Capitolo 38

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Siamo restati all'ospedale con Giuseppe fino al termine dell'orario delle visite, abbiamo registrato qualche video, riso e scherzato.

È sempre confortante sapere che nonostante le cose cambino i mates restano una colonna portante della mia vita.

Le risate sono come una medicina per me, guardare le persone farlo è confortante.

《Ehi Sal stai bene?》chiede Sascha rientrando nell'uber per tornare a casa.

《Perchè?》chiede Salvatore distogliendo lo sguardo dal telefono in cui stava scribacchiando qualcosa.

《Mi sembri rabbuiato da sta mattina e credevo fosse per Giuseppe, ma ora che sappiamo che starà bene non mi sembra questo il motivo》risponde.

Devo dire che mi trovo piuttosto in accordo con lui, Salvatore è strano in questo periodo, lo trovo distante ed è così frustrante non poter sapere cosa gli passi per la testa, la sua corazza di apatia se vuole sa farla diventare impenetrabile.

《Sto bene》risponde sorridendo dolcemente per poi guardare fuori.

Quando sorride apertamente, quelle poche volte in cui capita, è terribilmente contagioso.

Una volta arrivati a casa Surry si chiude come al solito nella sua stanza e io e Sascha nella nostra.

《Ste...》mi chiama allungandomi le scatole delle medicine psicotrope.

Lo guardo interrogativo prendendole.

《Non resisterò mai alla tentazione di prenderle finchè continuerò ad averle e devo smetterla》spiega guardando verso il basso.

Annuisco comprensivo per poi riscendere fischiettando di casa per andare a buttarle.

Assieme ad esse butto via anche le mie sigarette e l'accendino, non ne ho più bisogno.

Splende il sole adesso, fa piuttosto caldo e mi soffermo a prenderne un po' per colorare impercettibilmente la mia pelle così bianca dopo un inverno infinito.

Far sparire tutto nel cestino sembra proprio voler mettere un simbolico punto a tutta questa faccenda e ne sono felice.

Ora potremo girare pagina e farlo a testa alta.

Ancora non credo profondamente che tutto ciò sia successo davvero e di quanto io sia stato fortunato, alla fine tutte le tessere sono andate nel posto che spetta loro.

O almeno è quello che credevo.

Quando rientro in casa sento subito che qualcosa non va, la voce di Surry sembra allarmata e proviene dalla mia camera.

《Sascha! Sascha svegliati! Cristo Sascha!》incita, sento dei colpetti secchi.

Probabilmente dovuti agli schiaffetti che gli tira sul volto per svegliarlo.

Mi precipito verso la stanza.

Surry è a cavalcioni di Sascha che è sdraiato per terra, l'ombra di una botta e di un livido si intravede comparirgli in testa, Surry lo colpisce e lo scuote in preda al panico.

Sascha non si muove ed è pallidissimo.

Mi inginocchio a terra scansando Surry dal corpo di Sascha in quanto non era di nessun aiuto.

《Che cazzo hai fatto?》urlo fuori di me.

Se Salvatore intendeva ferirmi o sabotare la mia storia con Sascha ha scelto il peggiore momento possibile.

《I-io non ho fatto n-niente》balbetta Surry pallido come un cencio.

Non gli credo.

《Non so che cavolo tu abbia in quella testa, ma è giá così debole di suo per questioni che non ti riguardano e sei addirittura arrivato a colpirlo! Ma ti rendi conto di quello che fai?》urlo ancora, sollevando poi con un cuscino la testa di Sascha e successivamente le gambe per far andare il sangue al cervello e risvegliarlo.

| Does your smile lie? | ~ SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora