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Il suo cuore aveva smesso di battere nel momento in cui aveva riconosciuto la persona che gli si stava avvicinando con elegante quanto sinistra grazia. Lo sguardo severo e duro era rivolto a lui, atterrendolo e lasciandolo capace di guardarlo solamente tenere strette le redini del cavallo con forse un pò troppa energia mentre l'animale gli camminava dietro ondeggiando ad ogni passo.

«Ma è il principe...» sentì sussurrare da una delle sentinelle voltandosi verso il principe per chiedergli mutamente cosa dovessero fare, incredula almeno tanto quanto lui.

Un verso interrogativo lasciò le labbra dei soldati presenti e Jungkook si voltò un attimo verso di loro trovandoli tutti interdetti ma in attesa di ordini. Rifletté per qualche istante e si rivolse nuovamente alla figura che, con lentezza quasi esasperante, gli si stava avvicinando con portamento fiero. 

«Abbassate le armi e tornate in posizione» ordinò con voce seria Jungkook, sorpreso che il suo tono non lo avesse tradito. Per una volta era riuscito ad apparire il sovrano che tutti si aspettavano di vedere. 

I rumori di passi si diradarono velocemente intorno a loro, gli occhi scuri fissi in quelli cerulei che, per la prima volta, non vennero attraversati da nessun guizzo gioioso, appassionato o contento, ma erano rimasti fermi in una statica impasse come le acque tranquille del mare mattutino. Quegli occhi cerulei erano la sua prigione e gli scatenavano dentro così tante emozioni che i pensieri diventavano come gabbie da cui non poteva evadere. 

Quando furono a pochi metri di distanza, Jungkook quasi non sobbalzò.

«Prendete il cavallo, pulitegli gli zoccoli, striatelo e dategli da mangiare» furono le prime parole che lasciarono quelle labbra sottili. Fredde ed affilate, non sembrava nemmeno la stessa voce che fino a pochi giorni prima gli aveva parlato con tono roco ed accogliente. Era stato monocorde e completamente piatto, portando il cuore di Jungkook a galoppargli nel petto.

Le mani gli tremarono appena per quanto stentasse a riconoscere Taehyung.

I soldati si mossero velocemente facendo gli inchini, prostrandosi e muovendosi velocemente per obbedire agli ordini fino a che non rimasero loro due, fermi, a guardarsi senza dirsi nulla. 

Ma che cosa potevano dirsi?

A cosa servivano le parole quando quegli occhi riuscivano a fare discorsi che la mente non riusciva a formulare e la bocca a dargli voce? Erano necessarie, le parole, in quel momento in cui Taehyung lo guardava con così tanto distacco da far male? 

La freddezza e l'assoluta indifferenza racchiusa in quelle orbite lo spinse quasi a smettere di respirare perchè non pensava che sarebbe mai arrivato il momento in cui Taehyung lo avrebbe guardato in quel modo. 

«Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a palazzo?» furono le prime parole che gli rivolse Jungkook, ostentando una calma che non sentiva minimamente appartenergli. Non era questo quello che avrebbe voluto o dovuto dirgli, ma non era riuscito a dare voce ad uno dei milioni di pensieri che si accavallavano nella mente. La lingua si era mossa da sola articolando quelle parole che non erano le più giuste ma erano quelle che gli avrebbero permesso di capire.

Il suo sforzo di mantenere un atteggiamento neutrale lo portò a sentire la maglia appiccicarsi alla schiena e le mani sudare terribilmente, così tanto che fu costretto a passarsele sui pantaloni per asciugarle.

Una sensazione di spiacevole disagio sguazzava placidamente nelle sue viscere e ringraziò il cielo di non aver ancora consumato un pasto perchè -ne era certo- avrebbe rimesso tutto senza il minimo tentennamento.

«Al contrario,adesso sono proprio dove dovrei essere. Dove dovevamo essere insieme» gli rispose con un sibilo Taehyung, la voce velata di misurata rabbia che stava crescendo via via che guardava quelle iridi color caffè cercare nel suo sguardo la motivazione della sua presenza. 

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora