Capitolo V

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                                                                                       *Domenica*

Per il preside Alvarez quella era una giornata di lavoro come le altre. Si alzò dal suo letto ed iniziò a preparare la colazione per Andrew. Ovviamente la colazione andava lasciata fuori dalla porta, perchè quel viziato del figlio non voleva estranei dentro la sua stanzetta.

"Chissà cosa fa in quella stanza. Probabilmente spaccia coca. In fondo, anche se è basso come una noce, ha diciotto anni e la vita è la sua, nel bene e nel male".

Dopo essersi lavato e sbarbato, scelse una delle camicie più belle e se la mise.

Salì sulla sua macchina e si avviò verso la scuola.

Il quartiere era semivuoto, anche perchè era domenica. In giro c'erano solo vecchietti che portavano a spasso i cani.

Parcheggiò la sua auto davanti all'entrata posteriore della scuola e si diresse verso l'auditorium: c'erano già i quattro docenti che dovevano valutare i candidati. Il colloquio preliminare sondava le motivazioni per cui ogni studente candidato volesse diventare speaker e poi gli si faceva leggere una serie di notizie inerenti la scuola per verificare voce, dizione, scioltezza davanti al microfono.

Alvarez lesse i nomi del primo gruppo di 15 candidati. Altri 15 aspettavano in corridoio, in attesa che i primi 15 avessero concluso il loro colloquio.

Il preside uscì a controllare il secondo gruppo e si accorse che Lisa Collins non era presente tra loro.

In gran fretta rientrò nella sala per verificare se la signorina Collins fosse stata tra i primi 15.

« Possiamo cominciare i provini, il primo gruppo di candidati è presente ».

Alvarez si sentì preso in giro. Se anche la signorina Collins fosse arrivata in ritardo, lui, grazie al suo ruolo da preside, l'avrebbe fatta partecipare ugualmente. Ma se non si fosse presentata oggi, non ci sarebbe stato nessun colloquio per lei.

« Provini chiusi, trenta presenti. Gustavo e Pool siete gli ultimi ».

« Dove sta quella ragazza? Cazzo! »

« Preside Alvarez, tutto bene? » disse un ragazzo.

«Oddio santo, che sia maledetta ».

Non volle rischiare. Si diresse velocemente verso l'uscita. Risalì sulla sua ford grigia e si avviò verso la casa di Lisa Collins, conosceva bene dove la ragazza abitasse.

Arrivato a destinazione, scese dalla macchina e iniziò a suonare ripetutamente il campanello.

« Lisa apri, so che sei dentro! » cominciò ad urlare « Non mi fare usare la forza o sfondo la  porta! ».

Credo che si chiami LisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora