The end

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Una debole luce filtra dalla finestra e mi sveglia.

Stropiccio gli occhi e lascio che il cervello si attivi.

Ricordo l'incubo e la successiva chiaccherata con Sascha.

Mi alzo dal letto e solo a questo punto mi rendo conto che Sascha non è al mio fianco.

Da quando viviamo assieme non è mai successo che io non lo trovassi ancora a letto con me la mattina.

Vado a cercarlo in giro per la casa, ma niente.

Sembra deserta.

Che sia uscito senza dirmi nulla?

Proprio mentre questo pensiero mi sfiora la mente sento girare la chiave nella toppa e Sascha rientra in casa.

Preso dalla preoccupazione che gli fosse successo qualcosa di strano mi soffermo a guardarlo più del solito.

Riesco a notare il viso smunto, le occhiaie profonde per non parlare del fatto che mi sembra che per la stanchezza quasi non si regga in piedi.

Non lo vedevo in questo stato dai tempi della disintossicazione dalle medicine.

《Ehi... Ste... come mai sei giá sveglio?》chiede balbettando con aria colpevole.

《Dove sei stato?》chiedo bruscamente ignorando la sua domanda.

《I-in un posto... ti ho visto riposare tranquillo e non ho voluto svegliarti per d-dirtelo》farfuglia chiaramente in ansia.

《Sascha... perchè sei ridotto a un mezzo straccio?》chiedo sentendo i dubbi radicarsi dentro di me.

《Non sono uno straccio... sono solo stanco, dopo una doccia starò bene》dice cercando poi di svignarsela, ma lo respingo indietro bloccandolo contro la porta.

《Cercare di usare la scusa del "sono solo stanco", lo sai bene che con me che l'ho usata per anni, non regge...》sibilo arrabbiato, l'aria colpevole di Sascha non fa che irritarmi e preoccuparmi.

Non risponde però alla mia provocazione limitandosi a guardare altrove.

《Sascha...hai ricominciato a prendere le medicine? Hai ripreso degli antidepressivi? Hai bevuto? Ti sei drogato?》chiedo a raffica spiaccicandolo di più col mio corpo contro la porta.

《No... Stefano... no... non lo farei mai. Non potrei mai farti questo, non di nuovo. Ma è giunto il momento che tu sappia che sta succedendo》dice parlando chiaro finalmente.

《Sono ridotto come uno straccio perchè sono due mesi che firmo documenti e sistemo le carte la notte o quando tu non ci sei, le ho consegnate qualche giorno fa, per farlo ho dormito a malapena. Per non fartelo scoprire mi sono coperto il viso con del trucco ogni volta che serviva e mi sono riempito di caffè per stare sveglio. Non ricomincerei mai con la schifezza da cui mi sono disintossicato, dovresti saperlo anche tu, non sarò mai più schiavo dei farmaci o di altro》risponde tranquillamente.

《Che diamine dovevi farci con questi documenti allora? Si può sapere?》insisto ancora, ma addolcisco il mio tono.

《Ricordi che un anno fa abbiamo compilato i documenti per un adozione, ma ci è stata rifiutata in quanto non era possibile adottare in quanto siamo una coppia gay?》chiede sfoderando un largo sorriso.

Io annuisco e mi rabbuio ricordando la delusione dentro di me quando avevo ricevuto la risposta negativa dall'associazione a cui ci eravamo rivolti.

《Si... ricordo... e ricordo anche quanto ti sei abbattuto dopo allora》rispondo ricordando il Sascha abbattuto in continua ricerca di affetto, per quanto fosse tremendamente triste era anche molto dolce.

《Beh... le leggi sono cambiate, ora ci è permesso adottare e beh... io so che tu ci tenevi moltissimo e che non avevi mai buttato i documenti per la precedente adozione quindi io si... insomma... è questa la sorpresa》farfuglia agitato,ma con un grande sorriso.

《Dimmi che non stai scherzando ti prego》sussurro sentendo il mio cuore martellare nel petto e le gambe tremanti in preda all'adrenalina.

《Non sto scherzando... Ste....noi... stiamo per diventare...》inizia a dire, facendosi brillare gli occhi dall'emozione.

《Papá!!》concludo io iniziando a saltellare di gioia in giro per la casa.

《Non ci credo Sa... oddio santo, oddio ora sclero》strillo correndo ad abbracciarlo stringendolo forte.

Poi mi alzo sulle punte e lo bacio sulle labbra.

Essendo scalzo e lui con le scarpe la nostra differenza di altezza non fa che essere maggiore del solito.

Se qualcuno mai mi chiedesse che sapora ha la felicitá, credo che racconterei l'emozione di questo momento.

Il momento in cui dopo tutto il male che abbiamo vissuto, l'universo riequilibra le cose.

È arrivato il giorno finalmente di essere davvero felici.

《Ti ricordi che sta notte di ho detto che avrebbe colmato un vuoto che io non avrei mai potuto colmare?》chiede arruffando i miei capelli.

Io annuisco pensando ancora a quanto sono fortunato.

《Beh... è un maschietto, ha 4 mesi, e mi è stata data la possibilitá di scegliere noi il nome...》spiega accarezzandomi una guancia.

《E... tu quale hai scelto?》domando, sentendo dentro di me di sapere già quale vorrei che fosse il suo nome.

《Non ho ancora dato la conferma definitiva, perchè volevo prima parlarne con te...ma il suo nome vorrei che fosse...Salvatore...》.

Sorrido.

Era esattamente il nome che dentro di me sapevo di volere per lui.

《Sei la miglior cosa che la vita potesse regalarmi Sascha...》sussurro stringendolo ancora a me.

A volte le cose nella vita fanno dei giri assurdi, ma trovano sempre il modo di tornare da noi.

In quel momento sentii come se qualcuno mi avesse toccato la spalla con affetto, ma ovviamente non c'era nessuno alle mie spalle.

Sapevo però che da lassù una persona speciale ci aveva appena dato la sua benedizione per l'eternitá.

Io e Sascha avevamo finalmente trovato il nostro equilibrio, non era stata una strada semplice, ne priva di dolore. Ma ora eravamo qui con la felicitá di chi ce l'ha fatta e la forza di chi vive anche per chi non è stato altrettanto forte. Presto il piccolo Salvatore si sarebbe unito alla nostra famiglia

L'amore aveva vinto la morte.

THE END

| Does your smile lie? | ~ SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora