Siamo in una casa fuori Roma e un po' isolata.
Giuseppe dice che è sua viene qui quando vuole staccare la spina ed avere un po' di tranquillità, magari con il figlio
La cosa non può che stupirmi, non è niente di speciale, è piccola ma accogliente come si suol dire, “dimenticata da Dio”.
~Come me~ dico ironica.
Mi guarda esterrefatto.
~Non dire mai una cosa del genere! Dio non si dimentica di nessuno. Ci ha dato la vita, tutto quello che siamo e che abbiamo lo dobbiamo a Lui. Dobbiamo ricordarlo, non essere ingrati.~
Sono sorpresa.
~Non ti facevo così legato alla religione.~
~ Lo sono, invece. Devo ringraziarlo per tutto ciò che ho nella mia vita, per la mia carriera ma soprattutto per avermi dato Niccolò, Vale.~
~Capisco il tuo punto di vista, ma io non ho nessun talento, nessuna capacità straordinaria.~ometto quella che mi dà da mangiare, credo possa essere esclusa dal discorso.
Un sorriso enorme gli parte dagli occhi per poi allargarsi ad ogni angolo del suo viso, non l’ho mai visto sorridere così.
~Ne hai uno incredibile, invece.~
Inarco un sopracciglio.
~ Sarebbe?~
Sono i suoi occhi a rispondermi al posto della sua voce, è il suo sguardo a turbarmi e a farmi rabbrividire dalla testa ai piedi, di nuovo, sarà la stanchezza… vuole parlare ma tutto a un tratto non voglio sentire la risposta.
Lo fermo.
~Da che parte è il bagno?~
Il suo sguardo si incupisce lentamente, di quel sorriso gli rimane solo un tratto di rimpianto negli occhi.
Mi indica il bagno, mi ci barrico, appoggio la schiena alla porta e scivolo giù lentamente.
Inghiotto quelle strane e improvvise sensazioni e le sbuffo fuori accendendomi una sigaretta. Non sono abituata alle emozioni, e in questo momento mi convinco che sia uno dei lati positivi del mio lavoro, a cui rimanere aggrappata.
Non sono mai stata la tipica adolescente che “segue il suo cuore”, ho sempre seguito ciò che era conveniente, ciò che era semplice e ciò che era immediato. Le emozioni non rientravano in quella categoria.
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UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•
FanfictionTratto da uno dei capitoli ~Sei una bellissima ragazza, Valentina. Ma ti hanno insegnato a esserlo nel modo peggiore.~