Provo ad alzarmi ma mi sembra di pesare un quintale e cado di nuovo, non proprio delicatamente, nella posizione di prima.
Sento un gemito strozzato.
~Sei un elefante!~
GIUSEPPE?! Giro la testa per quanto possibile. Ecco di chi erano quelle gambe…
~Che ci fai qui?~
~Ti faccio da cuscino, non c’è di che~
replica con un sorriso stanco.
~Stai meglio?~
~Non ricordo quale dev’essere il termine di paragone, ma ho un terribile mal di testa.~
~Almeno ora sai che sono qui. Ieri sera nemmeno te ne rendevi conto…~
~Davvero?~ non lo guardo negli occhi, un po’ mi imbarazza essermi fatta trovare in quelle condizioni, lo ammetto.
~ Sì…~
~Cos’è successo di preciso?voglio saperlo.~
~Sono arrivato davanti alla tua casa, ho bussato ma non mi rispondevi. La porta però era aperta e sentivo la televisione, così sono entrato e ti ho vista sul divano semisvenuta. Poi hai vomitato per qualche minuto, hai fatto dei discorsi strani e ti sei addormentata. Però prima hai cercato di infilarmi la lingua in bocca.~ mi dice mostrando le sue fossette.
Dio che imbarazzo!
~Saranno stati dei discorsi meravigliosi ~
faccio un mezzo sorriso, so quanto posso essere fantasiosa da sbronza.
~… diciamo che sono stati illuminanti, ecco ~ mi guarda con aria furba.
Non sono particolarmente allarmata, non ho nessun segreto. Alla peggio avrò raccontato qualche dettaglio imbarazzante sul mio lavoro… in questo caso posso capire la sua “illuminazione”. Ridacchio.
Mi alzo e lo guardo per la prima volta negli occhi, ha l’aria stanchissima…
~Non eri obbligato a rimanere ~
gli faccio notare, accarezzandogli il volto.
~Sai che lo faccio volentieri~ rintraccia la mia mano, la stringe e posa delicatamente un bacio, solo ora mi concedo di pensare che sono contenta di rivederlo, che mi è mancato fin troppo.
~Mi dispiace per l’ultima volta~ dico, quasi in un sussurro.
~Lo so.~
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UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•
FanfictionTratto da uno dei capitoli ~Sei una bellissima ragazza, Valentina. Ma ti hanno insegnato a esserlo nel modo peggiore.~