Passa un mese.
Sì, sono ancora in questa camera d’albergo.
I giorni passati con Giuseppe sono stati belli ma non sono serviti a trovare la nostra risposta, e così entrambi siamo ritornati alle nostre vite a fare i fantasmi di noi stessi.
E io non lo sopporto più, di girare per le strade con il cartellino del prezzo addosso proprio non mi va ma questa voglia di libertà non posso urlarla a nessuno, anche perché LUI non è più tornato.
Dopo quattro giorni a casa sua mi ha riaccompagnato qui dicendo che avrebbe avuto da fare e che non sarebbe tornato per un po’. Non immaginavo per così tanto.
Quando bussano alla porta, spero che ancora una volta il mio pensiero sia stato evocativo, ma non è così.
Un uomo dall’aria vagamente familiare mi osserva senza parlare.
– Sì? –
– C’è un pacco per lei, Signora Valentina –.
Signora Valentina?
Okay, ora so chi l’ha mandato.
Prendo l’enorme busta, lo ringrazio e richiudo la porta.
Incuriosita taglio la carta con l’unghia del pollice. In grembo mi si rovesciano troppe banconote e un piccolo fascicolo di fogli. Com’è mia natura, inizio dal contare i soldi: arrivata a novemila però mi stufo e inizio a sfogliare il fascicolo.
È un contratto.
Aggrotto le sopracciglia e lo scorro velocemente: quando capisco, mi si apre sul volto un sorriso enorme.
Lascio le carte sul letto e inizio a fare le valigie.
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UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•
FanfictionTratto da uno dei capitoli ~Sei una bellissima ragazza, Valentina. Ma ti hanno insegnato a esserlo nel modo peggiore.~