo inferno o paradiso. Da lui.
Mi concentrai a ripetere Pirandello, se ripetevo ad alta voce, non pensavo a lui. Senza fare nemmeno una pausa, quando finii di ripetere, ripassando i concetti chiave, posai il libro sul mio comodino e controllai il telefono per sbirciare l'ora. Erano le 23:30, puntai la sveglia sul mio nuovo telefono alle 07:00 ed una notifica mi avvisò di un messaggio.
Torrisi: Cosa fai, signorina occhi verdi?
Sorrisi a quel messaggio.
Chiara: I vecchietti come lei, dovrebbero dormire a quest'ora, lo sa?
Inviai il messaggio ridendo come una stupida.
Quest'uomo mi farà impazzire.
Torrisi: Mi sta tentando, signorina? Vuole vedere, quanto sono sveglio, mentre penso a lei?
Non mi aspettavo questo genere di messaggi da parte sua. Restai a bocca aperta e lo rilessi per tre volte.
Chiara: Credo sia meglio dormire, invece.
Sviai il discorso, super imbarazzata.
Torrisi: Buonanotte, piccola bambina imbarazzata.
A quel messaggio, tolsi il telefono dalla circolazione e cercai di prendere sonno, pensando a lui e girandomi nel letto.
Domani non mi alzerò.
Crollai così, in un sonno profondo.***
Angolo autrice
E allora? Chi di voi saprebbe resistere ad un biglietto di perdono come questo 😍
Vi aspetto come al solito nei commenti, alla prossima,
Mariachiara ❤
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Così, l'alba baciò il tramonto - Storia di un'ossessione
ChickLit[COMPLETA] 🔴 ATTENZIONE! CONTIENE SCENE ESPLICITE E FORTI. LETTURA CONSIGLIATA AD UN PUBBLICO ADULTO. «Ogni volta che lei mi chiama per avvisarmi di qualcosa, penso a te e alle nostre telefonate. Ogni volta che metto a letto i miei figli penso a te...