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Jungkook era crollato sulle ginocchia, il volto sepolto nelle mani, le spalle muscolose erano ricurve e scosse da singhiozzi, le lacrime erano così tante che colavano attraverso le dita. Dal tipo di principe che aveva conosciuto, quella posizione quantomeno sottomessa non era esattamente il tipo di spettacolo che pensava potesse mai vedere nella sua vita.

Ed il fatto che ancora non gli avesse dato nessuno schiaffo, che non lo avesse picchiato o rivolto parole cattive era...sconcertante.

«Mi dispiace...mi dispiace così tanto. Taehyung ti prego perdonami per non averti avvertito subito» singhiozzò, e Taehyung non seppe cosa fare.

Per la prima volta nella sua vita, non sapeva cosa fare.

Quello era l'uomo che lo aveva violentato per una settimana consecutiva, l'uomo che l'aveva umiliato, che aveva osato venirgli sulla faccia e commentare con «Il bianco ti dona, passivello», quello che aveva cosparso il suo corpo di lividi e che lo aveva schiaffeggiato fino a fargli gonfiare l'occhio.

Ed era proprio quella consapevolezza a farlo rimanere immobile davanti a quella scena.

«Taehyung, mi dispiace così tanto...non sono io, non volevo che ti succedesse, non sono io a fare quelle cose. Lui è ingestibile, mi dispiace» pianse più forte Jungkook, prostrandosi ai suoi piedi, curvo su sé stesso, distrutto.

E per quanto male gli avesse fatto, per quanto ancora Taehyung non fosse in grado di guardarsi allo specchio, per quanto ancora il pensiero di essere sfiorato da Jungkook gli facesse venire da vomitare, quella era una scena troppo struggente per lasciarlo indifferente. Era così in pena che raccolse il coraggio e si chinò alla sua altezza. 

Un profondo respiro, Taehyung. Ce la puoi fare.

Sì, ce la poteva fare.

Esitante, allungò una mano verso Jungkook -ignorando il suo lieve tremolio- e deglutì un paio di volte a vuoto per la paura di qualche ritorsione non appena quella inspiegabile ventata di disperazione sarebbe terminata. Le sue dita sfiorarono le spalle tremanti e muscolose dell'altro, che alzò di scatto il viso al gesto, quasi supplicandolo con gli occhi di non temerlo.

Taehyung sobbalzò e cadde con il sedere a terra, sentendo il fiato mancargli per la paura che potesse tornare a colpirlo e che gliela facesse nuovamente pagare.

«Nona avere paura di me, ti prego. JK non è me, io no sono come lui! Non sono io a fare quelle cose, non sono io!» gridò disperato Jungkook, artigliandosi i capelli come se volesse strapparli, le dita sepolte nelle ciocche corvine.

Taehyung sobbalzò e si guardò intorno, in panico.

Se qualcuno li avesse visti non sarebbe di certo stata una cosa conveniente, erano pur sempre nel corridoio principale del palazzo, dove in quel momento vi erano degli ospiti.

Chiunque avrebbe potuto vederli, e l'ultima cosa che Taehyung desiderava era creare nuovi gossip tra la servitù.

«Jungkook, non possiamo stare qui. Tiratevi su, vi accompagnerò alle vostre stanze» gli disse con tono fermo per prendere il controllo della situazione, mettendosi in piedi.

Ma Jungkook sembrò, al contrario, piangere più forte di prima, rannicchiandosi contro la parete e infilando la testa tra le ginocchia.

«E' tutta colpa mia, è tutta colpa mia» continuava a sussurrare senza sosta, e Taehyung strinse le labbra, sentendo la bocca farsi secca.

Il suono di alcuni passi echeggiò in lontananza e andò nel panico, avvicinandosi senza pensarci al ragazzo disperato per terra e tirandolo per una manica della camicia.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora