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Sei uno stupido. Sei un vero stupido Taehyung, cosa ti aspettavi?

Se l'era ripetuto almeno un milione di volte e per tutta la serata; precisamente,  aveva inveito contro sé  stesso ogni volta che aveva sentito il cuore stringersi al pensiero di quanta poca considerazione avesse JK di lui. 

Valeva davvero così poco? Era stato veramente solo un oggetto che l'altro aveva usato solo perché impossibilitato a trovarne -o ritrovarne- uno nuovo? Anche con quel Woosung si sarebbe comportato nello stesso e maledetto modo in cui si era comportato con lui?

Tutto lasciava presagire che no, JK non avrebbe mai riservato a Woosung il suo stesso trattamento.

Il pensiero di essere odiato senza aver fatto niente per alimentere quel sentimento era sconcertante, e lo aveva perseguitato per tutta la giornata fino a ritrovarsi nello stesso luogo della sera prima, a notte fonda, stretto nell'abbraccio di Jimin a piangere pateticamente tutte le sue lacrime.

A contorno del suo umore malinconico e triste, c'era sicuramente l'atmosfera notturna e la luna alta nel cielo, che si specchiava silenziosamente sul lago per fare muta compagnia ai due fratelli che erano lì da ormai ore.

Taehyung si sentiva un ragazzino stupido ed infantile mentre percepiva che, per ogni lacrima che asciugava, altre cento se ne formavano pronte a sgorgare in un cerchio infinito di tristezza e amara consapevolezza che tutto quello che aveva pensato era facile solo nella sua mente.

Era facile credere al romantico "insieme possiamo affrontare tutto" quando era con Jungkook.

Non gli veniva difficile immaginare una vita insieme ad un'altra persona che lo apprezzava e che gli voleva bene almeno quanto lui.

Il problema sorgeva nel momento in cui doveva stare accanto a JK. In quel caso, Jungkook esisteva solo nel suo aspetto più esteriore, perchè per il resto...

Per il resto non c'era niente di Jungkook. 

Era difficile scindere i sentimenti quando ognuno di loro di mostrava sempre con gli stessi tratti somatici; era  un'impresa che -adesso più che mai- gli risultava quasi titanica.

Jimin aveva visto suo fratello crollare, tassello dopo tassello, davanti ad un JK visceralmente preoccupato ed estremamente possessivo nei confronti di un altro uomo che non fosse suo marito, e nonostante odiasse ammetterlo, in un certo senso lo capiva.

Se aveva inteso correttamente, JK poteva avere le proprie simpatie e antipatie a prescindere da ciò che Jungkook provasse o sentisse, e ciò risultava razionale e comprensibile solo per Jungkook stesso -che a sua volta era vittima della sua malattia.

Conosceva abbastanza bene Taehyung da sapere che questo si affezionasse alle persone nel suo complesso, in una comunione di corpo e anima dove l'una era parte imprescindibile dell'altra. Scindere i propri sentimenti in base alla personalità che si interfacciava con il mondo era indubbiamente doloroso. Estremamente doloroso e difficile, soprattutto se una di quelle provava dei sentimenti stridenti rispetto all'ospitante verso la medesima persona. 

Taehyung non sentiva di star ragionando in modo sensato e razionale, stentava perfino a riconoscersi. Non era da lui crollare in quel modo.

O forse era stato forte per troppo tempo. 

Il suo pianto e la sua angoscia non potevano essere razionali, ma era stato vittima di comportamenti spiazzanti che non aveva avuto il tempo di metabolizzare perchè aveva abbassato le difese.

Il cuore gli si era frantumato come JK gli si era seduto affianco durante la cena con fare stizzito, rivolgendogli la parola solo per dirgli con tono irritato: «Stammi lontano per i giorni a venire». Si era poi voltato verdo Woosung che, ignorando la presenza della sua futura consorte, aveva felicemente condiviso con JK la cena, parlando e ridendo di battute poco felici e a sfondo sessuale sotto lo sguardo di un Namjoon visibilmente imbarazzato ma tollerante perché giovani.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora