CAPITOLO 23

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Sbuffo.
~Cosa dovrei fare, secondo te? Non so fare niente, e anche se lo sapessi fare non mi prenderebbero da nessuna parte perché sanno chi sono. E li capisco. ~
~Non ti sei pentita di quello che hai fatto cinque anni fa? ~
Spalanco la bocca.
~ No, guarda. È stato come vincere alla lotteria scegliere di fare la prostituta per me! ~ scuoto la testa.
~ Che posso dirti, pian piano mi ci sono abituata, ho dovuto smettere di giudicarmi, altrimenti, come ti ho detto, non sarei sopravvissuta.
~ Ma non ti fa schifo? ~
Lo guardo allibita, ora il rumore dentro di me è diverso, è come se qualcuno avesse preso una targhetta e l’avesse usata per incidermi il cuore. Mi alzo senza una parola e scappo fuori, mi segue e mi ferma a forza.
~Poi ero io l’elefante no? ~ sibilo.
~Non volevo ferirti. Te l’ho chiesto perché a me fa schifo, ogni giorno, quello che faccio. Siamo anime in vendita, Vale. E…~
~ Oh, andiamo! Vuoi paragonare i nostri due lavori, sul serio? Molti italiani, e non solo loro ti di adorano, Giuseppe. Cerchi di salvare il nostro Paese ogni giorno, sei una persona splendida da mostrare, per il bene della gente. Io devo stare nell’ombra e il bene non lo so fare. Tu… ~
~Da mostrare, l’hai detto anche tu. Quanto credi sia diverso stare a Palazzo Chigi, essere continuamente al centro dell'attenzione e manovrato a piacimento e passeggiare avanti e indietro per il marciapiede? ~
~Tanto. ~
~Ti sbagli. ~
~ Ma tu puoi smettere. ~
~ Lo posso quanto lo puoi tu. ~
~Ma io non posso! ~
~ Neanch’io!~
~ E allora che cazzo facciamo? ~ urlo, in lacrime.
Io non l’ho mai avuta la risposta, ho smesso di cercarla da tempo proprio per allontanare quel dolore disarmante e lacerante che sento adesso e che riconosco all’istante.
Anche Conte ha le lacrime agli occhi. Mi stringe a sé.
~Non lo so, tesoro. Non lo so proprio.~

UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora