29-ERIN

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Fra due ore saremmo atterrati all'aeroporto di Chicago dove Hank e Antonio ci aspettavano con due auto che ci avrebbero portato nelle rispettive dimore. Questa sera sarebbe stata una serata importante perché, dopo una attenta analisi, io e Jay avevamo deciso che era arrivato il momento di informare Voight, perciò saremmo stati a cena da lui e ci sarebbero stati, per fortuna, anche Justin e Caroline. Dovevo ammettere che, ancora adesso, a poco meno di mezz'ora dall'atterraggio e a due ore dalla cena, non ero affatto convinta della decisione tanto che avevo insistito più volte con Jay che la cena poteva aspettare mentre incontrare lo zio, no.

<Erin, ci sei? Come dovrei vestirmi stasera?> chiese Jessie mentre mi sventolava una mano davanti agli occhi.

<Come ti pare> risposi tornando a tormentare una pellicina. Jay sorrise sotto ai baffi prima di avvolgermi un braccio attorno alla spalla; mi rilassai immediatamente e aggiunsi <Un semplice short con una maglietta; siamo tra noi, non c'è bisogno di vestirsi bene>

<Grazie> la ragazzina mi baciò una guancia prima di riportare l'attenzione al libro che aveva aperto sulle ginocchia.

Okay, era arrivato il momento. Da oggi Voight avrebbe saputo la verità e, se tutto fosse andato secondo i piani, da domani potevamo baciarci, stringerci la mano e tutti quegli altri atteggiamenti tipici di una coppia.
Io e Jessie bussammo alla porta di casa del sergente e da subito notai quanto fosse teso; Justin e Jamie guardavano attentamente una partita di basket mentre Caroline e Camila erano in cucina a parlottare.
Jessie si accomodò fra i due uomini sul divano e io mi aggregai alle donne perché sapevo che, attualmente, Hank non era in vena di chiacchiere.

Intorno alle nove Jay bussò alla porta e io corsi ad aprire agitata e felice allo stesso tempo; raggiungemmo il salotto dove si era radunata tutta la famiglia e, dopo aver preso un respiro profondo, parlai. <Ho proposto questa cena perché devo darvi due notizie... La prima...> mi schiarii la voce e improvvisamente tutta la sicurezza che ostentavo vacillò <Io e Jay stiamo insieme> dissi stringendo la mano del mio ragazzo <Per quanto riguarda la seconda... Sono incinta> conclusi. Osservai ognuno dei presenti negli occhi e ne analizzai ogni movimento; Caroline per quanto perplessa era contenta come Camila e Justin, mentre Hank era pietrificato accanto alla spalliera del divano.
Poi all'improvviso Jay si ritrovò quasi a perdere l'equilibrio poiché il sergente aveva tirato un pugno nel suo occhio sinistro; si stava preparando per assestarne un altro quando Justin lo afferrò da dietro bloccandogli le braccia.

<Stanno insieme! L'ha messo incinta!> gridò dimenandosi per liberarsi.

<Sì papà, avrai un nipotino.> affermò il figlio e io precisai che sarebbero stati due, non uno.

<Due! Due!> urlò disperato come se lo stessero portando al patibolo <E lasciami che devo pareggiare i conti> inveì contro il figlio che però non allentò per niente la presa.

<Oh bambina mia, sono contentissima! Si sa già il sesso?> si congratulò Camila e ci abbracciò come se fossi realmente sua figlia. Successivamente ripeté il gesto anche Caro e finalmente ci sedemmo a cenare. Questa sera avevo una fame da lupi tanto che chiesi il bis di ogni pietanza escluso il dolce che ne mangiai metà; Jay aveva appoggiato una mano sulla mia coscia mentre parlava con i miei fratelli.
Jessie, invece, si accomodò sul divano dove dopo poco si addormentò senza che le nostre chiacchiere le dessero fastidio. “Beata lei, io non ci riuscivo né alla sua età, né ora” pensai.

Hank non fiatò per tutta la cena né ci salutò quando tornammo a casa, al contrario degli altri familiari che avevano continuato a congratularsi. Rientrammo nel mio appartamento a notte inoltrata; Jay, dopo aver preso in braccio Jessie, la sistemò sotto il lenzuolo e mi raggiunse in camera da letto dove mi osservò in modo malizioso indossare il pigiama.
<Beh, non l'ha presa troppo male> affermò mettendosi sotto le coperte.

<No, no> lo assecondai <Ti ha solo tirato un pugno in un occhio, ma che vuoi che sia...> mi lamentai e lui, avendo intuito il mio cambio di umore, mi fece segno di raggiungerlo.

<Vero, ma non puoi negare che mi rende un uomo più sexy> seguitò con un sorriso malizioso

<Sexy?> inarcai un sopracciglio e lui catturò le labbra in un bacio.
Mugulai in segno di apprezzamento e approfondii lasciando che fosse lui a prendere il controllo.

If I Told You that I Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora