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"A-Aron?" dalle mie labbra esce un sibilo, mentre il cuore torna a palpitare forte nel mio petto.

Non so descrivere cosa provo in questo momento: un misto di emozione, felicità ma allo stesso tempo paura, rabbia e incertezza.
Ogni cellula del mio corpo vibra, ed io tremo, inerme, davanti agli occhi del ragazzo che mi ha rubato il cuore.

"Brooklyn." risponde, lasciando andare le parole con un sospiro.
Pronuncia il mio none come se fosse una liberazione, come se vedermi gli avesse tolto un peso da sopra al petto.

È la sua voce che mi da l'ultima, unica certezza della suo essere presente, qui, davanti a me, in carne ed ossa.
La sua voce fa sparire ogni dubbio e mi arriva forte e chiara alla orecchie; un suono che ho ascoltato e riascoltato per centinaia di volte nella mia mente e un suono che mi è mancato.

Lo guardo respirare lentamente, indeciso su cosa dire, mentre le persone intorno a noi continuano a trascorrere la loro serata fregandosene di due stupidi ragazzi che si fissano intensamente.
Lo vedo sbattere le palpebre, socchiudere le labbra, riporre con cautela le braccia lungo i fianchi.

Tutto l'acool che avevo in corpo sembra essere scomparso, abbattuto dalla mia unica e pericolosa dipendenza: lui.
Sono tornata cosciente delle mie azioni, dei miei pensieri, e mi sono appena resa conto di ciò che ho fatto.
Non sono l'ho bagnato, inzuppandolo con un liquido che resterà appiccicato alla sua pelle fino a quando non farà una doccia, ma questo lo ha anche reso più attraente di quanto ricordassi.

Non bastava, infatti, aver sentito la sua mancanza, quella fisica soprattutto: guardare le dita affusolate scorrere sui fogli delle canzoni, vedere i muscoli delle braccia irrigidirsi non appena queste gli si incrociavano al petto, vedere il movimento veloce dei suoi occhi quando si trovava a una distanza - troppo - ravvicinata.

Non bastava questo. Ho dovuto tirargli il rosemary addosso, bagnando la sua maglietta, facendola aderire al petto e all'addome scolpito, facendo cancellare le tracce di razionalità rimaste nel mio cervello, che già viaggia alla vista di questo spettacolo mozzafiato.

Ci sono troppe cose da dire, troppe cose da sapere, troppe cose su cui discutere.
Abbiamo bisogno di uscire da questo posto, uscire e parlare in privato, portarlo fuori di qui e finalmente affrontarlo, portarlo fuori di qui e farlo allontanare dagli sguardi indiscreti di ragazze curiose che come me erano incantate di fronte all'opera d'arte che avevo creato sulla sua maglietta di tessuto.

Faccio un passo in avanti e afferro il suo polso con la mano, tirandolo verso di me.

Un contatto.
Sto toccando la sua pelle. Lui è alle mie spalle.

Aron è alle mie spalle.

Lo porto fuori, avvolti dal freddo di New York, noi due, con due magliette a maniche corte in tessuto.
Non appena i miei piedi varcano la soglia della porta una forte folata di vento colpisce il mio volto abituato al caldo, al tepore; ma devo dire che ora tutto sento tranne che il freddo.
Lascio il polso di Aron e mi piazzo davanti a lui, non sapendo precisamente da dove iniziare.

Le guance mi vanno a fuoco, e non so se questo dipende dalla vodka, dall'alcol o dall'imbarazzo, ma è buio e lui non potrà vedermi. No, lui non potrà vedermi.

Non saprei da dove cominciare perché il mio istinto è quello di scoppiare a piangere, piangere e singhiozzare.
Inginocchiarmi a terra e lasciare che la malinconia prenda il sopravvento, ignorando Aron davanti a me. Vorrei piangere ma non me lo posso permettere, perché sono state tante, troppe, le volte in cui ho pianto per lui.

È lui a spezzare il silenzio.
"Brooke, dovevi proprio farlo?" dice sbuffando, guardandosi la maglietta.
"E fa freddo qui fuori, congeleremo se-"
"Cosa ci fai qui?" lo interrompo, incrociando le braccia al petto.
"Posso farti la stessa domanda." ribatte.
"Ho detto cosa diamine ci fai qui."
Lui si passa una mano tra i capelli, frustrato, e per qualche secondo disperde gli occhi nel cielo.
"I miei genitori lavorano nel mondo della musica, ricordi? Siamo qui per alcuni clienti." mi risponde.

Prisoner - animedifferentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora