Camminiamo in silenzio.
Sento ancora il calore delle sue labbra sulle mie.
La notte è fredda, ma la mia mano allacciata a quella di Sascha riesce a scaldarmi a sufficienza.
È tutto sbagliato.
Tutto un errore, ma l'errore più bello che io mai abbia commesso.
Ogni tanto Sascha mi tiene diritto quando sbando da una parte all'altra.
Solo Dio sa con quale miracolo io sia riuscito a raggiungere Sascha senza o sboccare o perdermi o farmi stirare da qualche macchina.
Sento ancora il rossore pulsare sulle guance senza voler dare segni di svanire.
Quando Sascha si è allontano per primo il mio cervello si è frizzato e ho praticamente perso l'uso della parola.
Mi ha sorriso guardandomi come se fossi la cosa più bella del mondo e mi ha accarezzato il viso.
Io sono ammutolito e come un ebete ho continuato a guardalo.
Non mi è sembrato essere neanche Sascha.
Come può lui passare dalla gelosia, al volermi ammazzare di botte, alla rabbia e a questo?
Nel frattempo so che fra non più di un isolato c'è la porta di casa, varcare quella soglia significa che domani mattina dovrò affrontare il mio destino che sia io che Sascha abbiamo evitato per troppo tempo.
Se solo ripenso alle sue labbra, al suo sorriso e alla sua mano che ora stringo, il mio stomaco si attorciglia e arrossisco ancora di più.
Apro la porta di casa in un assurdo silenzio che probabilmente solo grazie all'alcol che ho in corpo riesco a non trovare imbarazzante.
Aiuto Sascha a salire le scale come meglio posso.
Le luci sono spente eccetto quella del bagno di Salvatore quando entriamo in casa.
Improvvisamente vengo colto dalla consapevolezza, lancio le chiavi sul tavolo e corro urtando il muro dentro al bagno.
Come immaginavo Surry è quì abbracciando al water a vomitare l'anima, è la prima volta da anni che lo vedo ridotto così male ed è colpa mia.
Lui non si è ancora accorto di me, lo sento singhiozzare sommessamente e un pensiero punge il mio cuore dolorosamente.
Ecco cosa faccio alle persone.
《Surry... ehi》mormoro in preda ai rimorsi di averlo lasciato solo, sedendomi poi al suo fianco per sorreggerlo.
Lo vedo tremare.
Sobbalza quando lo chiamo e mi guarda spaventato.
《Vai via Stefano, voglio stare da solo》risponde surry cercando di trattenere i singhiozzi.
Non l'avevo mai visto ridotto in questo stato ora che ci ripenso.
Si alza in piedi sbattendo contro il lavandino e si sciacqua la faccia.
È orgoglioso fino alla punta dei capelli e so che non vuole restare un secondo di più alla merchè dei sentimenti.
《Surry... non fare così, non posso lasciarti solo, posso aiutarti in qualche modo?》chiedo quasi pregandolo.
Si ferma poco prima di stare per tirarmi una spallata per poi uscire dal bagno, sembra pensarci su.
《C-credo che tu abbia fatto abbastanza oggi, devo solo smaltire questa sbornia e dimenticare le stronzate a cui mi porti a pensare》risponde freddo, ma con uno sguardo basso, così ferito che non posso fare a meno di fiondarmi ad abbracciarlo forte.
Lo sento sciogliere i muscoli tesi dopo qualche secondo.
《Grazie Ste, questo aiuterá spero.》risponde poi andandosi a rintanare nella sua stanza.
Non mi sfugge il fatto che non mi abbia fatto domande, ma probabilmente è talmente sfatto che non ci deve aver pensato o in un barlume di autoconservazione ha preferito non farmene.
Scelgo di lasciarlo andare, ha bisogno del suo tempo.
Intanto raggiungo Sascha nella mia camera, i due ragazzi non si sono neanche incrociati visto che Sascha deve aver preferito non farsi vedere e andare a sistemarsi un po' le ferite.
Quando entro in camera lo vedo darmi le spalle, ma dal vetro riesco a scorgere nuovamente il suo gesto di nascondere qualcosa nella tasca dei pantaloni, mi è sembrato essere una scatolina di qualche genere.
Mi decido a chiedergli spiegazioni, ma un capogiro mi fa cadere, provocando rumore, sul letto.
Quindi quando Sascha si avvicina il pensiero mi passa nuovamente di mente.
《Perchè tu e Salvatore eravate ubriachi?》chiede tranquillo sedendosi al mio fianco e accadezzandomi il viso.
《Volevamo fare un qualcosa di stupido con cui divertirci, ma tu mi hai chiamato nel bel mezzo della sera e sono dovuto correre via》rispondo lanciando via la maglia e la felpa per raggiungere le coperte e infilarmici sotto.
《Grazie Ste... E scusa se ti ho rovinato la serata, ma non so cosa avrei fatto senza un appoggio, diciamo platonico, di qualcuno》risponde un po' a mo di scuse e un po' con tono sarcastico.
Gli rispondo con un sorriso e picchiettando poi il posto sul letto libero invitandolo a raggiungermi.
D'altronde dovrá pur dormire da qualche parte.
Lo vedo mordersi il labbro.
Si spoglia dei vestiti della parte superiore dei vestiti a sua volta e mi raggiungende al caldo.
Lo aiuto poi con qualche panno umido a pulire i graffi e i lividi sul petto e sul volto.
《Posso sapere cosa sta succedendo tra noi Sascha?》chiedo improvvisamente quando la voglia di toccargli il collo e scendere sino a dove la coperta lo copre si fa più intensa.
《Non avevamo detto di aspettare domani Ste?》risponde lui sconsolato.
Non rispondo e fisso le mie mani senza effettivamente vederle.
Troppi pensieri affollano la mia testa.
Vedo Sascha sorridere e arrossire impercettibilmente.
《Ste? Dimmi che sei abbastanza ubriaco da voler fare una follia》mi chiede sorridendo da un capo all'altro della faccia.
Sembra proprio me stesso, qualche ora fa, quando ho fatto la stessa proposta a Salvatore, ma qualcosa mi dice che ora sará diverso.
Sa è più strano del solito, ma io mi fido ciecamente di lui.
《Ci sto! Che follia?》domando scioccamente un secondo prima che la risposta si illumini nella mia testa.
Lo vedo prendere una delle bottiglie di alcol che prima erano in salotto ancora piuttosto piena e iniziare a scolarsela senza neanche riprendere fiato...
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| Does your smile lie? | ~ Saschefano
FanficFANFICTION SASCHEFANO Estratto dalla storia: ~《Quindi per te questo non voleva dire niente?》chiedo rendendomi conto che avevo commesso un grandissimo errore a non capire subito che non sarebbe mai potuto essere niente più di un buon amico. Niente di...