27

391 26 1
                                    

I suoi occhi si piantano nei miei mentre la canzone sembra rappresentare perfettamente ciò che sta accadendo.

La sua mano si stacca lentamente da quella di Abby, che incuriosita segue il suo sguardo e raggiunge anch'essa il mio.

Ma i miei occhi sono fissi negli occhi di Aron, quelle pozze blu che fanno fermare il tempo intorno a me e che, in questo momento, sembrano brillare.
Sento la gola bloccarsi e gli occhi pizzicare al solo pensiero che il loro è proprio un appuntamento.

Ma per sua sfortuna, questa sera, proprio nel locale in cui avrebbe passato la sua serata ha trovato me.

Tolgo finalmente gli occhi dai suoi per poter finire la canzone senza scoppiare a piangere.
E no, no, no. Non dovrei lasciare che mi rovini questo momento, non posso lasciare che il suo arrivo rovini la mia, di serata.

Mi chiedo perché, Brooke.
Mi chiedo cosa ti sia passato per la testa, quella mattina, quando ti ha proposto di fare delle lezioni insieme.
Mi chiedo come mi sia passato per la testa di lasciarmi abbindolare così da lui, da permettergli di entrare nella mia testa, di viaggiare tra i miei pensieri, di sfiorare il mio cuore con un dito e di portare tutte queste emozioni nella mia monotona vita.

Non posso permetterlo, no. Non posso permettermi di star male per te, Aron, non voglio.
E tu mi hai appena illusa.

Mentre continuo a cantare e a vagare gli occhi tra tutta la sala per non incontrare i suoi, sento il suo sguardo penetrarmi le ossa.
No, non mi stacca gli occhi di dosso per tutto il resto della canzone.
Finalmente riesco a finire senza scoppiare a piangere davanti a tutti, ma non appena le ultime note cessano di riempire il silenzio del locale, io faccio un passo indietro dal microfono.

Ed è un attimo: mi volto di spalle e in uno svolazzare di capelli corro via, scendendo dal palco.
I tre ragazzi mi guardano basiti, non capendo cosa sia successo.
Mi dirigo verso l'angolo bar e ordino qualcosa da bere.
"Mi dia qualcosa di forte." dico al cameriere.
"Carta d'identità." mi dice.

Diamine, ora vuole i documenti?
Dov'è Amber con i documenti falsi?

Comincio a camminare nella parte posteriore della sala alla ricerca dell'unica persona che ha dell'alcool da offrirmi, Josh.
Lo vedo in lontananza, con un gomito appoggiato sul tavolo e dei bicchierini su questo.
Mi avvicino a lui e afferro la bottiglia di vodka semipiena.
"Hey, hey, hey, frena bellezza." dice, strappandomela dalle mani.
"Dopo devi tornare sul palco." se la porta alle labbra e prende un sorso.
"Ne ho bisogno, Josh." dico, cercando di raggiungere il suo braccio.
"E, e... ho finito per questa sera. Non ho più nessuna canzone da cantare."
Mi allungo su di lui, mettendomi in punte di piedi, e per poco i nostri visi non si sfiorano.

Alla fine cede e mi lascia la bottiglia, che con velocità porto alla bocca.
Il liquido amarognolo mi brucia la gola e lo stomaco, ma continuo ad ingoiare, ad ingoiare, ad ingoiare.
Quando porto la bottiglia sul tavolo è vuota.

Mi chiedo come possa io meravigliarmi di mia madre, giudicarla, arrabbiarmi, se sono esattamente come lei.
Alla ricerca di qualcosa che non mi faccia pensare, anche per poco.
In questo caso l'alcool.

Alla fine siamo madre e figlia... come meravigliarsi?

"Brooke, sei fuori?" sento dire da Arbour, che ha staccato gli occhi dal telefono e si è accorto della bottiglia vuota.
Mi allontano da lui nei miei ultimi attimi di lucidità e raggiungo Sean, che sembrava cercarmi con gli occhi.
"Non voglio più cantare per questa sera. E in ogni caso avevo finito i brani." gli dico, sentendo la testa girare.
"Va bene, non c'è problema, ma... sei sicura che vada tutto bene?" mi dice, appoggiandomi una mano sulla spalla.
"Alla grande."dico, prima di allontanarmi nuovamente e lasciarlo dove lo avevo trovato.

Prisoner - animedifferentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora