Dopo aver ripreso fiato, mi prende per mano e mi accompagna sul divano.
Io gli torno in braccio, sento il bisogno di quel contatto, è l’unico che non voglio dimenticare, che non cercherei di cancellare con docce interminabili, che vorrei conservare sulla pelle il più a lungo possibile.~ Ti voglio bene~dico, piano, forse non voglio che le mie targhette sentano questa frase proibita, invece lo fanno, e di nuovo sento quel rumore metallico dentro di me che ormai ho compreso.
Mi bacia i capelli, lo sento sospirare di nuovo, sembra quasi sollevato.
~Aspettavo questa frase…~
~Devi avere una vita davvero noiosa…~lo faccio ridere di nuovo.
~Sei forte, tesoro~mi dice scuotendo la testa, ed io perdo un battito.
Sorrido.
~Se non lo fossi, non sarei sopravvissuta, Beppe~.
Mi guarda.
– Vorrei che tu fossi felice. –
– Lo sono! Almeno adesso – gioco con i suoi morbidissimi capelli, non ho potuto fare a meno di precisare che so che smetterò di esserlo, perché altre notti aspettano Valentina, dall’altra parte della città, eppure sempre alla portata della mia memoria.
– E poi? –
Faccio un sorriso un po’ malinconico. – E poi penserò a quanto lo sono stata qui con te. – fa una smorfia.
– Non è onorato, Presidente? Penserò a te mentre lavoro, è un grande privilegio… –
Inarca un sopracciglio.
– Non proprio –-
– Eddài, scherzavo – gli spintono una spalla.
– Non è questo a darmi fastidio –
– Che cosa allora? –
– Il fatto che pensi ancora di ritornare al lavoro. –
STAI LEGGENDO
UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•
FanfictionTratto da uno dei capitoli ~Sei una bellissima ragazza, Valentina. Ma ti hanno insegnato a esserlo nel modo peggiore.~