EMPTINESS IN THE SOUL. {9}.

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"Smetterò di amarti solo quando un pittore sordo riuscirà a dipingere il rumore di un petalo di rosa cadere su un pavimento di cristallo di un castello mai esistito."

Dorotea's pov.

Mi avvicinai diffidente verso quel minore, preparando rapidamente la postazione, considerato che avevamo un tempo prestabilito.

Iniziai il mio piccolo capolavoro su di esso, partendo dai suoi occhi a mandorla, così particolari quanto semplici.

Tentai di rimanere impassibile ai suoi occhi, ma come ben sospettavo, il corvino decise di riproporre quella fatidica domanda, aspettando con ansia una mia risposta.

-Dorotea hai già vissuto quest'esperienza?- spostando una ciocca dei suoi capelli ondulati.

-E non accetto un semplice silenzio come risposta.- alzando il suo sguardo che navigó nel mio.

Sapevo benissimo che avrebbe riproposto quella domanda così frustrante, ma non potevo spifferare il tutto a un ragazzo, che più o meno disprezzavo.

Era uno degli infiniti episodi che mi trasmetteva un senso di oppressione sul mio debolissimo petto, pieno di cicatrici da rimarginare.

"Ogni artista intinge il pennello nella propria anima, e dipinge la sua stessa natura nei suoi quadri."

Il mio lavoro stava volgendo al termine.

Ogni secondo di quel silenzio tombale mi provocò troppa ansia in tutto il mio corpo e sfortunatamente, lui notò questa mia preoccupazione per la sua stessa irritante domanda, che mi stava facendo perdere la pazienza, data il suo insistere riguardo quell'argomento.

Presi lo stick leggermente colorato per posizionarlo al centro delle sue labbra che, con la mia mente, presero le sembianze di due dolcissime, ma allo stesso tempo, aspre fragole.

-Sospetto che ti hanno fatta soffrire dato il tuo silenzio Dorotea.- ridendo soddisfatto.

Non risposi.

I miei occhi iniziarono a bruciarmi ma non potevo ancora una volta mostrare il mio lato debole a un essere così spregevole.

Quell'unica lacrima predominó su me medesima, scivolando lentamente sulla mia guancia, senza che se ne accorgesse.

Continuai a rifinire gli ultimi step prima di concludere uno dei tanti makeup che avrei eseguito in quell'agenzia.

Diedi il consenso al resto dello staff di continuare la sua preparazione, allontanandomi con passo veloce da quella stanza, che mi rendeva fragile ogni istante della mia triste vita.

Passò un'oretta abbondante e ebbi l'ordine dal direttore Hitman di partecipare all'intervista, per eventuali modifiche verso il minore di quel gruppo che stava spopolando.

Durante la conferenza rivolgeva sempre i suoi fastidiosi occhi su di me, osservandomi dalla testa ai piedi, con un'espressione e un sorriso malizioso, che mi fecero rabbrividire, vivendo nei ricordi di quella sera e di quel depravato che mi aggredì per provare del banalissimo piacere su una ragazza, che voleva una vita differente da quella che stava affrontando.

 "Paint And Forget" ¡~Jeon Jung-kook~¡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora