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Con ancora addosso il peso di ciò che era successo quella mattina, andare in giro per il castello non era così tanto confortevole nè particolarmente rilassante. Anzi, se doveva dirla tutta, quelle pareti scure, quell'arredamento tetro e quelle luci soffuse erano ancora più sinistre del solito. Infatti, un brivido di inquietudine gli strisciò lungo la schiena e gli fece venire la pelle d'oca sulle braccia.

Si ritrovò a chiedersi come facessero tutti a non provare quella sorta di oppressione, come facesse Yoongi a viverci con naturalezza...o come facesse Jungkook a sentirsi protetto tra le stesse mura che avevano osservato, silenziose, le più crudeli delle violenze.

Ad amplificare quella percezione ansiosa c'era sicuramente quella sorta di "appuntamento" che gli aveva dato JK nelle cucine. Il perchè avesse scelto un luogo così poco usuale non era dato sapersi, ma la sua agitazione non era dettata dall'idea di dover conversare con JK, bensì da ciò che JK gli avrebbe detto quella sera.

Non temeva potesse succedere qualcosa di più grave di quanto avvenuto tanti e tanti mesi prima perchè, insieme all'evolversi del rapporto con Jungkook, vi era stato un cambio di rotta anche nel modo di comportarsi di JK. 

JK aveva mostrato di essere un uomo di parola -nel bene e nel male- e così come gli aveva promesso di rendere la sua prima notte di nozze il suo incubo più grande, così gli aveva dimostrato che poteva confidare nella sua parola perchè non gli avrebbe fatto del male.

Taehyung non aveva trascurato i gesti che aveva fatto JK per lui; aveva avuto occasione di fargli del male, di sfogare la sua rabbia su di lui o di fargli passare spiacevoli e dolorosi momenti ma, con suo sollievo -ed anche una punta di sorpresa, doveva ammetterlo- non era successo. Piuttosto, aveva lasciato fluire via la rabbia o l'aveva scaricata su qualcos'altro che non fosse lui.

E Taehyung non poteva non tenerne conto.

Forse era finalmente riuscito a dimostrare a JK che lui non era un nemico e non era una minaccia per nessuno di loro e quindi, le sue aspettative sull'evoluzione del loro rapporto, erano molto più alte di quanto si potesse immaginare. Anelava la completa fiducia di quella parte tanto particolare quanto complicata di suo marito.

L'eco dei suoi passi si arrestò davanti alle pesanti porte in legno molto più grezzo del solito, si asciugò le mani sui pantaloni e prese un profondo respiro. Uno spicchio di luce filtrava da sotto la porta -segno che JK era già lì dentro- e posò la mano con decisione sulla maniglia. Ubicata nel piano più interrato del palazzo, quella cucina -oltre ad essere immensa- ricordava molto quelle cucine di campagna completamente in legno massello. Un camino acceso e scoppiettante era l'unica fonte luminosa della stanza -ma era così vivo che bastava a rischiarare il tavolo con gli sgabelli e a mettere in ombra solamente la parte più remota della stanza.

Si richiuse silenziosamente la porta alle spalle e posò gli occhi sulla figura di JK che, di spalle, sembrava intento a tenere tra le mani un cucchiaio di legno con cui rigirava qualcosa contenuto nella casseruola in rame posta sul fuoco.

Il tepore della stanza era piacevole e notevole, un dettaglio che -inspiegabilmente- tranquillizzò Taehyung e gli fece rilassare le spalle. «JK?» chiamò in un sussurro, temendo di interrompere una qualche sorta di ragionamento profondo.

Il diretto interessato si voltò appena verso di lui con un piccolo ghigno ad incurvargli le labbra piene; gli occhi erano attenti ma non guardinghi, un grande passo avanti se si considerava che JK sospettava anche del più insignificante dei dettagli.

Taehyung abbozzò un sorriso e si guardò nuovamente intorno, non riuscendo a fare altro se non attendere, sulla soglia, che qualcuno si decidesse ad interrompere il silenzio.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora