Capitolo 8

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Apro gli occhi e la luce mi acceca.

Sbatto le palpebre più volte prima di buttarmi il cuscino in faccia mugulando.

Poi mi giro su un fianco e il pavimento duro mi arriva in piena faccia facendomi gridare istintivamente.

Solo a questo punto mi sveglio e mi rendo conto di essere caduto dal letto.

《Stefano! Che cosa ci fai per terra?》sento dire da Sascha sulla porta della stanza già sveglio e vestito.

《Mmm.. sono caduto dal letto》mugugno rincoglionito dall'improvviso mal di testa conseguenza di ieri.

《Ma come hai fatto a cadere...》dice scoppiando a ridere.

《Sta zitto e dammi una mano ad alzarmi scemo》bofonchio.

Mi tira su dal braccio porgendomi un moment.

Lo ingoio felice di non dover più sopportare il martellare della testa e subito dopo corro a mettere la lingua sotto il rubinetto, la marijuana fa venire una sete incredibile.

《Dove sono gli altri due?》chiedo poi sedendomi al computer per editare.

《Non ne ho idea credo che siano restati lì tutta la notte ad ascoltare Martin Garrix e siano ancora lì》risponde mettendosi in testa le cuffie e iniziando ad editare a sua volta.

《E tu a che ora sei tornato a casa dal concerto?》chiedo di nuovo.

《Non sono più tornato quando ti ho riaccompagnato a casa, volevo assicurarmi che stessi bene e non mi andava di lasciarti solo》risponde coinciso fissando lo schermo davanti a se.

Se non l'avesse detto con così tanto fare pratico sarebbe quasi sembrato dolce, ma a me basta anche così per essere felice.

《Grazie Sascha》sussurro anche se con la musica dell'editing probabilmente non può sentirmi.

E restiamo così a lavorare nel silenzio con i pensieri a fare rumore nella testa, fino a quando non sentiamo circa un'ora dopo le chiavi girare nella toppa di casa.

《Siamo tornatiiiii!》sento gridare da un fogatissimo Surry che entrando saltellando mi si fionda addosso abbracciandomi.

《Ehi.. si ho visto》rispondo stupito e appena risvegliato dal mio mondo lavorativo.

《Giuse ma che gli hai dato per farlo diventare così?》chiedo scherzosamente convinto che Surry sia solo esagitato.

《Credo che abbia bevuto un po' troppo ieri sera dopo che vi siete separati da noi e che gli effetti si siano sentiti in ritardo, per questo ho preferito farlo tornare a casa》risponde serio.

Ci scambiamo uno sguardo, non è da Surry bere tanto, probabilmente c'è qualcosa sotto, ma a giudicare dallo sguardo di Giuse deve aver già provato ad indagare senza risultati.

《Dai vieni Surry ti porto a letto》dico alzandomi.

Annuisce appoggiandosi col braccio sulle mie spalle.

Solo a questo punto Sascha che era restato zitto senza dare segni di vita, praticamente si carica Surry sulle spalle allontanandomelo.

《Tranquillo Ste, tu riposa lo porto io a dormire》dice con lo stesso tono di quando si vuole reprimere qualcosa.

Difficile capirci... Ormai non si sa chi nasconda più cose tra noi.

-

Nel pomeriggio, quando Surry si è ripreso, registriamo un video di gruppo: la "non ho mai challenge" per il canale di Sascha.

Accese le telecamere è Papà per primo a pescare tra le domande dei fan.

《Non ho mai fatto parte di un trio》 dice cominciando a guardare male Sascha.

Gli tiro una sberla sulla nuca per vendicarmi di questa frecciatina.

Alla fine dei conti beviamo uno "shottino" di limone io Giuse e Surry sputacchiandolo subito dopo.

《Non ho mai praticato autolesionismo o pensato al suicidio》legge poco dopo Surry con nonchalance.

Ci guardiamo tutti in silenzio per un attimo poi Giuse prende uno shottino e lo ingoia sorridendo imbarazzato.

《Eh beh prima di imparare a sopravvivere alla mia malattia mi è capitato di pensarci》risponde in fretta.

Inaspettatamente subito però anche Sascha afferra uno shottino e lo beve senza emozioni in viso, lo fissiamo tutti stupiti.

Di Giuse già lo sapevamo, ma di Sascha... no.

Scoprirlo in questo modo non è il massimo...

《È stato un brutto periodo della mia crescita, la separazione dei miei genitori è stata un brutto colpo》dice, ma sono sicuro come mai prima d'ora che stia mentendo.

Mi era già capitato di notare dei graffi scordinati sui suoi polsi, ma essendo un gattaro da sempre non mi ero mai stupito.

Però al fatto che sia stata la separazione dei suoi a farlo iniziare con l'autesionismo non ci credo neanche lontanamente.

C'è qualcosa di più sotto.

Mi ha parlato in passato di quando i suoi si erano lasciati, ma nella sua voce non c'era mai stato rammarico, al massimo tristezza, forse rabbia.

Gli altri due sembrano avergli creduto, quando però incrocia il mio sguardo fisso, capisce probabilmente che so che ha mentito e si affretta a leggere il nuovo biglietto.

《Non ho mai baciato una persona del sesso opposto》legge sbarrando poi gli occhi.

《No... non l'ho fatto》continua poi tranquillo tirandosi indietro.

Io resto per un attimo con la bocca spalancata a fissarlo...

So personalmente che ciò non sia affatto vero. Ha baciato me.

| Does your smile lie? | ~ SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora