Capitolo 10

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Cosa c'é di peggio di dover stare a stretto contatto con la persona che ti confonde le emozioni ogni singola volta che ti parla?

Beh...

Stare a contatto della stessa persona, ma con la rispettiva findanzata che lo sbaciucchia al fianco.

Bleah...

Ho allo stesso tempo voglia di vomitare e di pigliare a pugni qualcosa.

Sabrina é appena arrivata, a distanza di qualche ora dalla chiamata, e la prima e unica cosa che ha fatto é stata accollarsi a Sascha come se non lo vedesse da 10 anni.

Noi due non abbiamo ovviamente avuto modo di finire il nostro discorso e con Sabrina di mezzo ora non esiste proprio pensare di riuscire a parlargli.

《Siete tutti pronti per andare?》dice improvvisamente Giuse prendendo le chiavi di casa.

Sascha e Sabrina gridano un "Siii" all'unisono, mentre io frastornato dai miei pensieri chiedo stupidamente: 《ma andare dove?》.

《A cena Stefano! Da quando in qua ti scordi il cibo?》risponde Surry ridendo.

Dissimulo il mio stupore ridendo anch'io.

Non mi ero per niente accorto che fosse giá l'ora.

Non é affatto da me non avere fame.

Il mio stomaco é chiuso come in una morsa e il pensiero di infilarci qualcosa di diverso dall'alcol mi nausea.

Non é oggi il giorno in cui voglio però esagerare con l'alcol, non voglio che la mia confusione prenda il sopravvento su di me, anche se ne avrei una gran voglia.

Quindi mi avvio tranquillamente dietro agli altri restando in disparte.

Al ristorante mi siedo nel posto in cui il muro fa ad angolo su una panca larga tre posti e unita ad esso.

Sfortunatamente mi sento subito in trappola quando Sascha fa mettere di fronte a se Sabrina e lui si siede al mio fianco.

Bella situazione di merda in cui mi sono cacciato.

Di fronte a me si siede Giuseppe, che peró come spesso capita, esce dal locale per risponde a una delle diecimila chiamate di lavoro che riceve.

Quindi io perdo l'unica possibilitá di avere a che fare con qualcuno che possa distrarmi.

Surry é seduto nel posto di fianco a Sascha e parlarci mi risulta impossibile, tanto piú con il brusio del ristorante.

Poco dopo aver fatto le domande di cortesia a Sabrina:
"come stai?"
"É andato bene il viaggio?" Ecc.

Tiro fuori il telefono e inizio ad ignorare brutalmente la coppietta vedendo fare a Surry la stessa cosa.

Ogni volta che lei gli tocca la mano, io sento improvvisamente la rabbia salire.

Ogni volta che le sorride ho voglia di sbattere la mia testa contro il tavolo.

Quando lei si sporge per baciarlo istintivamente bevo un sorso del vino che fortunatamente hanno giá portato.

Cerco di ignorarli, ma é piú forte di me e finisco solo per inghiottire il vino e reprimere la rabbia e la tristezza.

A un certo punto dopo l'ennesima risata cristallina di Sabrina dovuta a una battuta di Sascha su "nonmenfreganienteinrealtádicosariguardasselabattuta" e mi alzo di scatto chiedendogli di passare per andare in bagno.

Lui si scansa guardandomi serio, ha capito che c'é qualcosa che non va.

Infatti non faccio in tempo ad allontanarmi due metri dal tavolo che si alza con la scusa di dover andare anche lui in bagno e mi viene dietro.

Accellero il passo entrando nel bagno degli uomini e sciacquandomi velocemente la faccia.

Ho bisogno di darmi una svegliata e non ho voglia di parlargli.

Il vino anche se poco e la rabbia non mi stanno facendo per niente bene.

Sascha entra nel bagno di botto pochi attimi dopo e mi blocca tra lui e il muro.

《Qual'é il problema?》sbotta poi come arrabbiato.

Ma cos'ha per essere tanto arrabbiato?

Io posso esserlo, non lui.

《Non ho nessun problema》gli rispondo a tono spingendolo con una mano lontano da me.

Lui reagisce subito prendendomi il polso e ribloccandomi contro il muro, rendendomi più impotente di prima nei confronti della sua forza.

《No tu hai un problema e voglio sapere che cazzo ti prende》sibila come se volesse urlare, ma é consapevole di non poterlo fare visto il luogo in cui ci troviamo.

《Io vorrei sapere che cazzo prende a te! É tutta la sera che ci ignori per stare con lei e va bene che sei il suo ragazzo, ma diamine a malapena ci hai degnato una parola da quando é arrivata!》Sbraito fregandomene se qualcuno dovesse sentirmi.

Mi prende anche l'altro polso, premendo anch'esso ai lati del mio corpo contro il muro, come per avvertirmi di abbassare il volume della voce.

《Ti sei messo a giocare con il tuo stupido telefono dimmi che diavolo avrei dovuto fare》replica cercando poi di darsi un contegno.

《Avresti potuto inserirmi nella conversazione anche solo una volta o magari permettermi di parlare con la tua ragazza o con Surry al posto di cercare di alzare un muro tra voi》sbraito di nuovo a voce alta.

Lo sento innervosirsi ancora di piú.

《Credo che tu abbia bevuto troppo Stefano, stai dicendo stronzate》se ne esce tagliando corto l'argomento.

《Oh certo! Ora diamo la colpa all'alcol, non sono certo io quello che bacia la gente a caso quando beve troppo, e l'ho a malapena toccato il vino questa sera》rispondo convinto di avere tutte le ragioni per lanciargli una frecciatina.

《Non sto dando la colpa al vino, la sto dando a te! Che sei cosí...》sbotta di un colpo per poi tentennare.

A questo punto se avessi potuto indietreggiare l'avrei fatto.

《Cosí come?》replico testardo.

Non risponde incrociando il mio sguardo con il suo, restando ad osservarmi.

《Beh sai cosa? Sono stanco dei tuoi giochetti. A che scopo tenermi bloccato cosí contro di te?》non risponde di nuovo, come se fosse incantato.

《Vaffanculo allor...》provo a dire, ma non finisco la frase che sento la pressione sui miei polsi venire meno, subito scambiata da quella che sento quando mi cinge la vita.

Il suo corpo é a diretto contatto con il mio.

Le sue labbra improvvisamente poggiate sopra le mie, alla ricerca di un contatto maggiore...






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