Capitolo 32

425 18 0
                                    

Le lacrime bagnano il suo volto, non penso di aver mai visto nessuno così fragile.

Mostrare i suoi sentimenti in questo modo non dico sia insolito è sempre stato molto espansivo, ma mai l'avevo visto così abbattuto.

《Shh... Sa... scusa non volevo dire niente che potesse ferirti... io non so come comportarmi. Sono confuso... solo un mese fa io ero fidanzato con Marina e ora la mia vita è un completo casino... ho bisogno di capire. Io posso aiutarti, qualunque sia il problema. A meno che non sia proprio io il problema...》sussurro guardando il suo viso e stringendogli ancora la mano per rassicurarlo.

《Non sei tu il problema...I-io ti racconterò... perchè mi fido di te, ma giurami su tutto ciò che ami a questo mondo che terrai questo segreto per te》esordisce lui lasciami spiazzato.

Io annuisco sicuro, con un cenno della testa.

Voglio poter capire e aiutarlo, è questo che fanno gli amici... o qualunque cosa siamo noi.

《Ti prego non spaventarti》dice Sascha alzandosi e levandosi la maglietta.

Io d'istinto arrossisco senza capire cosa stia facendo.

Mi da le spalle, la sua schiena è muscolosa e definita.

《Guarda bene la mia schiena Stefano...》sussurra flebile cercando di trattenere le lacrime.

Avvicinandomi noto una serie di cicatrici che mai avevo notato prima.

Sono sottilissime, ma numerose e apparentemente profonde.

《C-osa sono queste? E come mai non ce ne siamo mai accorti... e Sabrina?》comincio a domandare a raffica senza freno.

《Sono sottili come aghi Stefano... a meno di non osservarmi con molta attenzione non le noteresti mai. Sabrina dopo alcuni mesi le aveva effettivamente notate, ma lei ha sempre saputo che me le fossi fatte cadendo con la bici e ferendomi con dei cocci di vetro》racconta senza rispondere alla mia domanda più importante.

《Ma la storia della bici e dei cocci di vetro è la stessa che ci hai sempre raccontato di come ti sei spaccato il sopracciglio》dico sorpreso, convinto che molte cose di ciò che sappiamo di Sascha stiano per essere smontate.

《Giá... il mio sopracciglio... sai come me lo sono davvero spaccato? Mi è stato spaccato con un pugno in pieno volto... e sai perchè? Perchè avevo, all'etá di 10 anni, tenuto per mano un mio amico dicendo che eravamo fidanzati, era per gioco...》dice correndo come un treno, trema visibilmente stringendo forte la maglietta.

《Le mie cicatrici sulla schiena ti chiederai allora... beh... sono segni di cintura, delle cinghiate che per anni ho ricevuto... e sai quando? Quando giocavo troppo con i maschi. Quando le bambine erano solo delle amiche. Quando provavo a dire che mi piaceva il mio amichetto Luca, un mio vecchio compagno di classe. Ho ricevuto cinghiate quando in terza elementare avevo scritto un tema sui fiori dicendo che per me anche i maschi avrebbero potuto riceverli...》 continua piangendo e singhiozzando.

《Il naso non l'ho mai rotto come ho raccontato a voi... il naso mi è stato rotto quando appena undicenne avevo pensato di poter scappare da quell'incubo...ma mi prese e riempì di pugni... diceva "gli uomini non piangono"... "non fare la femminuccia"... "sii uomo"... "smettila con queste minchiate tu devi stare lontano dagli maschi, ti devi interessare delle femmine"... "tu non sei normale, sei contro natura, impara ad essere un vero uomo"... come se io non lo fossi solo perchè per me le ragazze non avessero lo stesso significato di un ragazzo...》conclude poi non riuscendo più a parlare e nascondendo, cercando affannato di respirare, la testa nelle mani.

Io resto come fossi ghiacciato e lentamente la consapevolezza che nessuno dei comportamente di Sascha fosse irrazionale o folle si instaura nella mia testa.

Tutto, fin da quando ha iniziato a crollare la sua barriera, non è stato a caso.

Come in fondo temevo... qualcosa di molto più grande e spaventoso di quanto potessi immaginare convive con l'indole serena di Sascha.

Come si possono ricucire le cicatrici nell'anima di una persona se questa è giá a pezzi?

Lo prendo per le braccia per avvicinarlo a me.

Tutto ciò che mi ha raccontato è assolutamente spaventoso e so che non è tutto.

Ma ora ha bisogno di me.

Lui però si scansa dal mio tocco per continuare a coprirsi il volto con vergogna.

《Ehi... tranquillo...》sussurro quindi con dolcezza.

A volte basta poco.

Gli prendo di nuovo le braccia per portarle attorno al mio collo e poterlo abbracciare.

Nasconde allora il volto nel mio petto facendoci cadere abbracciati sul letto.

Si stringe forte a me cercando di regolare il respiro tra le lacrime.

《Stefano... io ho paura di tutto questo... ogni volta che mi avvicino a te mi sento come se tu fossi tutto ciò che desidero... ma poi arriva la paura, ricordo di quelle botte... l'ansia prende il sopravvento. Quando ho capito che non sarei riuscito a reprimere ancora i miei sentimenti ho cominciato a prendere psicofarmarci per calmarmi, per tanto tempo sono riuscito a tenere sotto controllo tutto questo, ma il tempo passato assieme, la certezza di non amare Sabrina e poi la tua rottura con la ragazza che credevo tu amassi e con cui sei stato per tanto tempo mi hanno fatto sperare...anche se non avrei dovuto e ho cominciato a prenderne troppi per restare tranquillo. Ma non ho fatto altro che peggiorare le cose... e tutte quello che ho ottenuto è farti soffrire...》Singhiozza rallentando il suo respiro.

Trattengo anch'io a stento le lacrime, ogni cose che dice è come una stilettata nel cuore.

So di poterlo aiutare, ma devo sapere tutto, se per anni non aveva avuto problemi perchè proprio adesso...perchè ora... e chi possa essere stato a fargli questo...

Avrei un'idea, ma trovo impossibile che possa essere chi credo...



| Does your smile lie? | ~ SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora