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«Jungkook!— uhm, non preoccuparti, è solo mio fratello!» ridacchiò nervosamente Jimin, sbiancando però all'occhiata gelida che gli aveva appena lanciato il marito di suo fratello.

Ricordava fin troppo bene la sera della cerimonia di tre mesi prima, quando Jungkook aveva praticamente quasi strozzato Jin ed aveva sbattuto Taehyung contro la parete, terrorizzandoli tutti.

Taehyung guardò stralunato JK; l'ostilità emanata verso suo fratello era così palese da essere quasi tangibile e si decise a prendere la parola per evitare il disagio crescente di Jimin, che deglutì sonoramente pallido in viso.

Si alzò e gli sfiorò il braccio con la mano sperando che il gesto non gli sarebbe costato un occhio nero, mettendo solo una minima distanza tra i loro corpi per dare una parvenza di naturalezza. «JK, lui è Jimin. L'hai già incontrato la sera delle nozze...r-ricordi?».

Bravo Taehyung continua pure a balbettare, così lo convincerai di sicuro.

Jimin aggrottò la fronte e fece per parlare, ma l'occhiata che gli lanciò Taehyung fu sufficiente a convincerlo nel rimangiarsi ciò che stava dicendo ed utilizzare la bocca per masticare una cosa a caso pescata sul piattino semi abbandonato sul tavolino.

«Il rapporto di parentela non giustifica il contatto fisico immotivato» ribattè quello, tagliente.

Taehyung sentì un brivido passargli nella schiena e posò gli occhi sul volto di JK, che era ancora intento a guardare Jimin come se fosse il nemico.

Jimin fece un'espressione tra il perplesso e lo sconvolto, ma non poté evitarsi un brivido sulla schiena a quanto il principe facesse paura.

«JK... per favore. Jimin mi stava solo consolando» sussurrò quindi con tono così basso che non lo sentì nessun altro.

Quello fece un profondo respiro -irritato fino all'inverosimile- e si passò una mano tra i capelli, voltandosi poi solo per guardare un Taehyung pregarlo con gli occhi di non fare nulla di avventato.

Intorno a loro il chiacchiericcio continuava incessante, eppure Taehyung non riusciva a sentire nulla tanta l'ansia che provava per l'imprevedibilità dell'altro.

JK arricciò il naso e si guardò nuovamente intorno con fare scocciato.

«Siamo a quel cocktail di merda di cui mi aveva avvertito il perdente?».

Tutti gli invitati -pochi eletti, a dire il vero- erano intenti a ridere, scherzare e mangiare; i bambini erano stati affidati alle bambinaie che li avevano portati lontano da lì sotto gentile richiesta di Yoongi, che aveva utilizzato le sue conoscenze per evitare di creare a Jungkook problemi di sorta e dissociazioni sporadiche.

Forse.

JK era comunque spuntato, probabilmente a causa dello stress che la situazione gli creava.

«Sì, siamo a casa di sua maestà Namjoon. Mi è sembrata una brava persona...per favore JK, non creare situazioni spiacevoli» gli disse Taehyung, stringendo le labbra al pensiero di dover -eventualmente- dare ulteriori spiegazioni a un già sospettoso Jimin.

JK schioccò la lingua sul palato con fare  contrariato e gli afferrò il polso, facendolo sobbalzare per il gesto improvviso.

Strizzò gli occhi pronto a ricevere il colpo ma fu costretto a riaprirli velocemente per vedere cosa stesse succedendo. JK si era gettato -letteralmente- sul divanetto trascinandolo al suo fianco e facendolo quasi cadere faccia a terra.

Ricadde all'indietro con un tonfo e JK gli poggiò il braccio sulle spalle, schiacciandolo al suo fianco e facendo sì che il cuore di Taehyung facesse le bizze.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora