6. Cancun arriviamo

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Sorrido sistemandomi il cappello di paglia sul capo, per coprirmi dal sole cocente messicano.
Ammetto di non esserci mai stata a Cancun, un paio di anni fa ho passato una settimana ad Acapulco, ma mai a Cancun.

"Cosa ne pensi?" Ethan esce anche lui sul terrazzo della suite che ha prenotato, abbracciandomi da dietro.

"Che vorrei trasferirmi qui." Ridacchio appoggiando le mie mani sulle sue.
Mi era mancata la pace, cosa che con un figlio piccolo sogni per 365 giorni all'anno.

"Sarebbe una bella idea." Scherza ridendo.
Sorrido appoggiando il capo sulla sua spalla, questo posto sembra il paradiso.

Sospiro sentendo già la mancanza di Santiago, che per ovvi motivi è rimasto a Miami, sotto la tutela di Ryan, che come padrino si è offerto molto felicemente di accoglierlo sotto la sua ala protettiva.

Non mi stupirei se diventasse un Don Giovanni, con gli esempi che gli danno suo padre e Ryan.

"Andiamo in spiaggia." Chiedo civettuola decidendo di approfittare della spiaggia vuota.
Corro nella stanza senza aspettare una risposta per indossare il mio nuovo bikini.

"Vuoi davvero andare in spiaggia?" Quando esco da bagno, con solo il costume addosso, mi accorgo dello sguardo famelico di Ethan su di me.

Potrei farti la stessa domanda, cariño.

Ammiro la sua tartaruga messa in bella mostra, grazie all'assenza della canotta, ma mi trattengo.

Le mie fantasie perverse me le tengo per me.

"Ovvio, non mi abbronzo di certo rimanendo a letto." Ghigno indossando un parasole e un paio di occhiali da sole.

"Ma se tu volessi..." Ghigna alludendo al letto e al relativo passatempo che di solito due persone che si amano desidererebbero passare.

"Chiudi quella boccaccia." Lo fisso truce mentre cerco le mie ciabatte rosse.
"Quello è un bagno, quindi sfoga lì la tua frustrazione, grazie." Esulto quando trovo le ciabatte sotto al comodino.

Mi dispiace dovergli dire così, ma se fosse per lui passeremmo tutto il giorno a letto.

"Ma a te piace la mia boccaccia." Ghigna senza perdere la sua faccia da schiaffi, mentre mi circonda la vita con le braccia.

"Adesso non tanto, preferirei un Margarita." Sogghigno vittoriosa spingendolo nel bagno.

"Questo è un'attentato alla mia virilità." Borbotta chiudendosi nel bagno, con un giro di chiave, addirittura. Devo ammettere che sa recitare molto bene la parte dell'offeso.

Nel mentre che lo aspetto levo i bracciali e gli orecchini, e lego i capelli in una coda alta.

"Non ci credo." Sento la porta del bagno aprirsi e Ethan ne esce con un muso lungo fino a terra.
"Stiamo insieme e mi costringi ad usare Federica." Aggrotto le sopracciglia, iniziando a pensare che le seghe iniziano a fargli male.

"Chi?!" Domando non sapendo se essere gelosa o confusa. Chi è Federica?

"La mano amica." Sgrano gli occhi non sapendo cosa pensare. Probabilmente le canne gli hanno fuso il cervello e i pochi neuroni sani che gli rimanevano.

"Ah...ok." La espressione probabilmente è molto buffa visto che inizia a ridere come un mentecatto.

"Usciamo, prima che decida di defenestrarti." Raduno tutti i miei effetti personali e la carta magnetica della porta.

Dopo aver consegnato la carta alla reception scendiamo in spiaggia, apprezzando in silenzio la sabbia sotto i piedi e il fruscio delle onde a pochi passi da noi.

Para la Vida y Para SiempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora