Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎

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Taehyung deglutì sonoramente, trovando le parole di JK inquietantemente veritiere.

Il suo ragionamento sembrava avere fin troppo senso e, ponderando le alternative, chi meglio di JK poteva sapere a chi quelle parole erano state dette e cosa avveniva tra quelle mura infernali di palazzo Jeon? In fin dei conti, sia il re che Hoseok erano le persone con cui Jungkook -e di riflesso, anche JK- aveva avuto a che fare per tutta la vita.

«Hai ragione» si ritrovò ad ammettere con le sopracciglia aggrottate per il cruccio, «Spiegherebbe anche la reazione di Hoseok alla frase ed il suo comportamento subito dopo...» commentò tra sé Taehyung, ripensando a come il dottore fosse sbiancato visibilmente e di come gli fosse stato vicino con l'apprensione negli occhi. Si era assicurato che Jungkook trovasse il coraggio di riprendersi arrivando -con suo palese sgomento- a consigliargli tecniche e parole da poter dire a Jungkook per aiutare quest'ultimo ad uscire dal suo mutismo e tornare a svolgere le sue normali attività a palazzo.

Che poi Taehyung avesse arbitrariamente deciso di fare ciò che lui sentiva e pensava fosse più giusto e pertinente era tutta un'altra storia, e ricordando anche il come si era conclusa la questione "mutismo" con Jungkook beh...

Aveva fatto bene.

Il suo rimuginare sommesso e concentrato venne interrotto dal verso stizzito che emise JK alla sua constatazione. «Principessa, io ho sempre ragione».

A quella frase supponente e totalmente infondata, Taehyung alzò un sopracciglio e gli riservò uno sguardo profondamente scettico. «Ma non hai avuto ragione su di me, neanche una volta» ribatté, lasciando che la sua lingua biforcuta ed il suo carattere poco incline al tacere fluissero e parlassero per lui. Se ne pentì subito dopo come vide il pugno di JK stringersi ed il passeggio nervoso di quest'ultimo arrestarsi bruscamente.

JK gli scoccò un'occhiata indispettita e lo guardò per intensi minuti. «Comunque», riprese con forzata nonchalance, spostandosi i capelli con uno scatto secco della testa, «Ciò che è certo è che nessuno dei due smidollati con cui mi tocca avere a che fare da fin troppo tempo sia stato effettivamente sul campo. Ciò significa che o il re o il dottore lo hanno detto ad un personaggio terzo, e noi due, principessa, dobbiamo scoprire di chi si tratta».

Riprese a camminare avanti e indietro come succedeva ogni volta che pensava intensamente a qualcosa ed ignorò- volutamente o meno- l'occhiata di sbieco di Taehyung che, se da una parte assimilava l'ipotesi che ci potesse essere un soggetto terzo in tutta quella questione complicata peggio della sua vita, dall'altra si stupiva di essere ancora tutto intero.

Non poteva seriamente credere che non solamente JK aveva riaperto quel pugno che aveva serrato poco prima, ma che stava anche parlando al plurale non rivolgendosi a Jungkook e Kookie ma...a loro due.

A Taehyung e JK.

Lui era stato...incluso, e nutriva profonde speranze che quella sorta di mutuo consenso ad averlo vicino non fosse solamente dettato dalla sua richiesta di aiuto. Magari JK si stava iniziando a fidare?

«V-vuoi il mio aiuto? Davvero?» domandò come se stesse cadendo dalle nuvole, contemplando -per la prima volta- l'idea che JK lo avesse accettato nella sua vita e che non lo stesse tagliando fuori da quella faccenda.

JK si voltò verso di lui a braccia conserte ed alzò un sopracciglio, interrogativo.

«Se proprio dobbiamo dirla tutta, quello che ha chiesto aiuto al sottoscritto sei stato tu» gli rispose roteando gli occhi, ma quella risposta irritante non aveva scalfito il germoglio di speranza nato nel petto di Taehyung. JK li stava aiutando perché toccava anche lui, vero, ma se avesse dovuto fare un paragone con il passato...Il JK che aveva conosciuto mesi e mesi prima non lo avrebbe neanche tenuto in considerazione; colui che aveva conosciuto quella fatidica mattina del loro sfortunato matrimonio gli avrebbe estorto con la forza le informazioni per agire da solo e metterlo da parte.