Point of view Nives
Il giorno seguente mi svegliai con un piacevole odorino che mi giunse alle narici. Qualcuno in cucina stava preparando la colazione. Affamata mi alzai dal divano pentendomi immediatamente della mia decisione della sera prima di rimanere in salotto. Dopo la litigata con Aaron non potevo tornare a dormire in camera sua e d'altro canto la chiacchierata con Alexander aveva reso l'ora troppo tarda per chiedere a Sebastian di rimanere con lui, quindi non mi rimaneva poi molta alternativa.
Tutta dolorante mi diressi in cucina dove trovai Luke seduto a tavola a mangiare con gusto. Bene, pensai, proprio la persona con cui volevo parlare.
«Luke, dobbiamo partire il prima possibile» dissi immediatamente. La sera precedente, tornando a casa dopo tutti quei nuovi, ma spiacevoli avvenimenti, ci avevo riflettuto molto e avevo deciso che era necessario accorciare i tempi. Basta procrastinare.
Purtroppo, solo dopo aver parlato, mi resi conto che Luke non era solo nella stanza.
«Buongiorno anche a te!»
Non risposi. Fissavo Aaron che invece sembrava fare di tutto per fingere di non essersi accorto di me.
«E hai deciso cosa farne del cacciatore?»
Risposi senza esitazione. «Verrà con noi.»
Un suono acuto si diffuse per la stanza. Ai piedi di Aaron giacevano i resti di un bicchiere di vetro.
Mi sentii tremendamente in colpa per essere la causa del malumore di Aaron, fu per questo che mi inginocchiai subito per raccogliere i pezzi. Nello stesso istante anche lui fece lo stesso, col risultato che i nostri volti si trovarono ad un soffio di distanza. Alzò lo sguardo dal terreno e mi guardò dritto negli occhi. In essi mi sembrò di scorgere una tristezza infinita e mi si spezzò il fiato al solo pensiero che ne fossi io la causa. Avrei voluto allungare le braccia e confortarlo, diminuire la distanza tra le nostre labbra e con un bacio rendere mia anche solo la metà della sofferenza che provava, ma non potevo. Eravamo così vicini e allo stesso tempo sembrava una distanza invalicabile da riempire. Tutto ciò però durò solo un istante perché lui subito si alzò ed uscì dalla stanza. I pezzi di vetro giacevano ancora lì dove erano caduti. Con calma mi misi a raccoglierli.
«Che maleducato.» Luke si alzò e fece come per inseguire Aaron, ma io glielo impedii.
«Fermo, non fa niente. Non è colpa sua.»
«Come puoi dire che non è colpa sua? Mica sei stata tu a farlo cadere.»
«Sì, lo so, ma è colpa mia se è in quello stato. Non essere così duro con lui.»
Annuii come se si fosse spiegato molte cose. «Vuoi parlarne?»
Scossi la testa e finii di raccogliere i pezzi.
La colazione da quel punto in poi procedette in rigoroso silenzio fino a quando esso non fu di nuovo interrotto.
«Ti fidi davvero di lui?»
«Chi, Alexander? No, ma non ho altra scelta.»
La mia risposta non sembrò averlo convinto. «Spero che tu sappia cosa stai facendo.»
«Lo spero anch'io. Quello che so ora è che bisogna partire il prima possibile, prima però bisogna organizzare un'altra riunione.»
«E di cosa si deve discutere stavolta?» A parlare era stato Sebastian, appena entrato anche lui in cucina.
«Di Alexander. E' tempo che ci dica tutto quello che sa sui cacciatori di draghi.»
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Luna di Alabastro
FantasyLa storia tratta di una giovane ragazza di nome Nives e del suo desiderio di vendetta e di rivalsa verso la sua famiglia e il suo popolo che dai tempi antichi è stato quasi condannato all'estinzione, ed oggi considerato da alcuni solo una leggenda...