4. 𝙲𝚕𝚊𝚒𝚛𝚎

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"Per una volta nella vostra vita non potete andare a scuola come adolescenti normali e lasciare in pace la gente? Dio mio, siete così assillanti!" dice. Viene verso di noi una ragazza, dai capelli biondo fragola raccolti in una treccia attorcigliata attorno alla testa, truccata molto bene, e vestita di marca. Perché mi sta salvando la vita? Allora esiste gente ricca che ha dei sentimenti. "E tu per una volta nella tua vita puoi non ficcare il naso nelle cose che faccio? Dio mio, sei sempre nei paraggi!" imita la ragazza che mi sta tenendo attaccata ad un muro, e non esita a lasciarmi andare. "Lasciala stare e vattene.." dice guardandola in malo modo incrociando le braccia, aspettando mi molli la felpa.

La ragazza mi lascia andare fulminandomi, e se ne va con tutte le persone presenti dietro di lei, che deduco sia il suo gruppetto. Riappoggio la schiena al muro e respiro profondamente: quando la preside diceva che i ragazzi qua sono cattivi, non sbagliava. Guardo la ragazza che mi ha praticamente salvata. "Grazie.." dico semplicemente accennando un sorriso mentre cerco di riprendere fiato, dato che ho avuto paura per tutto il tempo. "Figurati, non è la prima volta che la trovo a torturare qualcuno.." dice sorridendomi. La guardo. "Perché?" le chiedo.

Lei mi guarda confusa. "Perché cosa?" mi chiede avvicinandosi. "Perché mi hai aiutato? Insomma, voi dovreste fregarvene se fanno del male a quelle come me." dico un po' timorosa, non vorrei si offendesse. "Si, sono della banlieue di Le Véniset, ma non sono una stronza senza cuore.." dice sorridendomi dolcemente. Poi cambia discorso. "Cos'hai alla prima ora?" mi chiede. "Inglese.. vado che sono in ritardo, grazie ancora.." dico titubante, mentre mi avvio verso la mia classe e non attendendo risposta. Non è per comportarmi da scortese ma ho in testa sia le parole di mia madre che della preside. Lei è una ragazza proveniente da una zona benestante e per quanto possa essere stata gentile ad aiutarmi, non voglio affezionarmi troppo presto per dopo rimanere scottata fin da subito: preferisco rimanere sola i primi giorni, non voglio illudermi di aver trovato finalmente un'amica per poi essere ferita e rischiare di demoralizzarmi. Rimarrò 'la ragazzina povera della zona di Sevran che nessuno vuole dato che è amante della scuola e che tutti vorrebbero prendere a calci e pugni in quanto si trova in una scuola che non può permettersi e che non è stata pagato dalla famiglia'.

Entro subito in aula notando che è ancora abbastanza presto, e infatti ci sono pochi studenti già dentro con molti posti ancora liberi. Mi metto seduta al primo banco che trovo. Sento una presenza vicina, alzo lo sguardo e vedo una persona in piedi davanti all'altro banco accanto a me, accorgendomi che è la stessa persona che mi ha salvata. La guardo interrogativa. "Che c'è?" le chiedo, mentre tiro fuori la mia roba dallo zaino. "Beh, volevo solo sapere se vuoi stare sola o vuoi una compagna di banco con cui condividere quest'ora.." mi propone sorridendo. Rido nervosamente cercando di risultare il meno offensiva possibile. "Senti, ti ringrazio per prima, davvero. Ma non devi far finta di voler passare del tempo con me.. se devi offendermi o ferirmi, fallo subito. Odio le persone finte, e non ho un buon occhio per la gente ricca, dato che so quanto sa essere cattiva.. quindi ti prego.." dico tutto ad un fiato e sorrido leggermente alla fine, per far capire la bontà delle mie cattive parole per chiarire il concetto. La ragazza però non esita e mi risponde, mettendomi in difficoltà. "Ehi, ascoltami.. non tutti noi siamo degli stronzi apatici come quelli che hai incontrato prima, davvero.. io non sto facendo finta, odio i miei coetanei e voglio delle amiche che non pensino esclusivamente ai soldi o alle cose di marca.. e sono sincera quando ti dico che non mi importa se sei di Sevran o altre zone poco raccomandabili.." dice. Rimango totalmente spiazzata, è la prima volta che qualcuno della mia età si comporta bene con me.

Mi sposto per lasciarle il posto e le sorrido dolcemente, lei ricambia subito, e noto nei grandi occhi verdi la sua sincerità. Davvero questa ragazza vuole una come me come amica? Ma sto sognando? "Hollie Noyers.." dico allungandole una mano. Lei la stringe dolcemente. "Claire Le Blanc, lieta di conoscerti.." dice. Da quel momento mi resi conto che avevo appena fatto amicizia con una ragazza della mia età e che d'ora in poi non parlerò e condividerò tutto solo con Harper. Mi sento a mio agio con Claire, mi sembra davvero apposto rispetto alla gente che ho conosciuto e sembra voler davvero conoscermi.. spero solo di non sbagliarmi.

"Cos'hai dopo?" le chiedo visto che a quanto pare il professore è in ritardo. Tira fuori il foglio con il suo orario e lo mette sul tavolo. "Storia, tu?" mi chiede. Sorrido leggermente tirando fuori anche il mio. "A quanto pare anche io.." dico. Guardando il nostro orario notiamo subito di avere quasi tutto in comune a parte qualche materia in cui l'altra ha le attività extrascolastiche, tra l'altro diverse: io avevo Filosofia e Arte, mentre lei Fotografia e Musica. Finita l'ora di inglese, un po' pesante dati gli argomenti noiosi che abbiamo iniziato, andiamo di corsa all'armadietto per fare cambio di libro e correre al terzo piano nell'aula 13, per l'ora di storia. Fortunatamente fu più tranquilla dato che ci presentammo tra di noi e la professoressa ci fece un riassunto di ciò che avremmo fatto durante l'anno scolastico. E lo stesso fu per le ore di trigonometria e francese. In matematica me la cavavo e infatti, dato che nessuno voleva uscire alla lavagna per fare un ripasso su cose delle scuole medie, mi offrii volontaria, cosa che il professore apprezzò molto tanto da farmi i complimenti per il coraggio. Mentre in francese, nonostante lo sapessi quasi come lingua madre, avevo dei piccoli problemini dato anche il fatto che parlo sempre inglese a casa e alle elementari e medie era abbastanza semplice, ma ora mi mandò un po' in confusione. Per fortuna Claire mi offrì il suo aiuto in caso di difficoltà e le fui molto grata.

Finita la mattinata fu ora di pranzo. "Hollie, vieni a sederti con me in mensa? Dovrebbe raggiungerci anche il mio migliore amico.." dice guardandomi sorridendo. Non potei trattenere un'espressione di disagio: Claire era così, ma il suo amico era come lei, o sarebbe stato perfido? Dopo l'incontro di stamattina, non ero pronta a subire di nuovo tutto, non avrei retto i colpi. Claire sembrò notare il mio umore cambiato nel giro di 2 secondi e mi mise una mano sul braccio. "Tranquilla, non ti dirà nulla." mi dice e alle sue parole mi tranquillizzo, anche se resterò comunque in allerta e prima di dire qualsiasi cosa, cercherò di capire come sarà questo suo amico.

𝚃𝚞𝚝𝚝𝚘 𝚎̀ 𝚙𝚘𝚜𝚜𝚒𝚋𝚒𝚕𝚎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora