8-JAY

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Con Kevin stavamo facendo finta di giocare a boxe, quando il sergente ci presentò sua figlia ma fui distratto dalla risata dolce e calorosa di Lindsay. Non mi sembrava vero, ma spostando lo sguardo da un ragazzo all'altro capii che era così; Erin dopo tre settimane di puro silenzio e tristezza era tornata a ridere. Quanto sarebbe durato questo momento? Non dovevo pensarci, al momento dovevo solo godermelo.

<Antonio vieni con me> ordinò Voight quando ci stavamo dirigendo alle macchine per sopraggiungere nel luogo dell'esplosione <Erin va' con Halstead; Caroline aspetta qui>

<Zoticone, dammi le chiavi. Non ci devi nemmeno pensare a guidare> mi ammonì e gliele consegnai senza protestare. Rocky aveva ragione: ero sottomesso alla sua volontà. Se ci fosse ancora, avrebbe detto "bravo cagnolino, ora a cuccia" o qualcosa di simile, ne ero più che sicuro.

Arrivammo davanti alla scuola poco dopo, ma non c'era bisogno di essere lì davanti per capire l'entità del danno dal momento che era un via vai di sirene. Essendo l'ultima delle tre auto dell'Intelligence, avevamo la visuale sulle due davanti a noi e perciò potemmo vedere chiaramente Antonio che saltava giù dall'auto del sergente ancora in movimento per andare a cercare suo figlio Diego.

<Comandante, Boden> il sergente strinse la mano ai due uomini entrambi sulla sessantina; il primo era il comandante della polizia di Chicago, l'altro del dipartimento dei Vigili del Fuoco. <Cosa sappiamo?>

<La bomba era situata dentro ad un cassonetto sul retro e l'esplosione ha interessato la palestra e tre classi> ci informò il secondo uomo.

<I bilanci?> Erin parlò guardandosi introno spaesata. Chi poteva far esplodere una bomba in una scuola?

<Otto morti accertati, tredici sono feriti gravemente. Probabilmente molti sono ancora intrappolati>

La scuola era sventrata in due, la parte a sud era completamente distrutta mentre l'entrata e la facciata intatte; sul grande giardino davanti a noi era stato istallato dai paramedici un triage dove i membri della scuola venivano classificati con un codice in base alla gravità delle ferite. La strada era stata bloccata centro metri a nord e a sud e gli accessi erano controllati da alcune pattuglie; diversi genitori erano accorsi sul luogo, tra cui riuscii a scorgere, ma non ero certo trovandomi un po' lontano, la moglie di Antonio che parlava animatamente con un agente probabilmente farsi aprire e andare a cercare suo figlio. Vedendo, però, che la folla aumentava, il sergente si avvicinò ordinando a tutti di starsene buoni perché qui c'era della gente che stava lavorando.

<Hank, Antonio dov'è?> domandò preoccupata la moglie di Dawson

<Sta cercando vostro figlio> si voltò guardando com'era la situazione e forse stava pensando anche di farla entrare, quando scorse due figure che si stavano avvicinando: Antonio e Diego. Solo a quel punto la donna poté entrare per abbracciare suo figlio; se da una parte il nostro collega era tornato, Erin se ne andò per un'emergenza a casa (almeno questo era quanto ci aveva detto) e di conseguenza i poliziotti si trovarono costretti ad aprire le transenne e bloccare la folla di genitori agitati e preoccupati. <Portalo a casa> ordinò Voight.

A quel punto iniziammo a porre domande, seppur con cautela, a i ragazzi e ai professori illesi o feriti lievemente che attendevano di essere visitati dai paramedici; però nessuno di essi aveva visto qualcosa, per cui o era qualcuno interno alla scuola oppure la bomba era stata posizionata durante la notte da qualcuno che voleva seminare il panico.

Burgess arrivò poco dopo per informarci che c'erano delle telecamere che davano sui quattro lati della scuola; se fossimo stati fortunati, avremmo potuto scoprire qualcosa. In quel momento Lindsay mi telefonò spaventata.

<Erin, per favore, ripeti con più calma> affermai cercando di tranquillizzarla.

<C'è stata un'altra esplosione alla scuola media della figlia di Rocky. Ho già chiamato i soccorsi; ora sto andando a prendere mio fratello e poi torno da voi. Avvisa gli altri> riattaccò senza darmi il tempo di replicare.

Informati gli altri, Voight ordinò a me e Ruzek di andare sul luogo dell'altra esplosione e che ci avrebbe pensato lui ad avvisare Lindsay di raggiungerci lì. La seconda scuola ferita era messa anche peggio della prima; qui la bomba era esplosa all'ingresso, ma il problema era che aveva interessato anche il laboratorio di scienze che rischiava di creare una seconda bomba. La polizia circoscrisse il perimetro della stessa misura dell'altra scuola aprendolo solo ai mezzi di soccorso che sopraggiungevano.

Erin arrivò a sirene spiegate qualche minuto dopo il nostro arrivo lasciandosi dietro una scia di persone che ci inveivano contro perché non permettevano di far entrare nessuno. Il volto della mia partner era tornato quello dei giorni precedenti, cioè triste e spento, ma non per questo lasciò da parte il lavoro; si affrettava a rassicurare i genitori, a indirizzarli agli ospedali dove venivano mandati i feriti e ad aiutare ad interrogare chiunque riuscisse a parlare. Infine, con un cenno della mano, disse che mi avrebbe spiegato più tardi il motivo della sua assenza.

Boom.

Il laboratorio di scienze era esploso, nonostante i vari sforzi dei vigili del fuoco.

Quella giornata andava di male in peggio e avevo paura di scoprire come si sarebbe conclusa.

Restammo sul luogo fino a che il sergente non volle fare il punto della situazione al distretto, ma ancora una volta Lindsay se ne andò da sola informando me e Ruzek che ci avrebbe raggiunto direttamente lì.

<Cos'ha Erin?> domandò il mio collega in auto

<Non lo so> "e non mi piace per niente" pensai <Ma spero che me ne parli più tardi> tagliai corto.




Spazio autrice

Ciao a tutti 😊
Vi informo che da oggi in poi pubblicherò un capitolo alla settimana...
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If I Told You that I Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora