Talisa pov's
Mi risvegliai la mattina dopo sul mio letto con addosso i jeans e il top della sera precedente. La testa mi scoppiava da morire, Martina accanto a me dormiva ancora. Ringraziai il cielo che fosse domenica. Cercai di focalizzarmi piano piano sugli oggetti della mia stanza. Il borsone, la valigia, le ciabatte, la sedia, la giacca.... cazzo era la giacca di javier.
Avevo vuoti di memoria della serata precedente, javier mi aveva aiutato a salire le scale e mi aveva messa a letto. Perfetto, well done talisa. Però non ricordavo una singola parola o conversazione avvenute la scorsa notte. Maledetti shot. Non dovevo berne così tanti.. il pensiero della tequila mi fece salire un altro conato di vomito che trattenni a stento. Avevo bisogno di qualcosa per il dopo sbronza, ma non avevo nulla.
Controllai l'ora. Le 9. Avevo tutto il tempo di farmi una doccia e uscire dalla stanza senza svegliare Martina. Sarei andata in centro a comprare qualcosa in qualche farmacia.
Mi feci la doccia e indossai un paio di pantaloni della tuta gialli e una felpa larga. Sapevo di avere un aspetto terribile, ma non mi importava. Cercai di limitare i danni sul mio volto assonnato mettendo un po' di correttore e un filo di mascara. I miei capelli erano un disastro.
Feci più piano possibile. Misi le scarpe e presi il telefono.
C'era un messaggio di javier.
"Talisa ho preso il tuo numero dal gruppo whatsapp. Tutto bene?"
Sospirai.
Mi faceva piacere che si preoccupasse tanto per me, ma sapeva che non ce n'era più bisogno. Eppure continuava a farlo.
Risposi: "circa, un po' frastornata. Grazie per avermi aiutato... di nuovo"
Dopo neanche un minuto sentii bussare alla porta. Era lui.
Di mattina era ancora più bello con i capelli scompigliati e il volto assonnato. Lo bloccai sull'uscio.
"Sto uscendo, ecco la tua giacca... grazie di nuovo. Non so più che fare con te" risi in imbarazzo.
"Dove vai?"
Richiusi piano la porta alle mie spalle.
"A comprare qualcosa per questo maledetto mal di testa"
"Vengo con te"
"Non è necessario davvero". Avrei voluto dentro di me che venisse, ma pensavo ancora alla serata precedente e alla dose di vergogna che avevo provato.
"Insisto. È brutto girare per Roma da soli e poi sono già sveglio ormai e non ho davvero nulla da fare. Non mi pesa affatto. Dammi solo trenta secondi"
Rientró nella sua stanza e dopo 1 minuti uscì con una felpa, la giacca e un paio di scarpe.
"Dove facciamo colazione?" mi guardò raggiante.
"Come mai questo buon umore mattutino? Assistermi ieri sera deve essere stato distgustoso" chinai la testa. Se ne accorse e mi mise una mano attorno alle spalle.
"Sei più simpatica da sbronza in realtà, sei meno ... ecco.. acida"
Mi scostai togliendo i suo braccio da me.
"Non ti ci affezionare troppo... sarà l'ultima volta che berró in vita mia"
"Dicono tutti così"
Ridemmo entrambi e gli diedi una spinta amichevole. Prendemmo il bus che portava al centro. Ero consapevole di avere un aspetto di merda e il fatto che javier mi vedesse in queste condizioni mi metteva a disagio, più del fatto che mi vedessero altre persone. Era intento a cercare qualcosa sul cellulare, distolsi lo sguardo e lo lasciai cadere sulla strada.
"Andiamo qui"
Mi voltai.
"Mmm.."
"A fare colazione, andiamo qui.."
Mi mostró sul display un posto carino e accogliente, era valutato bene.
"ho un aspetto terribile stamattina, sarebbe meglio prendere le cose in farmacia e tornare indietro"
Non volevo essere stronza, ma mi mancavano pezzi del puzzle da mettere assieme per ricostruire la serata precedente, javier era di buon umore, mi trattava bene e io avevo come la sensazione di essermi scordata qualcosa di importante.
"Invece sei carina, sei naturale".
Grazie javier, premio cazzata del decennio. Ma che ti succede questa mattina ?
"Carina come uno straccio che ha pulito 3 bagni a scuola? "
"Sei dura con te stessa" mi disse con voce ironica.
"Ahhh zitto... dobbiamo scendere qui""Troviamo questa maledetta farmacia"
"Eccone una".
Javier indicó un punto della piazza. Prendemmo il necessario e decisi di usufruirne immediatamente.
"Dai talisa ho fame, andiamo in quel posto, non te ne pentirai" mi ciondoló davanti come un bambino che fa i capricci e arricció il labbro. Mi piaceva questo javier.
Alla fine accettai.Davanti a due cappuccini e due cornetti invitanti parlai.
"Perché sei stranamente così carino con me oggi? È la giornata di tregua?"
"Mi va"
Addentó la brioches. Okay era tutto molto strano.
"Javier .... devo saperlo... cosa è successo sta notte?"
Si blocco di colpo e appoggió il cornetto al tavolo.
"Niente perché? Jacopo aveva detto che stavi male e sono venuto in tuo soccorso. Ormai è la mia cosa preferita"
"Nient'altro?"
"No nulla. Dovrebbe?"
"Certo no... no"
E cosa avrebbe dovuto essere successo tra me e javier?
"Javier perché sei venuto ad aiutarmi ? Ti prego sinceramente. Rispondimi".
La mia voglia di sapere la verità stava superando ogni barriera che mi ero costruita.
Ci fu silenzio per un tempo indefinito.
"Perché non voglio che ci ignoriamo".
Neanche io javier, neanche io vorrei che ci ignorassimo, è tutto migliore in tua compagnia. Javier rendeva divertenti anche le cose più semplici, come bere un cappuccino e mi piaceva stare con lui. Volevo dimenticare i nostri litigi, le convinzioni degli altri, i pregiudizi, quel bacio. Volevo accantonare quel vortice di emozioni che mi chiudeva lo stomaco quando ero con lui. Volevo farlo per non rovinare più nessun instante tra noi.
Proposi la più grande stronzata sulla terra, ma me ne accorsi solo tempo dopo.
"Allora... amici ?"
Guardò la mia mani restio. Avevo paura che si rifiutasse.
Non sapevo in cosa mi ero cacciata, forse era una cosa più grande di noi e lo percepivo già, ma dovevo buttarmi, dovevo seguire la mia pancia. Sentivo la testa urlare di fermarmi, ma dopo tempo non le diedi retta.
Notai un filo di indecisione nella sua voce, ma alla fine me la strinse.
"Amici".Spazio autrice:
Vi ringrazio sempre tutti per i complimenti che mi fate.❤️
STAI LEGGENDO
Talisa&Javier: odio e amore
RomanceLa storia parafrasata di talisa e javier, ballerini di amici 19. Buona lettura