Capitolo 37

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Il silenzio della stanza è spezzato solo dalla suoneria di Sascha che continua imperterrita.

Tiene il telefono in mano con fare assente, come se non l'avesse mai visto prima.

Assurdamente è Giuseppe il primo a reagire:

《Sascha! Rispondi no? Vai fuori però, qui dentro in teoria non si dovrebbero neanche tenere accesi i telefoni》esordisce sbrigativo.

Sascha annuisce tornando in se e si alza per andare fuori.

Per un momento sono tentato dal seguirlo, ma mi convinco del fatto che se vuole che ci sia anch'io me lo chiederá.

Come se avesse sentito i miei pensieri si gira e chiede:《Ste...potresti venire anche tu?》.

Il suo sguardo è tremendamente dolce che nonostante la situazione non posso fare a meno di sorridere e annuire.

Faccio un cenno agli altri due ragazzi ed esco dalla stanza.

《P-pronto?》sussurra Sascha rispondendo.

《Sascha! Finalmente! Sono tre giorni che non ti fai sentire! Cacchio sai vero che non puoi fare così?》urla esasperata Sabrina al telefono.

Il vivavoce non è neanche necessario.

È chiaro a questo punto che l'ultima volta in cui si sono sentiti risale quindi alla litigata.

Sa non risponde, resta come paralizzato, come se stesse affrontando il suo passato proprio ora.

《Sascha! Ci sei? Sei scappato via! Mi spieghi che cavolo ti prende? Sei sempre stato sensibile quando si parlava di Stefano, ma questa volta sei uscito di testa! Mi spieghi cosa ti è preso? Perchè? Perchè difendi sempre lui e non prendi mai le mie difese?》Inizia Sabrina urlando per poi singhiozzare e sciogliersi in lacrime.

Improvvisamente dal felice di accompagnare Sascha che ero, mi sento improvvisamente di troppo.

Credo che sia tremendamente privato tutto questo e che io mi stia intromettendo senza diritto.

《Sabrina... Sabri... Per favore... non fare così. Asciuga quelle lacrime e sii forte. Avrei voluto parlartene diversamente. Anzi avrei dovuto capirlo e dirtelo appena ne ho avuto il dubbio... i-io ti amata... in un certo qual modo. Sappi che ti voglio bene, te ne vorrò sempre, ma io... sono innamorato di Stefano....》risponde cercando di non ferirla, ma in questo caso è inevitabile.

Segue poi un silenzio assoluto da entrambi i lati.

《...Sono una merda lo so, so che non meriti di saperlo così, so che sono stato infantile a reagire così... mi disp..》inzia poi di nuovo Sascha, ma viene interrotto da un singhiozzo di Sabrina.

《Shh... smettila ti prego...stai zitto... cosa credi che fossi cieca? Lo sapevo da mesi ormai. Forse l'ho sempre saputo. Avevi quella luce negli occhi quando lo guardavi... la luce del vero amore. Per tutto questo tempo ho solo sperato di essermi sbagliata, ma avevo ragione... Ho cercato di capire fino a che punto foste arrivati, ma neanche voi lo sapevate》esordisce poi sorprendendomi.

Non posso credere che perfino Sabrina l'avesse capito prima che io e Sascha ce ne rendessimo conto.

Sascha invece lo vedo sorridere, un sorriso tenero, diverso da quelli divertiti che fa di solito.

《Sei sempre stata brava a capirmi... Spero che un giorno potrai perdonarmi o quanto meno comprendermi, non sai quanto dolore questa scelta mi ha riportato a galla...》sussurra Sascha estraniandosi dal mondo.

Forse dovrei provare gelosia o quanto meno fastidio per il suo modo di conversare amabilmente, ma d'altronde sono stati assieme anni... hanno 11 gatti e un cane, una casa... io li ammiro.

So che Sabrina sará sempre per Sascha una figura importante e io lo accetterò, so che se non mi amasse non avrebbe mai fatto questa scelta di abbandonare tutto.

《Non c'è niente da perdonare in fin dei conti. Al cuor non si comanda amore... io prenderò il mio tempo, ti restituirò le chiavi dell'appartamento e per il resto si vedrá》risponde Sabrina molto maturamente.

È sorprendente come le persone davanti alla schiaffeggiante veritá si mostrino molto diverse dalla loro normale natura.

Io inizio a scuotere la testa e mimo con le labbra: "Lascia la casa a Sabrina, non ti servirá. Vivrai dai noi".

Mi sento debitore nei suoi confronti, d'altro canto le ho portato via una persona così speciale.

Sascha mi sorride e glielo riferisce.

Li ascolto chiaccherare distrattamente per un po', poi Sascha la saluta e chiude la chiamata.

《Avrei bisogno proprio di dimenticare tutto il brutto di questa giornata sai?》esordisce poi con fare stanco.

Annuisco comprensivo per me varrebbe la stessa cosa.

Rientriamo nel corridoio dell'isolamento e sentiamo la voce di Giuseppe.

Prima di rientrare riesco a scorgere una parte di una frase: 《...chi ama non distrugge...salva...se stesso e l'altra persona...》.

Una volta dentro Salvatore si pulisce gli occhiali e guarda verso il basso, Giuseppe sembra lo stesso di sempre con il suo sguardo perennemente preoccupato.

Probabilmente devo solo essermi immaginato che ciò di cui stessero parlando fosse effettivamente importante. Quanto meno lo spero...



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