Capitolo 35

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《...Quindi io ora devo saperlo... io sono stato uno dei tanti o delle tante? Sono stato solo sesso? Tutto questo apparte farti riscoprire la tua possibile vera natura ha avuto un senso per te?》farfuglio sentendo la gola pizzicare per la paura della sua risposta.

《Si.》risponde senza apparente emozione.

Sento una morsa stringermi il cuore.

La delusione, sono sicuro, trabocchi perfino dai miei occhi attraverso questa lacrima che mi riga una guancia.

《È stato solo sesso...》dice lui fissando il nulla.

Le lacrime più dolorose sono proprio quelle che non vorresti proprio che uscissero, quando senti bruciare la gola e tenti di respirare per trattenerti, ma alla fine non riesci e crolli... ecco... così mi sento... a pezzi.

Ma mentre stavo per lasciarmi cadere a peso morto sconfortato, tutto cambia...

《È stato solo sesso... questo è ciò che mi sono detto e ripetuto per tutto il tempo, "è sempre e solo stata attrazione fisica e curiosità di qualcosa di nuovo" mi dicevo ogni volta in cui ti guardavo e le cose sfociavano in baci,sguardi e sorrisi, ma queste convinzioni sono cazzate. Enormi gigantese, stupide cazzate. Non è mai stato solo sesso. Non è mai solo sesso, è impossibile...》inizia a dire con fare fiero e uno sguardo di determinazione negli occhi.

Lo vedo subito addolcirsi quando volta la testa per guardarmi.

《Ehi... Stefano, no ti prego non piangere... non potrei sopportarlo...》continua abbozzando un sorriso.

《Diamine Stefano davvero mi hai creduto così facilmente? Le medicine forse mi avranno fatto fare cose che non mi perdonerò mai... ma... prima della nostra magica notte ricordi cosa ti dissi? Ti dissi che ti amavo... e diamine non potrei mai mentire su questo. Potranno riempirmi di farmaci, picchiarmi, insultarmi, ma io ti amo e questo... credo valga più di ogni altra cosa》dice tutto d'un fiato appoggiando una mano sul mio volto.

Il mio cuore sembra abbia ripreso a battere più forte che mai, il nodo alla gola è diventato improvvisamente un lontano ricordo.

《Forse non dimenticherò mai il dolore e la paura, forse non saprò accettarmi in tutto e per tutto in quello che sono...dubiterò della mia forza, dubiterò dei miei errori, cadrò... ma sono sicuro di una, non così semplice, cosa... ti amo. E mi auguro con tutto me stesso che questo basti, ho bisogno di te...》conclude sfiorandomi il labbro con un dito.

《Io ci sarò sempre》rispondo d'istinto sicuro di mettere in ogni parola la mia anima e la veritá.

Le nostre labbra poi si toccano, come se fosse la prima volta.

In un certo qual senso lo è.

La prima volta senza timori, la prima volta senza conseguenze da temere, la prima volta senza incertezze, la prima di altre infinite perfette volte in cui le nostre labbra si toccheranno.

La perfezione però lo sanno tutti non è fatta per durare...

L'insistente bussare della porta ci riporta infatti ben presto alla realtá.

Non è ancora giunto il tempo di essere tranquilli e felici.

La mia finestra è ancora aperta, gli occhi di Sascha ancora gonfi per lo sfogo, le ormai rinnegate sigarette abbandonate in un angolo per terra...

Velocemente giro la chiave della porta e un affannato Salvatore entra nella stanza.

Per un secondo poggia il suo sguardo su di me con fare felice, ma allo stesso tempo, malinconico, quel tipo di sguardo che solo lui sarebbe in grado di fare.

Sposta poi il suo sguardo su Sascha, soffermandosi sui suoi occhi, ma decide di non chiedere nulla.

Solo lui credo avrebbe avuto questa accortezza.

《Ragazzi... mi hanno chiamato dall'ospedale》sussurra con evidente preoccupazione.

Sia io che Sascha ci mettiamo in allerta.

《Giuseppe ha avuto una ricaduta più grave del solito, le medicine sembrano non fargli più effetto e ne stanno cercando delle nuove...il sistema immunitario è collassato ed è stato portato in ospedale dopo essere svenuto probabilmente a causa degli squilibri ormonali... Dobbiamo andare da lui, ha bisogno di noi ora più che mai》dice frettoloso e coinciso.

Per un secondo io e Sascha ci scambiamo uno sguardo d'intesa per poi correre a sistemarci per fiondarci fuori il prima possibile.

È raro per me vedere Salvatore preoccupato e vederlo agitato e nervoso non fa che peggiorare la mia condizione di ansia.

Chiamiamo un Uber e gli preghiamo di spingere a tavoletta fino all'ospedale, nel tragitto Sascha si è seduto davanti e io e Surry dietro, ci siamo stretti la mano per farci forza a vicenda.

È giá successo in passato che Giuseppe stesse male, ma questa volta ho un brutto presentimento e stringere la mano di Surry mi da conforto in un modo che non riesco a comprendere ancora.

Che cosa complicata la vita... un puzzle di situazioni che si devono incastrare alla perfezione perchè tutto funzioni.

Ma se l'universo deve compensare la felicitá che provo per aver, bene o male, risolto le cose con Sascha chiederá in cambio un prezzo... e temo, nel profondo del cuore che il fato lo riscatterá prima di quanto vorrei...

| Does your smile lie? | ~ SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora