DOVE ERAVAMO RIMASTI
~E perché, di preciso?
~Ieri sera ti ho notata ed è stato davvero un… colpo al cuore vedere una donna così giovane fare quello che fai tu. Non lo trovo giusto, ecco.~
~E pensi di redimermi con qualche discorsetto? Faccio questo lavoro da anni. Mi dispiace averti sconvolto, ma è la mia vita.~ sono sulla difensiva, lo ammetto.
~Non ti ho ancora sentito dire che ti piace – osserva, guardandomi per la prima volta dritto negli occhi. Mi mette a disagio, non so perché.
~Non c’è mi piace o non mi piace, è quello che sono, punto. Sono brava e guadagno molto, e questo mi rende felice.~
~Quindi sei felice.~
~Sì.~
~Non lo cambieresti per nulla al mondo, tutto questo?~
Che. Cazzo. Vuole. Da. Me.
~Oh mio dio! Ci sono capitata e ho saputo adattarmi, non sono una sognatrice perditempo, io faccio e basta. Ma perché mi fai queste domande?~
~Perché voglio conoscerti.~
~Non c’è niente da conoscere!~ sbotto arrabbiata.
~Io sono il mio corpo e il mio lavoro Non c’è nient’altro.~
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UN LAVORO SPORCO: •Giuseppe Conte Fanfiction•
FanfictionTratto da uno dei capitoli ~Sei una bellissima ragazza, Valentina. Ma ti hanno insegnato a esserlo nel modo peggiore.~