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Percorro il cortile della Wilson con le cuffie nelle orecchie e le mani nelle tasche.
Da sola.
Sola con la mia musica.

Dopo quanto successo sabato non ho più parlato con i miei amici, ma non ce l'ho con loro.
Diciamo che sono... offesa?
Voglio loro un mondo di bene, ma mi sento ferita e ho bisogno di stare da sola per un pò.
Giusto il tempo di lasciarmi questa storia alle spalle.

E pensare che di solito le cose erano diverse: era Amber che mi fermava dal fare cose insensate, ed ora invece sono io che devo fare da babysitter a lei.
Almeno io, quando sono ubriaca, non sputo insulti gratuiti.

Ieri, dopo aver fatto una doccia rigenerante, sono scesa in cucina ed ho aiutato la mamma a preparare la cena: infatti avremmo avuto come ospite la nonna.
Tra una pausa e l'altra ho studiato gli ultimi argomenti di inglese, e devo dire che forse per la prima volta in questo anno scolastico mi sento veramente preparata.

Non appena entro a scuola, butto lo sguardo a sinistra, verso la cattedra, dove ovviamente vedo Aron.
Si rigira tra le mani quel coltellino con cui, quella notte, intagliò una piccola statuina.
Ci gioca, cercando di non farsi vedere ma fallendo miseramente.
Se lo vedesse il preside lo caccerebbe immediatamente.

È qualche giorno che non parliamo, e devo ammettere che durante il fine settimana ho pensato svariate volte a scrivergli.
Ma subito dopo quel pensiero scompariva, seguito da delle parole che mi rimproveravano di averci solamente pensato e che mi ricordavano che tra di noi non ci sarà alcun tipo di rapporto.
Non so quando riprenderemo a fare lezione, in realtà sarei libera anche oggi... ma questo è un problema a cui penserò dopo.
Magari più tardi lo raggiungo per poterci accordare.

Svolto l'angolo e vedo Amber davanti al suo armadietto.
Mi sfilo le cuffiette e decido di avvicinarmi al mio e fare ciò che devo senza darle troppa importanza.
Mentre frugo tra le mie cose, la vedo con la coda dell'occhio immobilizzarsi.
《Brooke.》mi dice dolcemente.
《Non hai risposto ai miei messaggi ieri. Tutto bene?》mi chiede, appoggiando una mano sulla spalla.
E dalla sua voce non traspare un minimo di preoccupazione, come se nulla fosse successo, come se nulla fosse uscito dalla sua bocca lo scorso sabato.
《No, Amber. Non ho risposto ai tuoi messaggi.》dico brusca, per poi far togliere la sua mano dalla mia spalla con uno scatto veloce.
《C-cosa?》
《Voglio chiederti una cosa, prima.》dico, girandomi verso di lei.

Faccio un respiro profondo, cercando di tranquillizzarmi.
Non risolverò niente se parto con piede di guerra.

《Tu non ricordi assolutamente niente di sabato sera?》
《No, ho cancellato tutto... è forse successo qualcosa?》mi chiede.
Dalla mia bocca scappa una risatina nervosa, per qualche secondo distolgo lo sguardo dal suo fissandomi sulla parete bianca del muro.
Le ripeto le esatte parole che ha sputato sabato contro di me, l'ira che aveva in volto, la maleducazione nelle sue parole e nei suoi gesti.

Amber si porta una mano alla bocca, e più vado avanti, più vedo i suoi occhi farsi lucidi e riempirsi di lacrime.
Più vado avanti e più la sua faccia si contorce in un'espressione preoccupata mista al ribrezzo.

La mia espressione si raddolscisce un pò. Mi si spezza il cuore vederla così, e forse sono stata un pò brusca.
Ma in fondo so che ciò che mi aveva detto non era quello che pensava davvero, e soprattutto non voleva parlarmi in quel modo.
《Me ne sono andata da sola. Ti ha portata a casa Theo.》le dico.

Non posso continuare.
Non me la sono mai presa con lei, è stata perdonata fin da subito.
E parlargliene mi ha aiutata.

《E ho aspettato fuori casa tua che tornaste sani e salvi.》le dico infine.
Amber mi guarda ancora con una mano tremolante alla bocca, trattenendosi dallo scoppiare a piangere.
Posso immaginare come si sente.
《Io ho fatto... questo?》dice, con voce rotta.
Allargo leggermente le braccia, e lei ci si fionda stringendomi forte.《Scusami, Brooke. So che delle semplici scuse non bastano, ma questo è tutto quello che posso fare. Io, io... non intendevo niente di tutto quello che ho detto. L'alcool mi ha dato alla testa Brooke, non volevo ferirti.》dice, e la sento singhiozzare sulla mia spalla.

Prisoner - animedifferentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora