1. "Hai un'amante?"

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"Mamà, mamà." Il piccolo Santiago, nonostante gli abbia spiegato che non deve disturbarmi mentre lavoro, irrompe nel mio ufficio sventolando una versione mignon della bandiera argentina e una di quella colombiana.

"Ciao, tesoro." Mi lascio stringere, avendo trovato finalmente un motivo per cui staccarmi da quegli odiosi documenti.

"Mira." Sorride sventolandomi sotto il naso le due bandierine. Gli accarezzo la zazzera di capelli scuri, mentre Ethan fa la sua regale comparsa nel mio studio.

"Vi siete divertiti al luna park?" Sorrido issandomi in grembo il mio bimbo, incuriosito da tutti i post-it colorati sparsi sulla mia scrivania.

Santiago annuisce mentre sbadiglia, probabilmente salire e scendere dalle giostre per due ore di fila, deve averlo stancato.
"Mama, ho sonno." Si accoccola sul mio petto emettendo un gorgoglio.

"Lo porti tu, di sopra?" Chiedo a Ethan prendendo in braccio il bambino. Annuisce e lo afferra tra le sue braccia.

"Dopo dobbiamo parlare." Mi stampa un bacio sulle labbra e dopo avermi sorriso scompare nel corridoio.

Torno dietro la scrivania con la mente incasinata da pensieri, così decido di fare una pausa. Ormai ho capito che quando qualcuno ti dice che "dobbiamo parlare" è come se stesse anticipando un suicidio di massa.

Il bussare alla porta mi distrae, e sono grata a chiunque ci sia dall'altra parte.
"Avanti." Borbotto sistemando le cartelle sulla scrivania e le matite.

"Hola, chica." Una Athalia con una cocomero di 4 mesi sotto il vestito fa il suo ingresso nel mio ufficio, munita di gelato e riviste di gossip.

Le mie sopracciglia schizzano in aria confuse, perché mi sembra che voglia fare un pigiama party alle cinque del pomeriggio?

"Oggi è venerdì, te ne sei dimenticata?" Domanda offesa appoggiando il suo regale sedere sulla sedia di fronte alla mia scrivania.

Cavolo, è vero.

"Scusa, ma è tutto il pomeriggio che sto lavorando su queste carte. E ho perso la cognizione del tempo." Il suo sguardo leggermente deluso mi pesa abbastanza sulla pelle, così sfodero il mio sorriso migliore.

"Ma adesso sono libera e a tua disposizione." Prendo tutte le cartelle e le sistemo nel cassetto della scrivania, per togliermi la tentazione di sbirciarle.

"Cucchiaio?" Mi chiede malandrina porgendomi un cucchiaio da minestra che ha probabilmente rubato dalle cucine, mentre saliva nel mio ufficio.

"E me lo chiedi pure?!" Rido afferrando una delle vaschette di gelato. Nocciola, il mio preferito. Levo le scarpe per poter incrociare le gambe sulla sedia, senza rischiare di rompere le calze con il tacco.

"Il prossimo mese ho la visita per sapere il sesso." Sorride emozionata accarezzandosi il ventre pronunciato. Conosco bene quell'emozione.

"E io ci sarò, promesso." Sorrido entusiasta.
"Nonostante l'apertura dell'hotel sia dietro l'angolo non mi perderò un evento del genere. Il mio primo nipotino." Esclamo su di giri ficcandomi in bocca una cucchiaiata di gelato.

"Ma se mancano 2 mesi." Precisa mia cognata confusa. Sospiro sapendo di essere leggermente troppo ansiosa.
"Ma è come se fosse tra due giorni. Sono esausta." Sbuffo perdendo un po' di brio.

Dovrei solo rilassarmi.

"Tesoro, stai facendo sesso?" Domanda con espressione seria, lasciando da parte il suo gelato alla fragola per un secondo.

"Devo essere sincera?" Domando ricevendo un segno di assenso dalla bionda.
"No, e questo mi risulta parecchio strano. Senza contare che Ethan sembra sempre distratto." Piagnucolo infilzando il gelato durante un raptus animalesco.

Para la Vida y Para SiempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora