19. Apri gli occhi, Ryan

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Olivia POV

Merda.
Ashley che cosa combini?

Schizzo fuori dal letto lasciando Ryan ancora dormiente a rigirarsi tra le lenzuola. Ci sono caduta di nuovo, lo ammetto.

Raggiungo la porta con ancora il pigiama addosso e con le ciabatte. Forse dovrei chiamare anche il bisonte che mi ritrovo nel letto.

Con le mani che tremano per la preoccupazione di aggrappo alla ringhiera sporgendomi.
"Ryan!" Urlo come una dannata sperando mi senta.

"Pensavo urlassi così solo a letto." Sghignazza lui sporgendosi oltre la ringhiera. Gli faccio il terzo dito prima di tornare seria.

"Hanno sparato ad Ashley." Sospiro con la voce che trema. L'ho ritrovata dopo anni, non posso perderla adesso.

"Cosa?" Sbotta serio. Annuisco facendogli segno con una mano di muoversi.
"Dobbiamo andare in ospedale."

"Sono tornati?" Domanda confuso scendendo le scale mentre tenta di infilare la maglia.
"A quanto pare è successo ieri. Sono ripartiti subito dopo."

"Perché non mi ha chiamato?" Brontola arrancando verso la porta e aprendola. Passo prima di lui ringraziandolo con un sorriso.
Oltre che ad uno scopamico ho trovato un semplice amico.

"Probabilmente era troppo occupato ad accertarsi che la sua futura moglie non morisse." Alzo gli occhi al cielo entrando in auto.

"Wow, pensavo che la sessione di ieri sera ti avesse addolcita..." borbotta infastidito.

"Adesso capisco perché nessuno voglia niente di serio con te, non sai fare altro che auto-compiacerti." Borbotto infastidita cercando di trattenere uno sbadiglio.

"Che grande considerazione che hai di me." Si lascia sfuggire troppo velocemente, il che mi porta a pensare che volesse solo pensarlo.

"Sto solo dicendo la verità." Alzo gli occhi al cielo cercando di non sbuffare.
"Ogni volta che lo facciamo devi vantarti delle tue prestazioni, cos'è: hai bisogno di conferme?" Ghigno rivolgendogli uno sguardo divertito.

"Io avrei bisogno di conferme? Sono la persona meno insicura di questo pianeta. E anche se le volessi, di certo non verrei a chiederle a te." L'ennesima coltellata che mi infligge impedendomi di ribattere.

"Bene. Allora vai a compiacerti con le cubiste del tuo locale. Il tuo ego mi soffoca e basta." Incrocio le braccia al petto offesa.

"In sei mesi di relazione non mi avevi mai detto una cosa del genere." Mi ricorda con una punta di stizza. Già, e io che mi chiedo ancora come sia riuscita a sopportarlo per 6 mesi senza ucciderlo.

"Probabilmente perché il nostro legame era solo fisico." Faccio spallucce indolente.
"Quindi eravamo scopamici?" Domanda retorico costringendomi ad annuire.

"Che coglione che sono stato, e io che pensavo ci fosse qualcosa di più..." strizzo gli occhi quando mi accorgo di cosa ha davvero detto.

"L'amore prevale su tutto, ma non su di noi." Mormoro stringendo la maglietta in un pugno per evitare di tirargli uno schiaffo.

Para la Vida y Para SiempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora