America

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Talisa povs
Riabbracciai mia madre, mio padre, mio fratello e mia sorella in aereoporto. Erano venuti tutti. Per un secondo dimenticai i rimorsi e il buco nello stomaco che mi avevano tormentato per tutto il viaggio. Sentire nuovamente il calore sella famiglia sulla pelle e nel cuore mi fece bene. Forse la distanza era la cura.
"Talisa ci sei mancata tanto, tesoro mio, sei sempre più bella, fatti baciare, come stai? Come ti stai trovando? Ti guardiamo sempre in tv. Com'è la scuola? Severi? Roma è bellissima vero? Tesoro hai fame? Mangiamo?". Mia madre partì con la sua serie di domande infinita e io risi, era fatta così, come tutte le madri del mondo.
"Mamma così mi soffochi, sto bene. Vi racconterò tutto con calma, fatemi respirare".
Mio padre non era un uomo di tante parole, era un gran lavoratore. Non nego che la mia famiglia sia molto benestante, ma credetemi nessuno ci ha mai regalato nulla.
Abbracciai papà, il mio angelo. Poi tirai un buffetto a mio fratello dylan e gli scompigliai il ciuffo perfetto e infine salutai Kendra, la mia sorellona, la mia anima gemella.
Salimmo sull'audi di mio padre che ci portó a casa.

"Talisa chi è quel ragazzo che ha ballato con te? Javier si chiama giusto ?" Mio padre improvvisamente tirò fuori l'argomento. Me lo aspettavo, lo avevo baciato davanti a tutta Italia e i miei non avevano certamente perso la puntata da Los Angeles. Il suo nome mi faceva effetto, soprattutto dopo quello che era successo.
"È un ballerino cubano, è bravo.. siamo conoscenti" cercai di mostrare disinteresse, ma parlare di lui non faceva altro che aumentare la nostalgia del tempo passato. Dovevo distrarmi. Non pensarlo, non nominarlo, nulla. Dovevo. Ormai tra noi era terminato .. qualunque cosa fosse. Javier sarebbe andato in Francia per capodanno con gli amici, chissa cosa...Ancora lo pensavo.
Talisa smettila.
Cambiai argomento bruscamente.

Le giornate a Los Angeles passavano, rividi i miei amici, tornai all'Imma per qualche lezione, mangiai tanto, cominciai a rivivere la mia vecchia vita.. e mi accorsi che non mi mancava poi così tanto. Percepivo ancora quella falsità nei rapporti che per tanti anni mi aveva ferito, che mi aveva fatto diventare la persona diffidente che sono, che mi aveva fatto rifiutare lui... per paura di soffrire, di essere travolta da qualcosa di più grande di me. Javier mi mancava, è così, è sempre stato così.. 10 giorni non sono bastati per dimenticarmi di lui. Non ne sarebbero bastati 100, 1000, mi era entrato dentro quel figlio di puttana. Non sapevo cosa provava esattamente lui nei miei confronti, magari ero solo una delle tante, magari no.

Ero distesa sul letto, telefono in mano, aperto sulla sua chat di whatsapp. Continuavo a scrivere e cancellare stupidì messaggio troppo adolescenziali. Alla fine mi arresi. Respirai profondamente e feci patire una chiamata.
In realtà non mi aspettavo una risposta, non mi ero preparata nessun discorso, non avevo la minima idea di cosa dire. Che stupida. Era in Francia con gli amici, non aveva il tempo né la voglia di rispondermi, ne ero certa.
"Talisa..".
Mi bloccai, il mio cuore inizió a battere forte. Silenzio.
"Pronto? Talisa..".
"Ehi ciao.. s-scusa non volevo disturbarti.. io .. cioè io beh se non puoi rispondere non fa nulla.. magari.."
Che perfetta idiota.
"Che cosa vuoi talisa?"
Sentii che qualcuno lo stava chiamando in lontananza.
"Un attimo jayron sono al telefono... talisa io dovrei andare, se hai qualcosa di importante da dirmi fallo".
"Scusami, io-io volevo solo chiederti scusa.. mi sento stupida a fare questa telefonata, davvero stupida.. è che ora..".
"Perdonami talisa, ti richiamo".
Mise giù. Cosa potevo aspettarmi? Probabilmente non mi avrebbe richiamato. Una fitta mi colpì dritto nel petto, fece male.. più del previsto.

Esattamente 2 ore più tardi il mio telefono squillò. Era lui. Un brivido mi percosse ogni centimetro del corpo.
"Pronto javier"
"Ciao talisa, scusa se ti ho messo giù ma ero in centro a Parigi"
Rimani naturale.
"Figurati.. immagino , non volevo disturbarti.. io sentivo solo il bisogno di scusarmi con te, perché sono stata veramente una stronza, quelle cose non le pensavo, la verità è che ho paura di tante cose, cose legate al mio passato, non mi fido delle persone, ma voglio sul serio essere tua amica javier... ora non mi aspetto un perdono, ma volevo che lo sapessi, insomma ci rivedremo tra poco, ma non potevo aspettare per dirtelo.. penso ogni cazzo di giorno alla nostra ultima conversazione e sto male davvero per quello che ho detto io.. non riesco a perd.."
La sua voce mi interruppe dall'altro capo:
"È tutto ok. Sappi che se vorrai ancora in futuro parlare con me io ci sarò e avrò pazienza se non vorrai"
"Mi manchi sul serio loco.."
"Talisa anche tu mi manchi.."
"Allora amici? Per davvero?"
Amici.. a chi volevo mentire. A me stessa come sempre. La verità è che quel maledetto cubano occupava i miei pensieri in modo invasivo assiduamente. Dovevamo partire da zero, di nuovo. Essere amici era la soluzione migliore, anche se probabilmente la mia autodistruzione. Lo scoprii dopo.
"Talisa io.."
Tu cosa javier? Provi quello che provo io? Ma cosa provo io?
"D'accordo amici".
Dall'altro capo percepii che sorrise. Il mio cuore fece tre capriole.
"Buonanotte talisa, ci vediamo presto"
"Notte".

A fine vacanze fu il momento di tornare. Il mio aereo atterró a Roma e mentre aspettavo il taxi l'ansia mi mangió viva, ansia di tutto, ma ansia di vedere lui perché forse stavo per fare il più grande errore della mia vita, ma sarebbe stato un bell'errore. Ci avevo pensato tanto e finalmente dopo 3 anni avrei osato di nuovo, dovevo farlo o me ne sarei pentita.
Non sapevo ciò che mi attendeva.

SPAZIO AUTRICE
Hei alla fine ho deciso di continuare la storia nonostante tutto.
La storia ha superato le 1000 visualizzazioni quindi grazie ancora di tutto❤️.
Spero che vi stia appassionando.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 17, 2020 ⏰

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