Perché voglio conoscerti.–
~Non c’è niente da conoscere!~ sbotto arrabbiata.~
~Io sono così. Sono il mio corpo e il mio lavoro Non c’è nient’altro.~
~ Ci sei tu~ dice con tono fermo, alzando la voce anche lui.
Scuoto la testa io questa volta.
~ Io sono solo una puttana.~ lo sento sussultare. Inarco un sopracciglio.
~Che c’è, non te n’eri accorto?~
Ha uno sguardo triste.
Lo vedo alzarsi e dirigersi verso la porta.
~ Tu sei una persona, Valentina. Non dimenticarlo.~
E sparisce.È passata una settimana e non è successo nulla.
Conte non si è fatto più vedere.
Mentre consumo la mia solita sigaretta, i miei pensieri vanno a lui e le sue parole mi tornano in mente “Tu sei una persona”.
Ma perché non può essere normale e trattarmi come una puttana? Mi sentirei molto più a mio agio.
Qualcuno bussa alla porta.
Mi alzo senza premurarmi di chiudere la vestaglia e vado ad aprire.
~Ciao, Valentina.~
Eccolo, è lui... Conte.
~ Chi si rivede…~ mi sposto per lasciarlo entrare.
~Dimmi se sei ancora qui per parlare, così non perdo tempo a cambiare le lenzuola.~
Deglutisce, a disagio.
Sembra dimenticarsi cosa faccio ogni cinque secondi, ma che problemi ha?
~Voglio solo parlare.~
Mi rannicchio sulla poltrona nell’angolo e con un cenno gli indico quella davanti a me.
Se fosse stato qui un quarto d’ora fa non si siederebbe neanche lì… rido.
~Sei di buonumore?~ mi chiede.
Eh? Io non ho umore.
~Sì e no. Ho guadagnato parecchio questa sera, ma la settimana è stata un po’ scarsa.~
~Perché se ti chiedo di te mi parli del tuo lavoro?~
~Presidente torniamo sempre a questo punto eh?~
~E’ il motivo per cui vengo da te. E ti prego chiamami Giuseppe.~
~Perfino alla vigilia di Natale, Giuseppe? Scusami, ma non hai di meglio da fare? Tipo salvare l'Italia o litigare con l'opposizione?~
~ No, sfortunatamente per te non c’è altro che voglia fare di più.~
Allora ci penso su e dico
~Allora facciamo un gioco, puoi farmi… tre domande.~ Gli dico.
Inaspettatamente lo vedo accendersi dopo la proposta,
~Come sei arrivata fin qui?~
~ Sono cresciuta in Sicilia, in un piccolo paesino dove tutti si conoscono, la mia è una famiglia benestante. Ho studiato e preso il diploma. Non mi dispiaceva studiare, però preferivo uscire, fare nottata, feste, discoteche, alcool.
A una di queste ho incontrato Matteo.
Mi ha notato per il mio aspetto fisico e mi ha offerto di lavorare per lui.~
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UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•
FanfictionTratto da uno dei capitoli ~Sei una bellissima ragazza, Valentina. Ma ti hanno insegnato a esserlo nel modo peggiore.~