~Dovresti ascoltarti di più quando parli! ~ lo guardo incuriosita.
~Hai detto una cosa estremamente vera: sono le tracce ad essere sporche, non tu.~
~ Rimango comunque un luogo di passaggio…~
– C’è sempre qualcuno che resta – dice, chinandosi per accarezzare l’acqua insieme a me.
~Pensi di essere il mio mare?~ gli chiedo, sorrido senza accorgermene, è un sorriso ironico ma neanche troppo.
~Lo vorrei.~
La sua vicinanza mi crolla nel petto di colpo. Rumore metallico a non finire. Resistenze sempre più deboli. È tutto troppo nuovo, mi sto spaventando.
~ Perché, Giuseppe? Perché non mi usi? Perché non lasci le tue tracce e non sparisci? Perché sei qui con me?~
Mi guarda.
~ Perché hai bisogno di me.~
Questa mi spiazza. Sgrano gli occhi.
~ Risparmia il tuo prezioso tempo, io non posso essere salvata.~
~NO! Sei tu che non vuoi essere salvata!~ alza la voce.
~ Hai avuto davanti agli occhi quella dannata targhetta per talmente tanto tempo che ormai non vedi altro, sei cieca Valentina, se solo capissi quanto poco ci vuole, soprattutto a te, se solo sapessi quanto sei meravigliosa, Cazzo…~
Si avvicina, le nostre labbra si sfiorano e finalmente mi bacia, in un gioco appassionato di lingue e denti.
Dopo non so quanto tempo ci stacchiamo, lui mi fissa e si allontana da me.
Torna velocemente in macchina e mi riaccompagna a "casa" senza più dire una parola.
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UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•
Fiksi PenggemarTratto da uno dei capitoli ~Sei una bellissima ragazza, Valentina. Ma ti hanno insegnato a esserlo nel modo peggiore.~