"Davanti al soggetto dovete dimenticare tutte le vostre teorie, tutte le vostre idee. Quanto di essi vi tocca realmente, verrà fuori esprimendo l'emozione risvegliata in voi dal soggetto."
Jungkook's pov.
Vidi Dorotea avvicinarsi verso di me, preparando in modo defilato la postazione, per dedicarsi a me, con le sue magiche mani.
Era molto delicata nei suoi piccoli e delicati movimenti, provocando in me delle scosse, che percorrevano tutto il mio corpo, irrigidendomi a ogni suo tocco.
"Sospetto che ti hanno fatta soffrire dato il tuo silenzio Dorotea."
Quel bellissimo momento fu spezzato dalla mia domanda, facendo calare maggiormente il silenzio, che si stava dilatando tra di noi.
Continuavo ad opprimerla, sempre di più, facendo sì che la sua espressione cambiasse, negativamente.
Notai la preoccupazione nei suoi occhi, immergendomi nei suoi, senza che se ne accorgesse, per capire a fondo ciò che la stesse rendendo così ansiosa, fallendo miseramente.
Prese lo stick, che applicò tremante sulle mie labbra, come se quella situazione la turbasse, anche se non voleva farlo notare.
"Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente."
I suoi comportamenti nei miei confronti, mi fecero conoscere un mio lato, di cui non ne ero a conoscenza, a cui non riuscì a trattenermi, rendendo la situazione ancora più complicata.
Lei continuò a sfiorare i pennelli su di me, rifinendo gli ultimi dettagli, non fiatando, per poi avvertire il resto dello staff della conclusione del suo make-up.
La vidi raggiungere con passo veloce la porta di quella stanza, non avendo sue notizie per più di un'ora.
Ciò fece aumentare la mia ira, che non riuscì a placare.
La conferenza stava procedendo nei migliori dei modi, quando dalla porta di quella sala, entrò una ragazza familiare, non riuscendola a identificare, data la folla di giornalisti e fotografi che ci circondarono.
Si avvicinò al direttore Hitman per trattare di un'argomento, che non ebbi l'opportunità di ascoltare per il troppo trambusto.
Si voltò verso di noi, osservando ognuno di noi, bloccando il suo sguardo sul mio, capendo che quella ragazza era colei che trasformó la mia vita una vera e propria avventura: Dorotea.
La guardai piú volte, attentamente, senza distogliere i miei occhi dalla sua bellissima figura, stampando sul mio volto un sorriso mai provato prima, mettendola a disagio, grazie ai miei sguardi.
Dopo la conclusione dell'intervista mi preparai e uscì dalla sala relax, aspettando gli altri.
Vidi Dorotea uscire dalla sala opposta, raggiungendola frettolosamente e spingendola con superiorità su una parete di marmo, facendo cadere tutto il suo kit e una busta contenente un capo di abbigliamento, a cui non prestai attenzione.
Più mi avvicinavo, minacciosamente, verso di lei, più mi divertivo nel vederla indifesa, sotto la mia figura scolpita, capace di farle qualsiasi cosa.
La guardai con disprezzo colpendo bruscamente, con la mia grande mano, chiusa in un pugno, quel muro di marmo, atto che fece riempire, i suoi particolarissimi occhi, in un oceano di lacrime.
"La pittura è più forte di me: mi fa fare tutto ciò che vuole."
La criticai, giudicandola ingiustamente e paragonandola a un'altra categoria di ragazze, che hanno bussato alla porta della mia vita, solamente per il mio nome: niente sentimenti, niente emozioni, soltanto una semplice curiosità e interesse fisico di avere al loro fianco un idol.
Vedevo la sua rabbia e disgusto nei miei confronti, colpendomi ripetutamente, sul mio petto, cercando di liberarsi dalla mia presa, inutilmente.
"Così il pennello sta alle mie dita come l'archetto al violino, e assolutamente per mio piacere."
Spostai le mie possenti mani sui suoi fianchi, stringendoli con più forza possibile, per non farla scappare dalle mie grinfie.
I miei occhi studiavano le sue labbra: il suo colore, il suo arco di cupido, le sue curve laterali di quei bellissimi boccioli, che mi fecero impazzire, diminuendo sempre di più, quella distanza che mi uccideva.
Inaspettatamente le mie labbra ebbero il primo contatto con le sue, assaporandole, duramente, senza staccarmi da lei.
Più tentava di opporre resistenza, più le mie mani la annodavano, per farle capire che era solo di mia proprietà.
Delle mani mi staccarono da Dorotea, portandomi alla normalità, prendendomi per il colletto della mia giacca di jeans, incredulo nel vederla accasciarsi verso il suolo dell'agenzia, singhiozzando e guardando un punto indefinito della struttura.
La visuale dei miei occhi si spostarono sulla sua busta, intravedendo una delle maniche della mia giacca di pelle, sviluppando, dinanzi i miei occhi, quelle terribili immagini in cui Dorotea fu aggredita.
Tornai lucido, riconoscendo colui che lasció la presa dal mio colletto, avvicinandosi, verso quella ragazza indifesa, che piangeva senza sosta, per un frutto di una semplice ira, che prese il sopravvento della mia personalità.
Era proprio il leader del nostro gruppo, nonché rapper, ad aver risolto quel momento di instabilità tra noi due: Kim Nam-joon.
"Dipingere non è un'operazione estetica: è una forma di magia intesa a compiere un'opera di mediazione fra questo mondo estraneo ed ostile e noi."
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SPAZIO AUTRICE.
Buonasera army come state?
Oggi vediamo ciò che sta provando Jungkook con i comportamenti di Dorotea nei suoi confronti, facendo provocare delle emozioni mai provate in tutta la sua esistenza.
Notiamo particolarmente un personaggio che entrerà a far parte di questo... chissà triangolo amoroso?
Il nostro amato leader: RM.
Stay tuned. 💜 🌸 💜
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"Paint And Forget" ¡~Jeon Jung-kook~¡
Fanfiction{~THE END~} L'avventuroso e complicato rapporto tra due gelide fiamme prive di calore che trasformarono in una vera e propria sopravvivenza i mali della loro agghiacciante esistenza. Abbandonare la vita terrena per salvare il cuore che batteva inces...