Capitolo 29

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Sento Sascha chiedere a Surry se io fossi ancora a casa.

Suppongo che Sal abbia annuito quando i passi di Sascha si avvicinano al mio balcone dove ancora sono seduto.

Stringo forte l'accendino nella mano per farmi forza e lo accendo e spengo nervosamente.

《Vattene Sascha》dico prima che lui possa anche solo aprire la finestra che avevo socchiuso.

《Se vuoi me ne vado subito...》la sua voce è strana, assurdamente calma ed esce leggera come fosse soffocata.

《...ma credo che Salvatore non sarebbe stato così agitato nel parlarmi se non fosse che ha visto che qualcosa non andava o sentito da te qualcosa che non sapeva...》ancora una volta mi chiedo come cavolo sia possibile che questo sia Sascha, il "vorrei fosse mio" Sascha che è sempre stato, l'altra parte della mia anima da quando l'ho conosciuto.

《...Gli hai detto di noi e di cosa è successo?》mi chiede sempre pacato con un tono forse ora più preoccupato.

Prendo una boccata di fumo e scuoto la testa trattenendo con forza le lacrime, quando però cerco di far cadere la cenere Sascha nota la mia sigaretta.

Si irrigidisce e sento improvvisamente una sensasione di tensione nell'aria.

Poi lui sbotta tutto di un colpo.

《Che cazzo stai facendo Stefano?》mi urla contro con cattiveria.

Io resto scioccato e mi giro verso di lui senza più preoccuparmi delle lacrime che vedrá sul mio viso.

《I-io... sto..f-fumando》balbetto spaventato da questo suo improvviso ed ennesimo sbalzo d'umore.

《Buttala! Buttala subito! Tu non hai neanche una vaga idea di cosa una sigaretta possa farti》urla ancora alzandomi di peso.

《A te cosa importa? Non hai nessuno diritto di dirmi cosa dev...》tento di rispondere mentre cerco il terreno coi piedi che per qualche secondo, essendo lui molto più alto di me, mi era mancato.

Vengo interrotto però quando parlo, mi strappa la sigaretta di mano e lancia via, poi mi scaraventa contro il muro e mi sovrasta minaccioso.

《Non osare mai più fumare una sigaretta, ne tanto meno altri tipi di sostanze. E io sono abbastanza per dirti che non devi fumare...》sibila con uno sguardo serio.

Solo ora riesco a notare le sue pupille dilatate e le sue mani che tremano.

E forse qualche risposta sulla situazione tra le miliardi di domande inizia a farsi strada nella mia mente.

《Perchè?!》inizio a urlare anch'io arrabbiandomi, sono stufo di tutto questo mistero.

《Io faccio il cazzo che voglio con la mia vita Sascha e tu non sei niente meno che nessuno per me》urlo sentendo me stesso dire queste parole in parte così finte, ma che vorrei in fondo potessero essere vere, almeno non soffrirei più.

La sua espressione si rabbuia e riesco a prendere io il controllo della situazione e piantare lui contro il muro.

Sfogo contro di lui tutta la frustrazione che da settimane mi porto addosso.

《I-io... non sono nessuno...?》sussurra guardando verso il basso.

《Esatto sei nessuno! Non potrai mai essere il mio fidanzato perchè a quanto pare è inconcepibile per te, hai solo voluto usare il mio corpo. Sei meschino. E non posso più considerarti mio amico e lo sai perchè? Perchè gli amici ci sono quando sei a terra... tu mi ci hai buttato con tutto te stesso a terra e non sei venuto a rialzarmi! Io ti odio! Hai ferito la mia fiducia... sei una delusione》sputo fuori con tutto l'odio di cui sono capace, non penso all'effetto che le mie parole possano avere effettivamente su di lui.

《Ti prego... no... non farlo... basta...non colpirmi》balbetta Sascha con la voce strozzata.

Mi zittisco allentando la presa al suo bavero e la forza con cui lo premevo contro il muro.

《Non sono come te io non ti colpirei, sono ancora un essere umano》rispondo senza rendermi conto che Sascha però non mi vedeva più.

Non parlava con me, ne con qualcuno di effettivamente presente.

Parlava coi fantasmi di un passato che lo ha pugnalato dritto nell'anima dove le ferite non si sono mai ricucite.

《N-non sono gay! Ti giuro... no... non lo sono, per favore...》singhiozza cadendo a terra a peso morto tremando forte.

Mi costringe a inginocchiarmi per non perdere la presa.

Inizio a rendermi conto solo in questo momento che c'è davvero qualcosa di strano, non si può trattare solo del suo essere lunatico a questo punto, forse ciò che sta succedendo è un problema più grande di me.

Inizio a spaventarmi del suo comportamento, non è in se, ho paura di essermi spinto troppo oltre con le parole e di aver innescato qualcosa che teneva sigillato dentro di se.

《Sascha... ma tu lo sei...sei gay... o quanto meno bisex, se no ti saresti disgustato al solo semplice primo bacio. Sascha! Ieri sera... hei, hei guardami...》dico quando vedo i suoi occhi per un attimo diventare completamente bianchi come accade quando si ribaltano all'indietro.

《...shhh, tranquillo, hei... va tutto bene, non devi temere io non ti giudicherò per quello che sei sono l'ultima persona al mondo che potrebbe farlo. Sascha mi hai detto che mi amavi ed è stato il momento più bello della mia vita, ti prego torna qui con me》dico cercando di restare calmo e di fare appello a tutte le mie scarse conoscienze di primo soccorso.

Improvvisamente però appena termino la frase Sascha inizia a tossire forte e a piangere e sembra tornare in qualche modo in se.

《S-te! La giacca!》riesco a capire tra un colpo di tosse e l'altro.

《La giacca?》chiedo confuso in preda al panico.

《Si! Veloce! La mia giacca》urla poi.

Io reagisco veloce come flash e gli riporto la sua giacca senza effettivamente capirne il motivo.

Le sue mani tremano ancora quando inizia a frugare in tutte le tasche alla ricerca di quella che credo ora di intuire sia la famosa scatolina bianca che più volte gli avevo di sfuggita visto in mano.

Da lì a poco avrei capito... ogni cosa... e mi sarei odiato per le parole appena rivoltegli e per tutto l'odio che avevo provato ogni volta che mi faceva impazzire con i suoi sbalzi di umore...

Perfino e sopratutto quelli avrei capito il perchè li avesse... ma ora dovevo solo sperare che Sascha riuscisse a trovare qualunque cosa mai stesse cercando in quelle dannate tasche...

Il suo respiro accellera ad ogni secondo che passa e il suo fiato sembra mozzato e lui sembra non possa farci nulla...



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