23. Baby Castillo

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L'ospedale è l'unico luogo al mondo ad essere affollato 24 ore su 24, dopo le centrali di polizia ovviamente. E ve lo dice una che è stata sia in uno che nell'altro ad orari improponibili.

Ma passiamo al motivo per cui vi sto dicendo questo: Athalia è in travaglio.

Avevo sempre pensato che assistere una donna con le doglie fosse relativamente meglio rispetto al proprio parto, ma ho scoperto che non è così.

Soprattutto quando sei ancora in pigiama, sveglia dalle 5 del mattino e con un figlio di quasi quattro mesi nella pancia.

Il parto di Athalia è decisamente diverso dal mio, prima di tutto le sue acque non si sono rotte in spiaggia, ma nel suo bagno. Seconda cosa, beh al momento non mi vengono in mente particolari differenze, vi aggiornerò durante il parto.

Le sue urla di sentono fino al piano inferiore dove io sto al momento prendendo un tè. Visto che il caffè mi provoca rigurgiti da premio olimpico, ho deciso saggiamente di abolirlo, per il momento.

Risalgo fino in stanza dove la mia amica si sta dimenando sul letto, neanche in preda alle convulsioni. Ditemi che io non ero così o potrei decidere di sotterrarmi.

"Uccidetemi, vi prego." Urla nel mio orecchio assordandomi. Spero che la bambina non abbia preso i polmoni da lei o dovrò fare un mutuo alle finestre.

"Tranquilla, durerà ancora tanto." La schernisco accomodandomi sulla poltrona ricevendo un'occhiata assassina.
"Io ci sono già passata." Faccio spallucce prendendo un sorso di te ormai freddo.

"Sei una stronza." Urla afferrando in un pugno le coperte e strappandole a metà. Questo io non l'ho fatto.
"Brava sfogati, tanto il dolore non passa finché non nasce." Annuisco con espressione zen, ricevendo un'occhiata rabbiosa da parte di mio fratello.

Ok forse non sto migliorando la situazione.

"Che ne dici Ash, se noi andiamo a farci un giro?" Olivia, la buona samaritana, decide di salvare la situazione è mi trascina fuori dalla stanza.

"Ehi." Protesto divincolandomi dalla sua presa.  "Ero solo sincera."

Olly sospira prima di rispondere: "Chica, lo so che eri sincera, ma in questi casi la sincerità peggiora solo le cose." Esclama con aria saccente.

"E tu come lo sai? Non ricordo che tu abbia già partorito." Protesto velocizzando il passo, cercando di seminarla.
"Perché fai così? Nessuno è stato stronzo al tuo parto, perché devi farlo tu adesso? Thalia ti è stata vicina tutto il tempo, nonostante gli insulti."

Boccheggio non sapendo cosa dire. Perché ho fatto la stronza? Non lo so.
"Mi dispiace, non so cosa mi sia preso." Sussurro bloccando il mio passo furioso.

"Non devo dirlo a me, ma alla nostra amica che adesso sta lottando contro le doglie." Mi zittisce indicandomi la porta da cui siamo appena uscite.

"Sono una pessima amica?" Domando preoccupata sbirciando dentro la stanza.
"Nah, sei solo un'amica incinta." Ridacchia spingendomi dentro dolcemente.

"Sei di nuovo qui?" Urla Athalia cercando di tirarmi una bottiglietta d'acqua ora vuota.
Mi impongo di non sbottare e mi chino raccogliendo l'arma.

"Andrà tutto bene." Mi avvicino gettando la bottiglietta nell'immondizia.
"Davvero?" Mormora Lia con gli occhi velati di lacrime.

"Finché io sarò qui andrà tutto bene." Mi siedo sul lettino insieme a lei, con un po' di fatica vista la pancia.

"E ora tutti fuori." Urlo riferendomi a mio fratello, il mio futuro marito e il fratello di Lia.
"Cosa devi dirci?" Domanda Danielle, muovendo i capelli freschi (o caldi, dipende dai punti di vista) di piastra.

"Io niente. Tu per esempio..." indico Olivia, ferma vicino alla porta, con un cipiglio inquisitore. "Hai fatto pace con Ryan?"

"Si, più o meno. Ma non sa che..." balbetta indicando la pancia pronunciata. Mi sbatto una mano in fronte mentre Athalia tira una bestemmia.

"Olivia, quando ti deciderai a diventare matura?" Domanda Alexa beccandosi un'occhiataccia.
"Senti, cariña: eravamo al telefono e non sono riuscita a dirglielo." Olivia si punta le mani sui fianchi offesa.

"Da quanto non vi vedete?" Domando confusa con le urla di Lia nelle orecchie.
"Da quando siamo venuti a trovarti in ospedale." Fa spallucce come se niente fosse.

"Voi cosa?!" Domanda stupita Danielle ricomparendo da dentro il frigobar con una barretta in bocca.

Probabilmente mangiare durante un parto è una tradizione di famiglia.

"Non siamo qui per le mie questioni di cuore, ma perché lei hai una bambina che deve uscire, quindi finitela." Si lamenta la povera vittima scuotendo la testa.

"Credo che abbia ragione. Devo spingere." Balbetta Thalia scuotendomi un braccio.
"Che qualcuno chiami il dottore." Danielle in preda alla paura corre fuori dalla stanza a gambe levate.

Ok, un colpo di scena che non avevo previsto.

La dottoressa entra di corsa nella stanza con una macchia di cioccolato sul camice. Probabilmente ha avuto uno scontro con Danielle.
"Ciao Athalia, come ti senti?" Domanda cauta.

"Fatela uscire." Urla nello stesso momento in cui mio fratello entra nella stanza.
"Stai per diventare papà." Gli dico rincarando la dose di agitazione.

Quando siamo finalmente tutti in postazione, inizia lo show vero e proprio. Danielle come 4 anni fa affianca la dottoressa armata di churros. Mentre io questa volta non mi trovo sul lettino. Per il momento.

Volano insulti e imprecazioni, così ringrazio Dio che la nonna sia ancora in Argentina, ma probabilmente quando arriverà ci farà recitare a tutti una parte del rosario mentre ci cosparge di acqua santa.

"Non ce la faccio più." Piagnucola Athalia abbracciando mio fratello.
"Ce la faremo. Noi due insieme." Le sussurra facendomi sorridere addolcita.

Un altro paio di spinte e finalmente sentiamo un leggero pianto. È nata.
Corro dall'infermiera che la sta misurando e lavando. La donna mi lascia il lettino, lasciandomi ammirare la mia prima e bellissima nipotina.

La asciugo e le metto la tutina che le ho preso per l'occasione. Sistemo la cuffietta sui pochi capelli chiari che ha già e la prendo in braccio.
È perfino più piccola di Santiago quando è nato.

"Ehi tesoro. Adesso andiamo dalla mamma." La lascio un bacino sulla guancia prima di porgerla alla mia amica, ancora ansimante ma sorridente.

Lascio alla nuova famigliola un momento di privacy che uso per togliermi le protezioni e per uscire dalla stanza.
"È nata." Mi affaccio fuori dalla porta sentendomi tutti gli occhi puntati addosso.

Danielle e il fratello di Lia entrano nella stanza per conoscere la nuova nascitura, mentre io aspetto che Ethan mi raggiunga.
"Per una volta non c'ero io su quel lettino." Sospiro abbracciandolo.

Torniamo da Lia, troppo intenta a coccolare la bambina per accorgersi del pubblico.
"Come si chiama?" Chiedo felice facendo sorridere mio fratello.

"Lupe Ashley Castillo."

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¡Hola chicos!
Come va? Beh che dire: Santiago ha una cuginetta finalmente. So che per un po' non ho pubblicato (nonostante avessi i capitoli pronti), però capitemi, è estate.

Nel prossimo capitolo ci sarà da ridere, o da piangere, dipende dai punti di vista.
C'è un conto in sospeso che mi sta molto a cuore, e per questo voglio scrivere un bel capitolo strappalacrime.

Vi piace il nome Lupe? Per chi non lo sapesse è il diminutivo di Guadalupe, ma ovviamente si può utilizzare e anche come un nome vero e proprio.

Io è da un po' che lo avevo in mente e mi è sembrato davvero bello, e poi suona molto bene con il cognome Castillo.

Su Instagram ieri ho pubblicato una foto di Lupe e Athalia per chi non l'avesse vista.

Ci vediamo al prossimo aggiornamento,
Bacioni,
Sara💕

Para la Vida y Para SiempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora