CAPITOLO 12: ALLA LUNA

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Nives

«Ma è proprio necessaria la mia presenza?» chiesi per l'ennesima volta.

«Tu sei la compagna del fratello di Luke, se non venissi sarebbe come non riconoscere lui come nuovo alpha» mi rispose per l'ennesima volta Cass. Uno sbuffo le uscì dalle labbra e alzò involontariamente gli occhi al cielo stufa di ribattere alle mie continue lamentele. La cugina di Aaron si era offerta di aiutarmi a prepararmi per la cerimonia che si sarebbe verificata quella stessa sera, mi aveva fatto indossare un vestito corto, leggero e semplice, stretto in vita con un cinturino. Mi disse poi che per loro il bianco è un simbolo di purezza, un omaggio alla Dea Luna, a me d'altro canto non dispiaceva affatto quella semplicità, nonostante questo però c'era qualcosa che mi teneva irrequieta.

«Luke però non è il mio alpha» le feci notare con una certa contrarietà. Avevo saputo che era usanza che durante la cerimonia per l'elezione del nuovo alpha tutto il branco avrebbe assunto la forma animale, il che avrebbe significato che sarei stata l'unica ad assistervi in forma umana e questo in qualche modo mi teneva a disagio.

A quel punto Cassandra si spazientì e mi prese bruscamente per le spalle voltandomi verso la sua direzione «Andrà tutto bene, Nives, vedrai. Sarà divertente. Non stai mica andando in guerra, tranquilla» disse lei per consolarmi, cercai a mia volta di ricambiare con un sorriso che però risultò forzato.

-*-*-

Poco dopo uscimmo di casa e Cass mi condusse per un sentiero che terminava con una radura. Era lo stesso spiazzo sul quale mi ero sempre allenata con Luke, eccezion fatta per le ultime volte in cui il posto, per qualche motivo, l'avevamo cambiato e lì, al centro di quello spiazzo, vi era ormai radunato il branco al completo. Un lupo dall'aria familiare mi si avvicinò ed io, riconoscendolo immediatamente, gli andai incontro. Dalla volta di quella conversazione avuta con Luke ero rimasta scossa, avrei voluto parlarne con Aaron, sentire da lui le sue ragione, capire, i giorni però erano trascorsi in fermento in attesa di questo evento e l'occasione non mi si era più presentata. Fu con questi pensieri per la testa che cominciai ad accarezzare il suo folto pelo scuro una volta raggiunto. Aaron, tutto contento, si mise a scodinzolare.

«Ok, allora io vi lascio soli» disse Cass prima di trasformarsi in lupo anche lei e e unirsi al resto del branco.

«Ciao, Cass a dopo e grazie!» la salutai io alzando la mano. La lupa dal manto color ambra voltò il muso e sbatté una palpebra. Stupita mi misi a ridere: non ci potevo credere, mi aveva appena fatto l'occhiolino!

"Ti sta benissimo quel vestito" mi riscosse Aaron con gli occhi che gli brillavano.

«Grazie» mormorai arrossendo. In quell'istante però un brivido mi corse lungo la schiena ed ebbi come la percezione che qualcuno da lontano mi stesse osservando, eppure quando mi voltai verso il resto del branco non trovai nessuno guardare nella mia direzione, pensai allora di essermelo solo immaginata.

"Dai vieni" disse Aaron ricatturando la mia attenzione e conducendomi dagli altri, infatti tutto il branco era radunato in cerchio attorno a due lupi, uno di fronte all'altro, che dominavano la scena, il primo lo riconobbi subito, aveva il manto bianco come la neve, lo stesso colore della capigliatura chiarissima e perennemente scompigliata di Luke, l'altro, un lupo grigio, non avevo idea di chi potesse essere.

«Chi è lui?» domandai così ad Aaron rimasto al mio fianco.

"Mio padre" rispose lui telepaticamente.

«E che cosa stanno facendo?» entrambi i lupi infatti si stavano studiando l'un l'altro attentamente mentre presero a camminare in cerchio. Un brivido freddo mi corse lungo la spina dorsale.

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