ORE 23.30
~E’ l’ora del fatidico appuntamento~Non sono tesa, solo molto curiosità dell'identità misteeioaa, mentre mi sistemo un po' il trucco, che deve essere fatto bene e appariscente,ma non volgare perché c'è sempre modo e modo di essere una puttana.
Indosso una camicia di seta viola e una minigonna di pelle nera, scarpe vertiginose di marca (regalo di uno dei miei clienti)
Esco, in attesa di vedere la berlina blu di ieri, ma invece arriva una jeep grigia.
Scavalca il marciapiede e con un balzo arriva direttamente davanti alla porta del mio “ufficio”. Dev’essere parecchio famoso, per voler nascondere la cosa in quel modo.
La curiosità, mio malgrado, inizia a crescere.
In un completo elegantissimo mi sfila davanti una figura che impiego meno di un secondo a riconoscere.
Assecondo il suo invito e lo seguo all’interno chiudendo la porta, ma una volta dentro non posso fare a meno di scoppiare a ridere.~ Bene bene, Presidente Conte~ schiocco la lingua, divertita. Non è andata poi così male nemmeno a me, stasera…
~ L’ho sempre detto che non è l’uomo perfetto che vuole farsi credere!~
Lui inizia a scuotere la testa, sul suo volto un mix di emozioni diverse: passa dal divertimento, allo shock e poi all' imbarazzo…
~No no no, non è come pensi, no, no.~ continua a ripetere.
~ Signorina….?~
~Non sono una signorina, signor Presidente. Sono solo Valentina~ dico.
~Signorina Valentina~ ribadisce lui.
Eh vabbè, non insisto più, d'altronde mi sento chiamare in talmente tanti di quei modi che non sarà certo questo a infastidirmi.
~Voglio solo parlare~.
Quante volte l’ho sentita questa frase! Mentono a se stessi: non stanno tradendo la compagna, non stanno infamando la loro famiglia o il loro lavoro e così la loro coscienza è a posto.
Ma solitamente, dopo una ventina di minuti, i vestiti sono già per terra.
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UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•
FanfictionTratto da uno dei capitoli ~Sei una bellissima ragazza, Valentina. Ma ti hanno insegnato a esserlo nel modo peggiore.~