32-JAY

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Ah sì, lo sapevo che avevo combinato un gran casino, ma io amavo quella donna e avrei scontato qualsiasi punizione divina pur di dimostrare al mondo ciò che provavo per lei. Se fosse servito ad affrettare il rientro a Chicago, avrei girato il mondo a piedi.

<Dovete sapere, cari colleghi, che il sergente Voight è molto protettivo verso i membri della famiglia, soprattutto verso i figli.> proseguì Olivia informando i componenti della nuova squadra <A questo proposito da quando Erin è entrata nell'unità dell'Intelligence, Hank ha vietato qualsiasi tipo di relazione con un membro della squadra e questo giovanotto qua> mi indicò <ha disobbedito alla regola> sorrisero tutti mentre noi, diretti interessati, ridemmo perché raccontata così sembrava proprio una storia da commedia cinematografica.

Eppure era l'amara verità.

Poco dopo la mia ragazza si alzò per rispondere ad una chiamata e tornò con un sorriso smagliante stampato in viso; scoprii solo successivamente il motivo e sinceramente mi dispiaceva non essere a Chicago per salutare le sue amiche.
Mi ero divertito così tanto quando la sorpresi in quel "party" a casa sua con le amiche e i volti impiastricciati da qualche maschera. Al solo pensiero ridevo come un matto.
Fu in quell'occasione che ebbi la certezza di provare qualcosa di forte per lei e ne ebbi la conferma il giorno successivo al distretto.

Rimanemmo da Finn fino a pomeriggio inoltrato e successivamente, con le mie ragazze, valutammo l'ipotesi di fare una passeggiata per la città, ma era un caldo asfissiante e così optammo per tornare a casa e guardare un film; o almeno questa era l'idea di partenza. Jessie decise di andare a dormire, mentre io e Erin parlammo del più e del meno, distesi a letto.
Per puro caso i nostri discorsi ci portarono al tema della convivenza e a questo proposito affermai deciso che, non appena fossi tornato in modo stabile a Chicago, le avrei comprato la casa da sogno perché per lei e i miei figli avrei speso di tutto. 

<Come ti trovi qui? Rispondi sinceramente> disse cambiando così discorso

<Abbastanza bene; i colleghi sono molto simpatici, ma tosti e non mi trattano come se fossi un emerito incompetente come, invece, mi aspettavo. Perché sei così curiosa?> le pizzicai dolcemente una guancia e di risposta lei si strinse di più a me. <Non è che per caso ti manca vedermi tutti i giorni in giro per casa o per il distretto con gli altri a farci i dispetti?> proposi e le sue guance si colorarono di rosa, prima di osservarla annuire.
Le accarezzai la schiena prima di alzarmi e incastrare i miei occhi nei suoi <Anche a me mancano tutti quei momenti, ma soprattutto mi mancate voi> sottintendendo anche Jessie. Le posai un bacio sulle labbra lasciandole il comando. Poteva farmi di tutto, ma non si spinse oltre. 
Se la causa fosse la gravidanza o meno, non potevo constatarlo con certezza, ma se a lei bastava un bacio, sarebbe bastato anche a me perché avrei rispettato qualsiasi scelta.

La mattina seguente, quando mi svegliai, era ancora presto; Erin e Jessie dormivano ancora, così uscii a correre e preparai la colazione. Qualche istante dopo le ragazze comparirono dalla zona notte sorridenti, mentre parlottavano tra loro; sembravano veramente felici e spensierate, nonostante la partenza quasi immediata per tornare a Chicago.

Mi erano così tanto mancate che il tempo era veramente volato; erano riuscite a riempire il vuoto che c'era in questo appartamento facendomi ripercorrere una delle tante giornate nella nostra città.
Mi emozionai al pensiero e qualche lacrima percorse le guance; non si sarebbe accorto nessuno, se non fosse stato per Erin e il suo bacio. A questo punto chiamai all'ordine anche Jessie e le strinsi a me, baciando alla grande la tempia e alla piccola la testa.

<Vi voglio bene, non scordatelo mai> mormorai.

<Anche noi> rispose la piccoletta <Ma io adesso proporrei di fare colazione> scherzò per stemperare la tensione creata dal momento. Però se avessi saputo ciò che sarebbe accaduto i giorni a seguire, le avrei tenute strette ancora di più e più a lungo.
Se avessi saputo che ciò sarebbe successo, non le avrei lasciate andare, ora che mi trovavo a New York.
Se avessi saputo che quella chiamata, ricevuta in piena notte, sarebbe stata l'ultima, avrei risposto.
Ma ahimè, non ero ancora un veggente e per questo le lasciai andare.
Le lasciai tornare alla loro vita.
Le lasciai tornare a Chicago.

If I Told You that I Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora