Capitolo 15

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《Sascha! È diventato un optional bussare?》chiede Surry tranquillo distanziandosi però troppo tardi da me.

Non che ci fosse niente di strano effettivamente nello stare così vicini se non fosse che Surry stesse ancora asciugando il mio viso dalle lacrime.

Appena è entrato Sascha sembrava fosse pronto a delle scuse per il volume della musica che nel frattempo avevano abbassato, ma poi deve averci visti in questo momento e i suoi occhi mi è parso per un attimo di averli visti ardere.

Un secondo dopo però è giá di nuovo calmo, si chiude infatti la porta alle spalle e sorride falsamente.

《Scusate avrei dovuto bussare prima, volevo parlare un secondo con Stefano...da solo...》sibila.

I suoi gesti tranquilli sono però una copertura, la sua voce è rabbiosa.

Surry mi guarda per un attimo come a dire "vuoi davvero che io vada?", gli sorrido in risposta, lui quindi si alza ed esce lasciandoci soli.

Voglio sapere cosa avrá mai da dirmi Sascha.

Se avesse voluto solo scusarsi per la musica non avrebbe mandato via Salvatore.

《Che stavate facendo?》sbotta subito dopo avvicinandosi a me minaccioso e rivelando la sua vera natura.

《Che ti importa?》rispondo a tono alzandomi in piedi.

Tento infatti di togliermi da questa situazione di disagio in cui lui resta in piedi e sovrasta sulla mia figura invece seduta.

Una volta alzato la situazione non cambia molto... anzi probabilmente peggiora, sovrasta comunque su di me a causa della mia bassa statura e io sono costretto a indietreggiare verso il muro alla mia sinistra.

《Voglio sapere cosa stavate facendo》replica rendendo il tono della sua voce ancora più minaccioso.

《Non sono affari tuoi, pensa ai tuoi sbalzi di umore e mettiti d'accordo con il tuo cervello prima di chiedere di me》rispondo cattivo.

Mi afferra la maglietta sbattendomi al muro e guardandomi dall'alto in basso.

《Inanzitutto tu non devi dirmi cosa fare, secondo spiegami perché mi aggredisci in questo modo e terzo spiegami perché quando sono entrato sembrava che tu e lui foste una coppietta delle palle》sbotta per poi costringermi a sollevarmi sulle punte, quando avvicina a se il bavero, che ha afferrato, della mia maglia.

Il mio gesto istintivo è quello di allontanarlo con uno spintone e momentaneamente ci riesco.

《Ah io ti starei aggredendo? E spiegami che cazzo stai facendo tu allora da quando sei entrato. E qualunque cosa tu abbia visto di me e Salvatore non sono affari tuoi, magari il giorno in cui deciderai di affrontare le cose da persona matura e parlare di cosa è successo tra noi e di cosa ti sta succedendo, al posto di scappare tra le braccia di una donna schermo, capirai》sbrocco ringraziando nel frattempo la musica ancora presente che dovrebbe coprire le nostre discussioni.

So di aver un po' esagerato forse, ma è sempre stato un mio grande difetto la rabbia.

Essa mi fa dire cose che feriscono gli altri anche se io non vorrei farlo.

Per un attimo infatti Sascha resta immobile come stesse elaborando le mie parole, poi il suo volto diventa rosso di botto e mi scaraventa facendomi battere una schienata di nuovo contro il muro per poi riafferrarmi dalla maglietta...

《Come osi?》urla lui a questo punto.

Per un attimo le mie sicurezze vacillano.

Non ho mai visto Sascha comportarsi così, però la mia testardaggine non ha confini...

《Come oso fare cosa? Darti dell' infantile o dire che la tua relazione è penosa? Che c'è la veritá ti fa male?》rispondo quindi a tono riempiendo la mia bocca di parole velenose, per poi pentirmi subito dopo guardando l'espressione che si dipinge sul volto di Sascha...






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