Capitolo 40

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Stefano! No...non puoi andare》fu quello che disperatamenti dissi per fermarti.

Non so cosa mi prese, sapevo di stare sbagliando a comportarmi così.

Però si sa: se gli errori non uccidono ti fortificano... beh a me non hanno fortificato.

《Io devo andare, deve essere importante》Rispondesti sicuro di te, la preoccupazione ti si leggeva chiara in faccia, ma io avevo deciso di volermi rovinare con le mie stesse mani.

《Stefano... voglio un bene dell'anima a Sascha, ma credi che ti meriti? Insomma ti ha fatto soffrire perfino più di Marina... i-io vorrei solo renderti felice...ma non me lo permetti s-se continui a fare così. Per favore Stefano sei ubriaco fradicio e so che detto da me, che sto messo peggio è quasi ridicolo, ma non puoi andare in giro così... è pericoloso》Ti dissi io.

So quasi di per certo che ricordi queste parole, ma non ricordi cosa mi rispondesti...

《Non mi importa! Non me ne frega niente se non mi merita. Non mi importa se è pericoloso. Per lui andrei anche all'inferno se fosse necessario. So che mi fará soffrire ancora, come ha giá fatto, ma IO LO AMO. Amo lui, non te.... e questo è abbastanza!》.

Dicesti poi altre cose sul fatto che saresti stato attento e hai balbettato quelle che credo fossero scuse per la serata rovinata a metá, ma io non ti sentivo più.

Le mie orecchie fischiavano, avevo solo voglia di buttarmi a terra a piangere.

Non fraintendermi Stefano... io sono sempre stato consapevole che avresti amato solo lui, ma quella notte mi ero illuso come un ingenuo.

La veritá sbattuta in faccia in quel modo mi ha ferito così nel profondo che ho sentito tutto abbandonarmi.

Il dolore aveva ucciso tutto ciò che mi teneva vivo e felice.

La veritá mi ha ucciso.

Mi chiedesti poi di non odiarti e dicesti di dover andare, a quel punto ero giá sicuro del fatto che non ti saresti ricordato di queste parole dette con rabbia, ma erano vere e questo bastava per me.

《Non ti odierei mai Stefano... odio me stesso per non essere... lui》fu quello che risposi mentre uscivi, ma non mi sentisti.

Hai notato il mio unico polso tagliato?

Hai notato che è quello del mio unico tatuaggio?

Sai in realtá che cosa vuol dire quella data?

È il giorno in cui scherzando mi hai detto un "ti amo" non ricordo neanche per cosa, forse perchè ti avevo portato la colazione, era una cosa sciocca, ma quella data mi rimase in testa tanto da volermela tatuare.

Quel giorno infatti capii il perchè non sarei mai potuto essere io il tuo "lui", sì... io giá lo sapevo da quando stavi con Marina che tu fossi gay, sai perchè?

Perchè lo stesso giorno dicesti un altro "ti amo", ma questa a volta a Sascha, scherzavi ovviamente.

Ti aveva fatto vincere una partita a Fortnite e l'avevi detto nell'euforia, ma sai cosa?

Quel ti amo detto attraverso un microfono era così vero che mi sorpresi enormemente di come ancora voi due non vi foste resi conto di essere fatti l'uno per l'altro.

Ho tagliato questo polso perchè ho posto una conclusione alla storia che per me inizia quel giorno, la storia di come mi sono innamorato di te tanto da preferire la tua felicitá alla mia.

Ora... prima che tu possa prenderti la colpa per ciò che è successo se stai leggendo questa lettera, voglio dirti che non è colpa tua.

Non darti la colpa.

Io non ti odio.

Io odio il fatto di averti amato.

E non lo odio neanche così tanto, anzi...

Ti prego, ti scongiuro solo di una cosa... ricordami come il ragazzo occhialuto, impacciato, nerd e un po' apatico, che ha vissuto con te per anni.

Ricordami come il mates giallo, il ragazzo di minecraft, il pazzerello dai capelli gialli, colui che ha craftato 2 milioni e mezzo di biscotti, ricordarmi così... non ricordare l'ombra che sono diventato.

Ricordami felice, non piangere per me, sorridi.

Ho dato la mia vita perchè tu potessi avere quel sorriso con la persona giusta.

Se fossi restato con voi so che sarei prima o poi stato un ostacolo.

Quindi sorridi ti prego, non darti la colpa per questo... sappi che ti voglio bene.

Ci si vede, spero fra molti anni, dall'altra parte.

-

Quando mi sveglio sono nel mio letto in camera mia, nella casa di Milano.

Dopo pochi attimi i ricordi mi investono come un uragano e per poco non arrivo ad avere un attacco di panico.

Sascha mi accarezza la mano dolcemente, è seduto vicino a me.

Lo guardo e mi sento immediatamente rassicurato nonostante tutto.

《Ehi hai avuto un incubo?》mi chiede sorridendo poi per darmi un dolce bacio sulle labbra.

Sorrido anch'io confuso.

La realtá è ciò che esiste quando i sogni scompaiono... e a volte io, ancora per alcuni attimi, non li distinguo...

| Does your smile lie? | ~ SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora