16-JAY

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Dovevo ammetterlo: vederla in quella divisa mi aveva scombussolato non so se in positivo o in negativo. Perché se prima riuscivo a controllare i miei sentimenti, d'ora in poi sarebbe stato molto difficile.

<Ragazzi, siete tutti in posizione?> Voight parlò alla radio dall'interno della sua auto posizionata sul lato ovest della casa di uno dei due ragazzi promotori della festa; rispondemmo tutti in modo affermativo e tornammo a concentrarci su quanto stavamo vedendo e ascoltando tramite la micro camera e il micro auricolare; stringevo freneticamente la mia radio tanto che Adam, seduto al posto del passeggero, me la dovette togliere affinché non la distruggessi.

<Io e Burgess ci stiamo frequentando> affermò di punto in bianco. Mi voltai verso di lui sorpreso, se il sergente lo avesse scoperto sarebbero finiti entrambi, almeno così credevo ma non trattandosi di Erin, poteva succedere di tutto <Non so se sia una cosa seria, ma di certo dovremo evitare di farlo scoprire a Voight...>

<Tranquillo, non si tratta di Erin. Sarà accondiscendente> risposi tornando a fissare le immagini che la collana ci proponeva sul tablet.
La mia partner strinse la mano ad un ragazzo e si lasciò guidare dentro una stanza al piano superiore dove si trovavano altri quattro ragazzi. Uno di quelli già seduto le offrì un cocktail che provò a rifiutare senza successo <Questa cosa non mi piace> borbottai <Hank dobbiamo intervenire...> parlai alla radio.

<Non ancora, aspettiamo la parola d'ord-> <KaMepa> un flebile sussurrò giunse a noi attraverso gli auricolari <ORA!> ordinò il sergente; balzammo giù dalle auto, presi il fucile e entrai seguito da Ruzek, Atwater e Upton mentre Voight e Dawson bloccavano il retro.
<CPD!> gridarono gli ultimi due andando a spegnere la musica; io, al contrario, non mi fermai e salii al piano superiore seguito da Ruzek; sfondai la porta della stanza dove era Erin e la trovammo distesa sul letto con le mani, i piedi legati e la bocca imbavagliata. Sopra di lei si trovava un ragazzo e presto un altro gli avrebbe dato il cambio; sentii la rabbia farsi strada <CPD! Allontanatevi dalla ragazza> li intimai; si spostarono tutti impauriti tranne quello che la stava per spogliare <Scendi subito da lì> proseguii puntando l'arma sul retro del collo. Non oppose resistenza e lo scaraventai a terra mentre la slegavo il più rapidamente possibile; notai che aveva lo sguardo perso e capii che era stata drogata, forse era stata una fortuna, ma di certo aveva qualche sprazzo di lucidità.
Il sergente entrò nel momento esatto in cui la presi a mo' di sposa per portarla in ospedale, non lo guardai nemmeno perché ero furibondo; gli altri colleghi si occuparono degli arresti ma adesso il mio pensiero andava alla ragazza che ora rideva. Era proprio partita.

In ospedale Will le fece una flebo per espellere dall'organismo tutte le sostanze che aveva assunto con quel cocktail. Ero seduto di fianco al letto quando il sergente si presentò nella stanza <Bambina mia> sussurrò prendendole la mano <Mi dispiace> stava per piangere perché la voce gli si crinò, non lo avevo mai visto così <Grazie> disse rivolto verso di me <Se non fossi intervenuto subito, ora la faccenda sarebbe ben più grave>

<Dovere, sergente> risposi alzandomi per lasciarli un po'soli.

Quella notte non chiusi occhio. Ero ancora furibondo con Voight per la decisione presa e volevo sincerarmi delle condizioni di salute di Erin; d'altra parte anche Akira era molto agitata, probabilmente aveva bisogno di vedere la sua padrona e al tempo stesso uscire. Per cui mi alzai e, legata con il guinzaglio, camminammo per tutto il quartiere. Mi sentivo un po' meglio ma continuavo a domandarmi se Erin non fosse stata in grado di sussurrare la parola d'ordine, il sergente sarebbe intervenuto ugualmente?

<Tranquilla bella, domani tornerai dalla tua padrona> le dissi quando, stanca, decise di sedersi e osservarmi supplichevole <E va bene, ti prendo in braccio> abbaiò felice.

DA MAMMA: Ore 8 cena di famiglia a casa nostra. Non mancare.

A MAMMA: Va bene, a dopo.

Non sapevo se essere contento o meno, i miei genitori avrebbero approfittato della cena per cercare di intavolare una discussione sul lavoro o si sarebbero rasseganti? Non ci credevo troppo, ma sperare non aveva mai ucciso nessuno, non era così?

If I Told You that I Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora