*Meno trenta minuti alla morte di Lisa Collins*
« Antony, Elisabeth! Per un attimo non vi incontravate con mia madre! »
« Ciao tesoro »
« Hey bella! »
« Come stai Lis? »
« Bene, entrate pure. Hai trovato la roba? »
« Certo che sì » risero tutti e tre.
La ragazza mise sul tavolino del salone quel poco di roba che aveva nel frigorifero e degli snack che trovò nel ripostiglio e andò in camera per mettere a posto il suo vero diario, ma per la fretta lo mise semplicemente sotto il letto.
I due amici si guardarono negli occhi, Elisabeth tirò fuori dallo zainetto un cacciavite, mentre Antony prese in mano tre pillole. Lisa rientrò. I cuori dei due ragazzi battevano all'impazzata.
« Hey Lisa, prendi questa, è nuova! E' una bomba! »
Lisa, proprio come quando si dà una caramella ad un bambino piccolo, prese dell'acqua e la degludì subito.
« Allora, voi come state?» - i due non risposero.
« Ma Eli, ma cosa spai faciento? » vide l'amica andare con il cacciavite verso la porta e si mise una mano davanti alla bocca per capire perchè improvvisamente non riuscisse più a parlare bene.
« Ma ragapsi, sto impaziendo io o stio parlando così? »
Lisa, in lontananza, vide le lacrime dell'amica e, quando cercò di alzarsi, si accorse che non riusciva ad usare le gambe e iniziò a capire.
« Anton, perchè questa coosa? »
« Lisa, noi abbiamo cercato di dirtelo già da un po', tu nella nostra vita non ci dovevi stare »
« Fanculo Lisa » disse piangendo l'amica. Lei era immobile, era ancora viva, ma stava male.
L'avevano tradita.
« Cazzo, cazzo, che cosa abbiamo fatto » disse Antony, che, preso dalla rabbia, le lanciò addosso il vassoio di vetro sulla pancia, all'altezza dell'ombelico. Lanciò un altro oggetto sul rene della ragazza che chiuse gli occhi per il dolore.
Elisabeth finì di scassinare la porta, così la polizia avrebbe pensato ad un intruso, ipotizzando che la ragazza non conoscesse l'assassino.
« Aiuto... aiuto... » disse la povera vittima
« Tranquilla, questo ti farà bene » e le diede una seconda pasticca.
Gli occhi di Lisa si chiudevano e si aprivano, era sudata e respirava male.
I due ragazzi iniziarono a spogliarla completamente, lasciandole addosso solo le mutandine.
Mentre il respiro di Lisa si faceva sempre più affannoso, Elisabeth si rivolse al complice.
« Amore, ricorda quello che ci siamo detti: visto che l'abbiamo spogliata, sembrerà che l'assassino volesse stuprarla. Durante l'interrogatorio che ci farà la polizia dovremo raccontare la storiella su Alvarez, quella che ci siamo detti ieri »
Terza pasticca, quella decisiva. Il corpo della giovane si stava spegnendo, Elisabeth si avvicinò alla ragazza e le girò il volto verso di loro.
Lisa, pochi secondi prima di morire, guardò negli occhi quelli che pensava fossero i suoi unici veri amici che stavano attendendo la sua morte e disse, con tono lento e sofferente:
« Scusatemi...non ho mai saputo cosa vuol dire avere degli amici »
I due ragazzi non avevano considerato il messaggio della droga, ma trovarono un valido alibi: la video chiamata erotica su whatsapp. In questo momento i due ragazzi sono nel carcere minorile di Santa Margarita. I genitori dei giovani stanno combattendo per far uscire i figli dal carcere, ma dovranno farlo ancora per tanto tempo, data l'accusa. I ragazzi, una volta arrestati, mi hanno continuato a ripetere che loro non c'entravano nulla con il caso e sono scappati solo perchè avevano capito la situazione e si erano spaventati. Questa volta non ci casco, adesso il caso Collins è veramente chiuso. La mia prima risposta l'ho avuta. Ora rimane solamente un segno di vita da parte dell'agente Cook. Diario di James Garcia.
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Credo che si chiami Lisa
Mystery / ThrillerCOMPLETATA! Una ragazza è stata uccisa: Lisa Collins classe 2004 viene trovata morta nel soggiorno del suo appartamento. La situazione si complica quando si scopre che la ragazza non aveva amici, ad eccezione di Antony ed Elisabeth, e viveva sola c...