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Lo sgomento e la sorpresa della frase che aveva accompagnato il loro ingresso nell'ampia sala da pranzo si riversarono su Taehyung che, impossibilitato a mantenere la sua impassibile e austera maschera di indifferenza, spostò gli occhi allarmati sulla schiena di JK.

Irrigidito da quell'accoglienza, quest'ultimo se ne stava immobile e teso come una corda di violino e Taehyung non seppe fino a che punto quella potesse essere considerata finzione e quanto invece fosse il reale fastidio per quel soprannome.

Il sorriso del re era ancora ampio e luminoso, così aperto da fargli raggrinzire gli angoli degli occhi e mostrare l'intera dentatura; guardava con orgoglio e soddisfazione suo figlio piegare leggermente il capo e rivolgergli nuovamente l'attenzione dopo qualche attimo di stasi.

Re Jeon si appoggiò con soddisfazione allo schienale della sedia e mosse la mano adornata da pesanti e massicci anelli d'oro per fargli cenno di avvicinarsi; tutto -dal suo sguardo, al suo sorriso, alla sua espressione, ai suoi movimenti- mostrava completa ammirazione e fierezza verso JK. Quella sua preferenza nei confronti di quella personalità era così palese da far sentire a Taehyung un peso proprio all'altezza del petto. 

Una delle tante cicatrici che JK continuava a sentirsi addosso pur assopita dal tempo era proprio quel senso di preferenza nei suoi confronti piuttosto che degli altri; quella sorta di malata ossessione nel volerlo sempre intorno, di volerlo vedere pronto a scagliarsi sugli altri, pronto a lottare e mostrare una brutalità che sì, era parte di lui, ma non lo era poi così tanto

Diamine, lui non era solo JK!

Non esisteva solo lui, perchè gli riservava quei favoritismi indesiderati che a Kookie e Jungkook non regalava? Perchè lui era più meritevole degli altri? 

Perchè le altre parti di sé non erano apprezzate tanto quanto lui? 

Un'ombra passò sul volto di Taehyung, tornato quanto meno espressivo possibile mentre osservava la scena di fronte a lui e provava a convincere i suoi polmoni a riprendere a respirare ed il suo corpo a reagire in modo diverso dal bloccarsi totalmente. 

Le gambe erano pesanti come zavorre ed un tremito partitogli dall'interno lo scosse così tanto da fargli inconsapevolmente stringere la presa sulla mano di JK senza calibrarne la forza. Da quest'ultimo non venne emesso neanche un suono, solo una piccola smorfia deturpò il suo atteggiamento serio e distaccato -ma non se la sentì di dirgli che stava stringendo un attimino troppo.

Perchè anche lui aveva avuto lo stesso istinto, perchè anche lui aveva bisogno di quella mano che lo stava stringendo, di quell'appiglio.

La sua attenzione venne dirottata al principe che sedeva alla lunga ed imbandita tavola e che faceva roteare il calice di vino bianco con lentezza ed intento a fissarlo e rispondere cordialmente al re su un qualcosa che aveva mancato di percepire. 

Ma c'era un qualcosa che JK sentiva di non star cogliendo, un qualcosa di subdolamente velato che aleggiava in lui senza tuttavia palesarsi del tutto. 

Perchè lui era lì?

Per quale motivo Woosung era tornato?

Erano passati anni ed anni da quando lo aveva visto per l'ultima volta aggirarsi tra le mura del palazzo, e dopo l'ultimo saluto che si erano scambiati -se l'essere cavalcato sul trono del re poteva essere considerato un saluto- quello non era poi più tornato. E JK ci aveva provato un considerevole numero di volte a farlo tornare, le testimoni dei suoi tentativi erano le lettere in cui aveva esplicitato la sua voglia di riaverlo vicino.

Ma alla fine di quel breve quanto sentito scambio epistolare, JK era finito per ricevere una risposta che aveva visto la lettera ardere tra le fiamme del camino della libreria, per eliminare -almeno fisicamente- l'oggetto del suo malessere. Di quelle parole conservava un ricordo che, purtroppo, non se ne sarebbe mai andato e che aveva accettato- seppur con fatica.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora